Elly manda all’aria i progetti di Conte. Due settimane in piazza e gli ha tolto la leadership della sinistra - L'analisi

I migranti a Cutro, gli studenti a Firenze, l’assemblea della Cgil, la famiglie arcobaleno sabato a Milano: in meno di due settimane la nuova segretaria assume la leadership dell’area di centrosinistra. Lo dicono i sondaggi. Da vedere poi se è solo innamoramento o è anche amore

Elly manda all’aria i progetti di Conte. Due settimane in piazza e gli ha tolto la leadership della sinistra - L'analisi

Fratelli d’Italia domani vuole presentare alla Camera il disegno di legge che punisce con la detenzione e multe in danaro i genitori omosessuali che hanno deciso di avere un figlio. Con la maternità surrogata, secondo la versione Lgbt. “Affittando l’utero di altre donne” è il grido di battaglia del partito della Meloni. La quale, ovviamente, condivide la decisione nel metodo e nel merito.

E’ la risposta della maggioranza - in realtà molto divisa su questo punto - alla manifestazione delle famiglie arcobaleno sabato a Milano contro lo stop del prefetto alla  registrazione dei figli delle coppie gay. Diecimila persone, secondo gli organizzatori. Un leader assoluto. Anzi, una leader: la segretaria del Pd Elly Schlein. La quale a venti giorni dall’elezione e una decina di giorni dopo la proclamazione registra una intensa attività di piazza: a Cutro con i familiari della vittime del naufragio e quell’Italia generosa e solidale che non ci sa a voltarsi dall’altra parte; a Firenze contro la violenza politica, l’estremismo di destra e le censure del governo e al fianco di giovani e studenti; a Milano con le famiglie arcobaleno; a Rimini per spiegare alla Cgil e ai leader del centrosinistra: “Io vorrei chiuderci in una stanza e restarci dentro finchè non si trova il modo, cioè i temi, per costruire un’alleanza vincente”.  

Tanta passione. Manca ancora la sostanza

Ha le idee chiare la nuova segretaria del Pd. Va detto che le persone la osannano, la cercano, una sorta di Madonna pellegrina. La vedono “vincente di per se”, “parla con noi e non di noi”, concede il proprio corpo alla folla in maniera quasi un po’ salvifica.  Ora, tra un’azione di governo seria, fondata, vincente e il delirio della folla venerante, c’è di mezzo un abisso. Di questi innamoramenti negli ultimi dieci anni ne abbiano visti tanti. Tutti puntualmente consumati e ribaltati fino a diventare odio. L’errore potrebbe ripetersi se non intervengono a breve temi, argomenti e correttivi tali da dare amore, e quindi sostanza, all’attuale innamoramento. Sarà quello un passaggio molto importante. Per cui si dovrà però aspettare ancora un po’ visto che l’agenda non fissa scadenze a beve. Ma che pensa, ad esempio, Schlein della riforma fiscale approvata dal governo” Qual è la controproposta? 

Intanto un risultato Elly Schlein lo sta ottenendo: sta consumando la leadership di Giuseppe Conte che fino alla elezione della segreteria era convinto di poter essere lui il riferimento dell’area di centro sinistra, l’avvocato di Volturara Appula, il Che Guevara con la pochette.  Lui la novità, lui quello capace di aggregare, di parlare alle folle e di convincerle. Era Conte l’interlocutore con cui Landini  parlava spesso e volentieri, quasi una consulenza; Conte quello che parlava ai poveri con l’immancabile promessa del reddito di cittadinanza che Schlein ha sostituito con il più realistico salario minino. Era Conte il leader dei pacifisti in Parlamento, quelli pronti a fermare il rifornimento di armi all’Ucraina. Su questo piano Schlein ha scelto di non pronunciarsi, non ancora almeno, meno che mai in una piazza prchè non ci sono dubbi che si tratta dell’argomento più divisivo nell’area del centrosinistra. 

Ecco invece cosa ha detto di lei ieri Maurizio Landini appena riconfermato al vertice della Cgil per il secondo mandato e con ancora più voti del primo. “Con Elly ci conosciamo da parecchio tempo, c’è  un rapporto di stima reciproca di vecchia data. La sua elezione penso sia un elemento di novità per il Pd e non solo per il Pd: in un momento di crisi e lontananza dalla politica, il fatto che una donna di 37 anni venga eletta segretaria di un partito, ed è la prima volta, e ciò avvenga con un processo democratico che ha visto milioni di persone andare a votare, lo considero un elemento molto positivo. Risponde ad una domanda di cambiamento”.  

I sondaggi

Piaccia o no a Conte, Schlein ha fatto irruzione in quell’area della sinistra radicale che i 5 Stelle pensavano oramai di controllare. La prevista vittoria di Bonaccini, area progressista e meno radicale, avrebbe - secondo gli strateghi di via Campo Marzio dove ha sede il partito di Conte - rafforzato la leadership dell’ex premier. 

Nulla è andato secondo previsioni. E se Crozza racconta di un Conte disperato “perchè Elly mi leva tutti gli argomenti e io sto scomparendo dai radar”, i sondaggi oggi dovrebbero dare la conferma di una tendenza Elly ormai consolidata e inarrestabile. La rimonta era iniziata subito dopo il voto nei gazebo - tre settimane fa -, il Pd aveva ripreso la parità con i 5 stelle dopo essere andato sotto anche di 3-4 punti. Il 17 marzo il Pd torna al 19, 2, recupera due punti e stacca di quattro punti il Movimento 5 Stelle che scivola al 15%, più o meno la percentuale delle politiche. Oggi altri sondaggi dovrebbe confermare la tendenza. Con tutto quello che ne consegue.  

La controffensiva di FQ

La controffensiva è iniziata: il Fatto Quotidiano ha subito messo la Schlein nel mirino, lo ha fatto a modo suo con vignette caricaturali al limite del body shaming e argomentazioni “dica cosa fa per l’Ucraina”, “dica cosa succede a luglio per i percettori del reddito” che lasciano il tempo che trovano. Non sono vincenti e hanno anche un po’ stufato.

La tendenza Schlein dovrebbe allungarsi nell’immediato anche su alcune partite parlamentari. Manca ancora ad esempio l'intesa sulla presidenza della commissione di Vigilanza Rai “preteso” dal Movimento 5 Stelle, “unica forza di opposizione insieme al Pd che ha già avuto il Copasir”. Ma la Vigilanza è contesta anche dal Terzo Polo: Italia viva ha candidato Maria Elena Boschi. E vedremo chi darà una mano a chi.

Tra i deputati e i senatori pentastellati candidati alla presidenza si è fatto il nome di Riccardo Ricciardi, molto vicino a Conte.  Candidatura che vedrebbe qualche mal di pancia nella maggioranza. In alternativa, nei giorni scorsi, è spuntata l'ipotesi della senatrice Barbara Floridia. Si è parlato anche di un ripescaggio di Chiara Appendino, che andrebbe a sostituire un componente appena eletto. La candidatura di Boschi apre un braccio di ferro dall'esito difficile da prevedere. A complicare la faccenda, è la riconferma di Blangiardo al vertice dell'Istat. La maggioranza, infatti, non ha i numeri nelle commissioni Affari costituzionali e ha bisogno di scendere a patti per rieleggerlo. Non bastano neppure i voti del Terzo Polo.