[La polemica] L'assurda battuta di Gene Gnocchi sulla "Petacci maiala" e il silenzio imbarazzante delle femministe
L'infelice uscita del comico parmigiano ci consegna un Paese ancora diviso a metà, con la destra sdegnata e inferocita e la sinistra e le femministe distratte e assenti
La pessima battuta di Gene Gnocchi sul maiale che gira per Roma (“è femmina e si chiama Claretta Petacci”) ci consegna un Paese diviso a metà. Nello studio “Di martedì” hanno riso o sorriso tutti, a cominciare dal conduttore. Da ieri mattina, invece, a una unanime indignazione, con tratti di autentica rabbia e di insulti minacciosi nei confronti del comico parmigiano, della stampa e del “popolo di destra” ha fatto da contrappeso un silenzio abbastanza omogeneo a sinistra.
L'ira della Mussolini
Decisamente sopra le righe la replica di Alessandra Mussolini, che parla di “verme, stronzo, merdata” mentre insolitamente pacato è l'intervento del deputato di centrodestra Massimo Corsaro, più volte stigmatizzato per tweet razzisti e antisemiti: "Signora Presidente Laura Boldrini: nulla da dire sulla performance di Gene Gnocchi e Floris?” Una domanda legittima visto che la presidente della Camera della lotta alle offese verso le donne e al linguaggio sessista ha fatto un cavallo di battaglia, a partire dalle campagne di autentico odio sociale e di fake news che ripetutamente le ha mosso contro la destra populista. Stavolta, invece, ha taciuto.
Due voci controcorrente
Eppure, a prescindere dal giudizio storico sui fatti di piazzale Loreto, niente incarna meglio l'archetipo di questa violenza verbale del dare della “troia” a una donna, peraltro stuprata prima di essere “giustiziata”. Due soltanto i giornalisti che hanno rotto il fronte “antifascista”: il direttore del Dubbio, Pietro Sansonetti, un garantista che ama navigare controcorrente, e Mattia Feltri. L'editorialista della Stampa ricorda che anche un leader partigiano inossidabile come Sandro Pertini, uno dei capi della Resistenza che decisero la condanna a morte di Mussolini e l'esecuzione del suo seguito, si vergognava talmente dell'uccisione della donna da commentare, nel 1988: “La sua unica colpa è di aver amato un uomo”. E se ieri mattina l'hashtag #GeneGnocchi è entrato nella top ten di Twitter, oggi dilaga su Facebook la rubrica di Feltri jr.: più di 13mila like. quasi tremila condivisioni. Tra queste c'è anche quella di Enrico Mentana, che chiosa: “Meglio di così non lo si poteva scrivere”.
Il silenzio delle donne
Inquietante il silenzio delle donne, anche delle femministe ancora fresche dell'aspro confronto sul “manifesto francese”, firmato dalle tre Caterine (Deneuve, Millet, Robe Gillet) e da cento protagoniste della cultura e dello spettacolo in difesa del diritto dei maschi al corteggiamento “pesante”. Eppure la questione la definisce molto chiaramente la giornalista Flavia Perina, L'ex parlamentare finiana, proveniente dai ranghi dell'estrema destra rautiana ma da tempo approdata a una posizione aperta, fuori da ogni steccato ideologico, dedica poche righe al caso: “Volendo dire 'maiale fascista' avrei da suggerire a Gene Gnocchi un sacco di modi al posto della citazione del nome di Claretta Petacci da lui proposta ieri sera in associazione con foto di maiale tra i rifiuti, che in fondo è pur sempre una donna fucilata senza processo e appesa per i piedi, e non è che fa tanto ridere. (Upgrade: noto solo ora la risatina di Floris: pure lui se la poteva risparmiare)”.
La toppa più imbarazzante della battuta
Imbarazzante, infine, la toppa messa da chi ha provato a circoscrivere il danno spiegando che no, Gnocchi non voleva offendere Claretta Petacci ma semplicemente punzecchiare, colpendola nel suo immaginario sentimentale, Giorgia Meloni. E' stata infatti la leader di Fratelli d'Italia ad aver diffuso sul suo network social le immagini del maiale che grufola. Decisamente una toppa peggiore del buco.