Riduzione della durata del green pass da 9 a 6 mesi: beffa atroce per milioni di italiani
Chi ha già prenotato la terza dose ma potrà farla solo dopo il 1 febbraio sarà un esodato, ovvero si ritroverà senza certificato nonostante non sia un no vax e voglia fare il vaccino. Il sistema delle prenotazioni è già sold out e senza misure eccezionali dell’esecutivo sarà caos
La nuova stretta decisa dal governo Draghi per contenere la quarta ondata del Covid rischia di essere un brutto colpo per milioni di cittadini. Questa volta ad essere colpiti non saranno però solamente i no vax ma anche persone già vaccinate che tuttavia resteranno spiazzate dalla riduzione della durata del certificato verde da 9 a 6 mesi. E non a caso in tanti incominciano già a parlare di esodati del green pass, ricordando i lavoratori che erano rimasti incagliati dalla drammatica riforma delle pensioni varata nel 2011 dall’allora ministro del Lavoro, Elsa Fornero.
Gli esodati del green pass saranno coloro che a partire dal prossimo 1 febbraio si ritroveranno con il certificato scaduto perché ancora in attesa di poter fare la terza dose, il booster. Secondo le prime stime potrebbero essere ben 3 milioni di cittadini.
E’ importante ricordare che fino ad un mese fa la durata del green pass era pari a 12 mesi. A fine novembre c’è stata una prima riduzione a 9 mesi, ieri il secondo step a 6 mesi. Molte prenotazioni della terza dose fatte nelle ultime settimane sono già posteriori al 1 febbraio. I margini per anticipare il vaccino non ci sono dato che il sistema delle vaccinazioni è già esaurito, ovvero non ci sono più possibilità di prenotare entro il1 febbraio secondo le modalità standard.
Per ovviare al problema dovrebbero essere organizzati molti più open day vaccinali che consentono ai cittadini di presentarsi anche senza prenotazione. Ma dal governo almeno per ora non è arrivata nessuna indicazione in questo senso.
Le conseguenze della decisione affrettata del governo potrebbero essere pesanti per milioni di lavoratori. Il green pass non serve infatti solamente per le attività ludiche e ricreative ma anche per andare al lavoro. Senza certificato non si può entrare in azienda e tante realtà sono uscite da tempo dallo smart working integrale al 100%.
La quarta ondata non è arrivata del tutto inattesa. Prima di annunciare una riduzione del green pass da 12 a 6 mesi nel giro di 1 solo mese il governo avrebbe dovuto lavorare per accelerare la somministrazione della terza dose. La sensazione però è che l’esecutivo questa volta non si sia mosso con la necessaria velocità.
E non bisogna essere degli indovini per prevedere che le nuove regole creeranno un ingorgo di richieste di vaccinazione che non potranno essere smaltite senza nuove misure eccezionali. Misure necessarie per dare una risposta ai milioni di esodati del green pass. Se il governo non è in grado di farlo allora dovrebbe concedere una deroga a quelli che hanno già prenotato e sono in attesa del booster. Sarebbe una decisione di buon senso e di rispetto per chi non si è tirato indietro di fronte ai ripetuti appelli alla responsabilità e che rimane senza terza dose non per propria volontà ma per la lentezza della macchina organizzativa.