[L’intervista] Fontana, il candidato dell’ultimo minuto: “La frase razzista? Avevo dormito male. Ma caccerò tutti i clandestini”
Avvocato, esponente della Lega, è il candidato unitario del centrodestra per la corsa alla presidenza del Pirellone. Un profilo molto più “operativo” che “politico”. “La paura del ritorno del fascismo? Si urla che il nemico è alle porte per tentare di compattare qualcuno intorno ad un voto a sinistra che altrimenti difficilmente arriverà. Un tentativo di puerile strumentalizzazione”

Attilio Fontana, come sta andando la campagna elettorale? Cosa le chiedono gli elettori?
“Benissimo, è molto bello poter girare incontrare tanta gente ascoltare le preoccupazioni e conoscere meglio la Lombardia che è ancora più eccezionale di come io pensavo fosse. La gente mi chiede tre cose: lavoro,sicurezza, semplificazione burocratica”. Attilio Fontana, avvocato, esponente della Lega, è il candidato unitario del centro destra per la corsa alla presidenza del Pirellone. Una sorte simile a quella di Stefano Parisi la sua, catapultato all’ultimo minuto dentro una competizione già avviata a cui gli avversari di campo, come Giorgio Gori, si preparavano da tempo. Fontana però non si è scoraggiato: dalla sua aveva la lunga esperienza da amministratore sul territorio, prima come sindaco di Olona, poi come consigliere e presidente del Consiglio regionale lombardo, infine ancora come amministratore, a capo del comune di Varese dal 2006 al 2016, e come presidente di Anci Lombarda. Un profilo molto più “operativo” che “politico”il suo, cosa che gli è costata una scivolata nazionale a inizio campagna.
La competizione elettorale è caratterizzata da toni aspri, d’accordo. Ma lei si pente di aver usato quell’espressione sulla razza bianca o la conferma?
“L’ho già detto anche altre volte: mi pento anche perché non la volevo assolutamente pronunciare. Se uno dice una cosa cosciente di quel che dice ok. Ma io l’ho detta inconsapevolmente: era mattino presto, di notte avevo dormito male, mi è uscita. Mi sono scusato perché la responsabilità è solo e soltanto mia però è fuor di dubbio che è stata una cosa neppure pensata, non solo non voluta”
Il tema immigrazione è uno dei punti forti del suo programma. Lei ha detto di voler espellere 100 mila immigrati irregolari presenti in Lombardia.
“No no, io ho detto che chiederò al ministro degli Interni di procedere nel rispetto della norma che prevede il rimpatrio per i clandestini. E’ la stessa cosa che negli Stati Uniti ha fatto Obama, premio Nobel per la pace, che quando era presidente ha espulso circa 3 milioni di clandestini. Non mi sembra che questo abbia niente a che vedere con il razzismo o con l’estremismo: è semplicemente il rispetto della legge”
Si ma andando a vedere i numeri del Viminale si scopre che le espulsioni sulla carta vengono fatte. Poi però in pratica è complicato riuscire a praticarle.
“Se non si inizia non si farà mai. Il messaggio che passa adesso al di là dell’espulsione o meno è quello della totale mancanze di volontà di espellere. Quindi è chiaro che non c’è neanche il timore che uno possa essere rimpatriato. Non ignoro che ci siano delle difficoltà, ma bisogna lanciare un messaggio importante sul rispetto delle regole”
Pochi giorni fa a Roma la manifestazione contro tutti i fascismi a Milano la mobilitazione della Lega L’allarme fascismo è reale o no secondo lei?
“E’ assolutamente montato ad arte mi stupisco che questo argomento abbia ancora presa. Il fascismo è morto da tempo e non c’è nessuna condizione perché possa rinascere, soprattutto in un periodo come quello attuale. Siamo di fronte ad un tentativo di distogliere l’attenzione degli italiani dalle vere problematiche di questo paese: si urla che il nemico è alle porte per tentare di compattare qualcuno intorno ad un voto a sinistra che altrimenti difficilmente arriverà. Un tentativo di puerile strumentalizzazione”
Lei ha detto che la Lombardia è e continuerà ad essere il motore dello sviluppo economico del paese in particolar modo con la creazione di nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato. Come pensa di fare, e cosa pensa delle politiche di stimolo al lavoro che sono state messe in campo in questi anni, come il jobs Act?
“Io penso soprattutto alle politiche che sono state immaginate in Regione Lombardia,che hanno contribuito ad abbassare notevolmente i disoccupati, sia in numero assoluto che in percentuale fra i giovani. Penso alle politiche della formazione professionale, alle politiche per sostenere le Pmi, a quelle per sostenere le start up dei giovani, a quellel per sostenere l’internazionalizzazione delle pmi ..queste sono le politiche che bisognerà perseguire anche in futuro per consentire ai giovani di trovare un posto di lavoro e ai meno giovani che l’hanno perso di ritrovarlo. Attraverso la formazione di qualità passa il futuro del lavoro”.
Il suo principale competitor Giorgio Gori l’ha accusata di fuggire dal confronto. Il suo è un eccesso di sicurezza, pensa di avere già la vittoria in tasca?
“No, è una valutazione diversa. Io voglio incontrare la gente. Premetto: da qui al giorno del silenzio elettorale i confronti fatti con lui saranno sei. Penso che possa essere sufficiente, anche per evitare che la noia di chi ci ascolta possa raggiungere livelli incredibili. Oggi ho passato la giornata nelle valli bergamasche dove ho incontrato cittadini, associazioni, volontariato, operai, rappresentanti di categorie. Io avevo un handicap rispetto a Gori: io ho iniziato la campagna l’8 di gennaio mentre lui l’ha iniziata a luglio quindi io dovevo recuperare. Per questo ho deciso di impostare la mia campagna elettorale in questo modo, ascoltando e incontrando quante più persone possibile. Non c’è nessun retropensiero né paura di affrontare Gori, né un eccesso di sicurezza”
Lei ha sommato diverse esperienze da amministratore locale, ed è stato più volte sindaco. Cosa si porta dietro di questa esperienza e come pensa di applicarla poi in Regione?
“Io penso che l’esperienza più importante sia stata quella di sindaco, perché facendo quel mestiere uno impara a realazionarsi con la gente, a confrontarsi, a dialogare ed ascoltare. E poi acquisisce la concretezza ammnistrativa che penso solo un sindaco possa avere. L’esperienza passata in Regione invece credo mi dia il vantaggio di conoscere molto bene la macchina regionale.
Gori in un’intervista dice di confidare nel voto disgiunto
“Beh, lui è chiaro che deve confidare in quello. Io invece confido che i cittadini confermino il buon governo del centro-destra e diano la possibilità all’unica forza politica che crede ed ama l’autonomia di poter continuare a governare la Regione. Al di là di Gori, il problema vero è che sull’autonomia che dovremo portare a compimento nella prossima legislatura, un partito come il Pd non dà la giusta garanzia perché negli ultimi anni del loro governo hanno ucciso i comuni ed hanno tentato di eliminare le province”.
Lei e Gori però avete un problema in comune. Convincere quel 37% di lombardi indecisi ad andare a votare.
“Bisognerebbe poter parlare con più gente ancora. Credo di aver convinto quelli che ho incontrato, innanzitutto di andare a votare perché è doveroso per se stessi e per i propri figli in modo che la democrazia non venga gestita da altri, e poi votare nel modo più opportuno che secondo me in questo momento è il centro-destra”.