[Il retroscena] L’erede di Salvini è una donna. Adora Putin e vuole imporre la lingua veneta nelle scuole. Ecco chi prenderà il suo posto
Il leader della Lega ha scelto l’eurodeputata Mara Bizzotto per prendere il suo posto come capogruppo all’Europarlamento. Veneta, alla seconda legislatura, sua quasi coetanea ed ex bossiana, milanista come il “capitano”, punta a far diventare il Carroccio “il primo partito alle Europee” per “fermare il patetico inciucio tra Popolari e Socialisti”. Nel 2014 il simbolo con Alberto da Giussano si era fermato al 6,2%, l’anno prossimo potrebbe triplicare voti e seggi. Ha chiesto che l’Ue riconosca quella veneta come “lingua ufficiale” perchè parlata in tre Stati dell’Unione e è schierata apertamente contro le sanzioni alla Russia “che sono stupide”. E’ la prima donna ricoprire il ruolo di capogruppo e uno dei volti nuovi della “nuova” Lega
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Tecnicamente è l’erede di Matteo Salvini, la persona, cioè, che andrà ad occupare il posto che lui ha occupato fino a due mesi fa, prima di essere proclamato senatore della Repubblica. Il segretario del Carroccio ha scelto Mara Bizzotto, eurodeputata veneta alla seconda legislatura, e quasi sua coetanea (46 anni), come nuovo capogruppo della Lega al Parlamento Europeo. Di Bassano del Grappa, vicesegretario della Liga Veneta, e tifosa milanista sfegatata proprio come “il capitano”, tra i volti emergenti del nuovo Carroccio è la donna più in vista e nella posizione più “alta”. Il primo commento, dopo i ringraziamenti di rito a Matteo Salvini per la fiducia che le è stata accordata, è tutto un programma: “In questi mesi lavoreremo con il massimo impegno per portare avanti le nostre battaglie contro questa Europa schiava delle banche e della finanza che sta massacrando il nostro Paese, le nostre imprese e i cittadini italiani”, così da mettere subito in chiaro che la linea strong e antieuropea non è in discussione. La critica nei confronti di Bruxelles non si attenua nemmeno ora che la Lega è ad un passo da Palazzo Chigi e magari, piuttosto che fare paura, avrebbe bisogno di qualche sponsor nei palazzi europe. “L’Europa dell’austerity e degli immigrati, che vuole continuare ad imporre le sue folli politiche all’Italia, va smontata e rifondata da cima a fondo”, ha scritto ancora sui profili social, appena dopo l’indicazione.
L'esordio con Bossi e la carriera politica
Già consigliere regionale in Veneto, un tempo stimatissima da Umberto Bossi, Mara Bizzotto aveva esordito giovanissima all’Europarlamento (dove siede ancora oggi Mario Borghezio) nel 2009 per essere poi rieletta nel 2014 con oltre 45.000 voti di preferenza, risultando la più votata nelle liste della Lega - in tutta Italia - subito dietro il segretario. Al suo matrimonio con l’imprenditore e consulente di comunicazione Antonio Merlo, nel 2011, a Sant’Antonio Abate di Marostica, c’erano il Senatur, ma anche Luca Zaia e Flavio Tosi. La nuova guida della Lega in Europa è considerata tra i “falchi”: la foto di lei a Strasburgo con la t-shirt “Napolitano non è il mio presidente” la spedì nelle pagine dei quotidiani nazionali, mentre sui giornali locali, grazie alle sue iniziative, c’è sempre. Ha suscitato molta attenzione, ad esempio, il tentativo, fatto poche settimane fa, di far avere da Bruxelles il riconoscimento alla “Léngua Vèneta” dello “status di lingua” dell’Unione europea, dal momento che è “parlata ed in uso in ben 3 Paesi, Italia, Croazia, Slovenia”. Con un'interrogazione scritta con l’ “Academia de la Bona Creansa” ha chiesto pure che “la lingua veneta possa diventare materia di insegnamento scolastico, di ogni ordine e grado, anche universitario”, e che “possa essere utilizzata a livello istituzionale pubblico, negli uffici di Regioni e Comuni”.
