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[Il retroscena] La profonda frattura dietro il candidato silurato. Perché Di Maio rinuncia alle comunali di Cagliari

Il capo politico ha tagliato corto sulle posizioni di Murenu contro aborto e unioni gay: "Medioevali". Ma alla base c'è molto altro

Paola Pintusdi Paola Pintus   
[Il retroscena] La profonda frattura dietro il candidato silurato. Perché Di Maio rinuncia alle...

Il M5S sceglie a Cagliari il suo candidato sindaco, poi nell’arco di 24 ore lo silura e rinuncia alla corsa per le comunali del 16 giugno. Il cardiochirurgo Alessandro Murenu si è visto revocare la certificazione della sua lista dopo che era venuta a galla l’esistenza sul suo profilo social di alcuni post critici su unioni gay e aborto. A nulla sono valsi i tentativi di Murenu di precisare la sua posizione: il Movimento ha cancellato la lista dall’elenco ufficiale sul blog pentastellato, mentre Luigi di Maio prendeva immediatamente le distanze parlando di “posizioni medioevali”. Il leader pentastellato però ha preso anche un’altra decisione, passata sotto traccia ma molto significativa nella lettura degli equilibri del Movimento cagliaritano.

Non è stata recuperata neanche l’altra lista in corsa per le elezioni del capoluogo sardo, quella presentata dal consigliere comunale uscente Pino Calledda, che a differenza di Murenu, godeva già di un seguito piuttosto strutturato e già da tempo in corsa “non ufficiale” per la successione alla poltrona di Massimo Zedda. Eppure il meccanismo di selezione ideato dalla piattaforma Rousseau, “Open Comuni”, lo avrebbe consentito.

Da Roma il niet: M5S fuori dalla competizione per la città

Da Roma dunque si è preferito rinunciare alla competizione cagliaritana piuttosto che rimettere in pista Calledda, nonostante la dead line strettissima per la presentazione delle liste, sabato 18 maggio, non lasciasse aperta la possibilità ad altre strade. E tenuto conto del contraccolpo negativo in termini di immagine per il Movimento in sede locale, che si conferma diviso e litigioso, incapace di trovare una sintesi efficace al suo interno.

Come già accaduto in passato in Sardegna, i vertici del Movimento hanno preferito ritirare il proprio appoggio piuttosto che avvallare le spaccature in sede locale, capitalizzando invece un grande risultato di posizionamento sul piano nazionale, in funzione anti-Lega: lo smarcamento dal Congresso di Verona e la rivendicazione di un argine sui diritti “rispetto ai quali non si arretra”, ha chiarito Luigi di Maio in un’intervista su Sky. Poche ore prima in una nota ufficiale diffusa da Roma, veniva chiarita la linea pentastellata: “Chi vuole associare rivendicazioni come quelle di Verona al simbolo del Movimento si sbaglia di grosso ed è fuori dal nostro progetto”.

A nulla sono valsi i tentativi di recupero di Alessandro Murenu, candidato per un solo giorno:  “Sono state prese a caso alcune frasi e totalmente decontestualizzate”, ha detto, chiarendo di essere a favore della 194 e contro ogni forma di discriminazione. Precisazioni che non sono bastate a fermare la marea montante contro la sua candidatura, ma che per il momento hanno risparmiato al cardiochirurgo cagliaritano l’espulsione dal Movimento, che a Cagliari non riesce a trovare pace.

Dietro Murenu la spaccatura del M5S in Sardegna

Dietro la vicenda di Murenu infatti si intravvede in filigrana la spaccatura profonda dei gruppi locali ed emerge la lotta intestina che ha portato Calledda, in un primo momento favorito nella corsa per la poltrona di sindaco, a perdere l’appoggio di Manuela Corda, deputata del M5S e deus ex machina dei pentastellati cagliaritani: nel capoluogo gode di una posizione di influenza da cui decide le strategie locali del Movimento. Proprio da lei parte l’idea iniziale di far correre alle comunali Luca Caschili in funzione anti- Calledda.

Caschili, ingegnere quarantenne, è l’astro nascente del Movimento già candidato alle suplettive indette nel collegio cagliaritano per la sostituzione del dimissionario Andrea Mura. Per scongiurare la spaccatura, Caschili tenta la via della lista unitaria, ma il gruppo dei calleddiani non arretra, determinando infine il suo passo indietro. Spunta quindi la candidatura in zona Cesarini di Alessandro Murenu, tutt’altro che un outsider, ma militante di lungo corso del Movimento cagliaritano iscritto dal 2007. Nel frattempo però la fronda calleddiana cresce, e qualcuno segnala ai giornali gli improvvidi post del cardiochirurgo cagliaritano. Fino agli esiti delle ultime ore.

Paola Pintusdi Paola Pintus   
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