La fine ingloriosa dei “Costruttori”. Dovevano salvare il governo Conte ma il loro gruppo è stato sciolto
E’ toccato al vicepresidente di turno di Palazzo Madama Ignazio La Russa, alle 16,33 di un caldo martedì pomeriggio capitolino annunciare al mondo che i Responsabili 4.0 erano finiti malissimo
I “Costruttori” - quei dieci senatori che, “rubando” un’espressione tesa a progetti politici seri e non al trasformismo parlamentare firmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno, provarono a puntellare il governo Conte bis e a permettere la nascita del Conte ter - finiscono ingloriosamente la loro storia politica. Almeno come gruppo, che ebbe il suo momento di gloria addirittura con le consultazioni al Quirinale. Fra l’altro, dal Colle, i rumors fecero sapere che il Capo dello Stato non aveva particolarmente gradito che il suo messaggio alto e nobile fosse stato confuso con storie (sempre avvenute, peraltro, qui non è una questione di destra o sinistra) di cucina parlamentare basica.
E’ toccato al vicepresidente di turno di Palazzo Madama Ignazio La Russa, alle 16,33 di un caldo martedì pomeriggio capitolino annunciare al mondo che i Responsabili 4.0 erano finiti malissimo: “Comunico che a seguito del passaggio in data 29 marzo 2021 dei senatori Merlo e Cario al Gruppo Misto, viene meno il requisito di consistenza numerica previsto dall'articolo 14, comma 4, del Regolamento, per la costituzione del Gruppo parlamentare Europeisti-MAIE-Centro Democratico. Il Gruppo Europeisti-MAIE-Centro Democratico è pertanto dichiarato sciolto, ai sensi dell'articolo 14, comma 6, del Regolamento”.
Ed è la fine ingloriosissima di un progetto politico nato male e proseguito peggio, quello della prova di forza di Giuseppe Conte (all’uopo consigliato anche da editoriali giornalistici che furono il suo faro in quella fase, evidentemente faro spento) contro Matteo Renzi. Il disegno sarebbe stato quello di sostituire i diciotto senatori di Italia Viva con un gruppo di “Europeisti” che avrebbe dovuto comprendere ex pentastellati, italiani all’estero, ex del centrodestra pronti a correre fra le braccia di Conte, che li avrebbe gratificati con incarichi di governo e una nuova linea più moderata, e renziani in disaccordo con il loro leader.
Mai progetto fu più disastroso: di renziani dissidenti non ci fu traccia, dal centrodestra arrivarono solo in due azzurri, gli ex pentastellati restarono per la maggior parte nelle truppe del no a Conte e anche quelli che decisero di appoggiarlo lo fecero ma fuori da questo gruppo, tipo Ciampolillo, e quindi restò gente che già votava per il governo Conte prima della creazione del gruppo.
Addirittura, a un certo punto, non riuscivano a trovare nemmeno il decimo senatore e poi neppure il nono e vennero arruolati di fretta e furia Gianni Marilotti, uno scrittore eletto nel collegio uninominale di Cagliari con il MoVimento Cinque Stelle che nel frattempo era andato fra gli Autonomisti insieme a sudtirolesi, trentini tirolesi, valdostani, senatori a vita e Pierferdinando Casini e perfino una senatrice del Pd, Tatjana Rojc, che la prima dichiarazione che fece fu: “Entro in questo gruppo, ma resto ovviamente del Pd”. Insomma, peggio di così non potevano fare.
Le cronache raccontarono anche di una lite accesissima – poi smentita dalle protagoniste - fra due senatrici ex azzurre e neo contiane, Maria Rosaria Rossi e Alessandrina Lonardo in Mastella.
Ma, lite o no, giustamente la senatrice Lonardo si arrabbiò perché nel nome del gruppo, oltre alla parola Europeisti, su cui nessuno aveva niente da ridire, e alla parola MAIE, Movimento associativo italiani all’estero, che dava il grosso dei componenti, c’era anche il Centro Democratico di Bruno Tabacci, che pure non aveva eletto senatori. E l’elegantissima e simpaticissima signora Mastella disse: “Allora ci mettiamo anche “Noi campani”, che almeno ha un senatore, cioè me”.
Finì che Sandrina restò fuori, come pure Lello Ciampolillo, l’uomo del Var, e che vennero reclutati gli altri due, Marilotti e Rojc, che erano già saldamente in maggioranza.