Schierata contro le sanzioni alla Russia
La capogruppo Bizzotto si è schierata duramente e ripetutamente contro le sanzioni Ue alla Russia “che vanno tolte il prima possibile” calcolando che hanno fatto perdere “la spaventosa cifra di 2 miliardi di euro di esportazioni alle sole imprese venete e 12 miliardi per tutte le imprese italiane”, e questa uscita certamente non l’avrà resa invisa a Vladimir Putin, considerato un “modello” dal segretario del suo partito. La deputata europea non ama molto i turchi nè l’ipotesi che entrino nella Ue; tantomeno gli islamici integralisti. In tandem con una senatrice nazionale ha proposto una modifica al codice penale (all’articolo 106) di modo da renderlo efficace contro i matrimoni combinati e forzati: la riformulazione prevede una pena da 6 a 15 anni di reclusione per quegli immigrati residenti in Italia che inducano le figlie “al viaggio finalizzato al matrimonio” o che si macchino di “costrizione al matrimonio di persona minorenne”. In difesa dell’agricoltura italiana, da Strasburgo, si è schierata contro le nuove norme europee sulle etichettature che avrebbero penalizzato il made in Italy consentendo il cosiddetto “italian sounding”, cioè le copie di cibi italiano prodotte all’estero.
Europarlamentare molto produttiva
Non si può dire che sia nota come un’altra (neo) leghista come Giulia Bongiorno, ma certamente non le si può rimproverare di essere poco produttiva. Per tre anni consecutivi - dal 2010 al 2013 - è risultata in testa alla classifica dei deputati italiani al Parlamento Europeo più produttivi e al settimo posto tra tutti gli attuali 765 eurodeputati di tutte le nazioni (secondo l’organismo ufficiale, www.mepranking.eu). Oggi è a metà classifica, ma comunque terza in assoluto per il numero di interrogazioni presentate (563), e risulta presente al 99% delle sedute plenarie.
E' entrata nella storia della Lega
Mara Bizzotto è la prima donna a ricoprire il ruolo di presidente di un gruppo parlamentare nella storia della Lega; non è mai successo nemmeno alla Camera o al Senato. Prima di lei aveva fatto di meglio soltanto Irene Pivetti, designata presidente della Camera dalla “prima” Lega, ma che ha poi finito per lasciare il partito. Ora, con la nomina a capodelegazione, Bizzotto entra a far parte del Bureau del gruppo Enf a Bruxelles e del Consiglio Federale della Lega a Milano, il massimo organo dirigente del movimento leghista, quello che si è riunito ancora sabato per decidere la linea in vista delle consultazioni di lunedì mattina al Quirinale. Sembra incredibile, ma per un partito che nasce come regionale, l’Europarlamento è diventata una specie di palestra per leader. Nel gruppo leghista a Strasburgo non ha costruito la sua scalata al potere nazionale il solo segretario, ma anche per esempio Lorenzo Fontana, pure lui veneto, altro volto emergente del Carroccio e consigliere fidato di “Matteo”, che dopo due “giri” in Europa è stato eletto alla Camera dei deputati diventandone subito vicepresidente.
Obiettivo: Lega primo partito
“Siamo già proiettati alle elezioni Europee del maggio 2019, con due obiettivi molto chiari: portare la Lega di Salvini ad essere il primo partito in Italia e fare in modo che il fronte identitario e sovranista, che si sta affermando in molti Paesi europei, diventi il secondo gruppo del Parlamento Europeo per numero di eletti”, dice la deputata europea neo capogruppo. Sia che la diciottesima legislatura italiana parta - e oggi si incontreranno Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni per studiare una soluzione estrema che eviti un governo del presidente -, sia che invece il Paese debba tornare alle urne all’inizio del 2019, le Europee in programma per la prossima primavera saranno un test decisivo. La Lega - che si chiamava ancora “Lega Nord” -, nel 2014, quando Matteo Renzi fece l’exploit del 40%, si era fermata al 6,2%, mentre Forza Italia era al 16,8%. I leghisti oggi puntano - ragionevolmente - a triplicare il risultato di allora e ad aumentare considerevolmente i seggi. “Saremo i protagonisti di una svolta epocale che cambierà radicalmente il volto dell’Europa e spazzerà via il patetico “inciucione” tra Popolari e Socialisti che da sempre governa la Ue”, promette. Chissà che anche qui si registri un avvicinamento tra leghisti e Cinquestelle, che sono i soli due gruppi italiani estranei a quel sistema bipolare che governa l’Europa sin dalla sua nascita.