E quindi gli unici due nuovi ingressi “reali” furono l’ex segretaria di Berlusconi, Maria Rosaria Rossi e un altro senatore di Forza Italia (peraltro con alle spalle una storia politica fatta di tanti cambi di partito), Andrea Causin. Insieme a loro e ai due “prestiti secchi”, c’erano due eletti all’estero, el senador e sottosegretario agli Esteri Ricardo Antonio Merlo, entrato in parlamento come leader del MAIE, il MoVimento Associativo Italiani all’estero, e Adriano Cario, eletto anche lui in Sudamerica, ma nell’USEI che è il partito contrapposto al MAIE, ma che dopo pochi mesi di Parlamento si è adeguato alla moda italiana ed è passato pure lui al partito “nemico”.
Insieme a loro, sempre dal MAIE, erano arrivati un eletto all’Estero, nella circoscrizione Europa, con Forza Italia, Raffaele Fantetti.
E poi due ex pentastellati: Maurizio Buccarella, ex presidente dei senatori nella scorsa legislatura, eletto nelle liste del MoVimento, ma espulso prima ancora che iniziasse questo mandato, per la vicenda delle vecchie rendicontazioni.
E poi i primi due fuorusciti “effettivi” dal gruppo pentastellato di questa legislatura: Saverio De Bonis, agricoltore lucano eletto nel collegio uninominale di Potenza, passato anche lui al MAIE, e Gregorio De Falco, il comandante della capitaneria diventato famoso per il “Salga a bordo, cazzo” a Schettino la notte del naufragio della Concordia all’isola del Giglio. De Falco, per qualche settimana si era iscritto alla componente di +Europa e Azione con Emma Bonino e Matteo Richetti, proconsole di Carlo Calenda in Senato, ma ha salutato la compagnia per imbarcarsi in questa avventura.
A parte Rossi e Causin erano già tutti dalla parte del governo e quindi diciamo, eufemisticamente, che non fu un grande successo questa storia, con in più la chicca del senatore azzurro Luigi Vitali che una notte andò a dormire contiano e Europeista e si risvegliò all’alba nuovamente berlusconiano. Insomma, credo che nella storia politica italiana difficilmente si è vista un’operazione politicamente riuscita così male, confusa fin dai capi.
In principio, i leader per autoinvestitura e ammirazione di Giuseppe Conte furono Merlo e Fantetti, che immaginavano “un grande contenitore come il MAIE-Italia 23”, che avrebbe dovuto fare da calamita per azzurri delusi, Udc, seguaci di Toti in Cambiamo!, centristi vari ed ex pentastellati. Ma ciascuno, tranne pochissimi, restò fedele alla propria storia e ai propri elettori.
Poi toccò a Gregorio De Falco che spiegava serioso alle telecamere, come un premio Nobel della Medicina, che avrebbe lavorato per costruire un gruppo che avrebbe dettato i tempi al governo Conte per la gestione della pandemia: sguardo profondo, voce impostata e serissima, portamento militare. Ottimi propositi e ottime idee peraltro ma, come dire?, vaste programme. Quindi, scese in campo anche Tabacci a cui venne data anche spesso udienza a Palazzo Chigi per le strategie di reclutamento dei senatori, dopo che aveva fatto da calamita anche per i deputati.
Insomma, tutto questo iniziò ufficialmente il 26 gennaio ed è terminato ufficialmente due mesi dopo, il 29 marzo, dopo che il giorno prima due senatori – i due sudamericani Merlo e Cario – avevano inviato le lettere con cui chiedevano di tornare nel gruppo Misto.
A questo punto, Maria Rosaria Rossi ha potuto ufficializzare la sua adesione alla componente di IDEA-Cambiamo con un ulteriore arrivo fra le truppe di Giovanni Toti, l’ex pentastellata Marinella Pacifico, con il gruppo che sale da tre a cinque, con i due ex ministri azzurri Gaetano Quagliariello e Paolo Romani e il tortonese Massimo Berutti.
E anche Tatjana Rojc, che non vedeva l’ora, ha potuto “tornare a casa”, come ha detto lei, nel gruppo del Partito democratico, che l’ha riaccolta a braccia aperte con la nuova presidente: Simona Flavia Malpezzi, al posto di Andrea Marcucci.
Insomma, due nel Misto per conto proprio – con l’annuncio ufficiale di Loredana De Petris, presidente del gruppo sotto il titolo “Gruppi parlamentari, denominazione di componente” (“La Presidente del Gruppo Misto ha comunicato che i senatori Cario e Merlo hanno costituito all'interno del Gruppo la componente "MAIE") - una con Toti, una nel Pd, gli altri sei nel Misto forzatamente. Ma, fidatevi, questa storia avrà altre puntate. Europeisti e Costruttori si nasce.