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"L'Egitto non è un Paese sicuro": non convalidato il fermo di un migrante. Salvini: "Giudici comunisti che non applicano le leggi"

Dopo il Tribunale di Bologna, quello di Catania respinge il provvedimento del Questore di Catania. Anche il Tribunale di Roma rinvia il decreto alla Corte Ue. Il vicepremier non la prende bene

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Il ritorno a Bari dall'Albania dei migranti (Ansa)
Il ritorno a Bari dall'Albania dei migranti (Ansa)

"In Egitto ci sono troppe violazioni dei diritti umani e per questo non è un Paese sicuro". A dirlo è un pronunciamento del giudice di Catania che non convalida il fermo di una persona migrante arrivata in Italia dallo Stato giudato da Abdel Fattah al-Sisi. Una decisione sufficiente per innescare la polemica, anche perché è la prima dopo l'emanazione del decreto con l'elenco dei Paesi considerati "sicuri". Nei giorni scorsi è stato invece il Tribunale di Bologna - su ricorso di un migrante arrivato dal Bangladesh - a rinviare il decreto "Paesi sicuri", voluto con forza dalla premier Giorgia Meloni, alla Corte di Giustizia Ue.  

Ma una lista di 'paesi sicuri' "non esime il giudice all'obbligo di una verifica della compatibilità" di tale "designazione con il diritto dell'Unione europea", dice il giudice per l'immigrazione di Catania, e "in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani" che "investono le libertà di un ordinamento democratico". Nel provvedimento insomma non viene convalidato il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di un ragazzo arrivato dall'Egitto, che a Pozzallo ha chiesto lo status di rifugiato. "E' la prima pronuncia di questo tipo dopo il decreto legge sui paesi sicuri", commenta la legale del migrante, l'avvocata Rosa Emanuela Lo Faro.

Nel provvedimento il giudice dichiara "irrilevante la questione di legittimità costituzionale sollevata dal richiedente protezione". La decisione è del presidente della sezione Immigrazione del Tribunale di Catania, Massimo Escher, che sottolinea la necessità, nel valutare il trattenimento, di esaminare la qualifica data all'Egitto, con il decreto legge del 23 ottobre 2024, che lo include "in una lista che non prevede alcuna eccezione, né per aree territoriali né per caratteristiche personali". Per il Tribunale questa "qualificazione non esime il giudice dall'obbligo di verifica della compatibilità della designazione con il diritto dell'Unione europea, obbligo affermato in modo chiaro e senza riserve dalla Corte di giustizia europea nella sentenza della Gran Camera del 4 ottobre 2024". E l'Egitto, secondo il giudice, non è un Paese che abbia questi requisiti.

"In Egitto gravi violazioni dei diritti umani"

"In Egitto - scrive il presidente Escher - esistono gravi violazioni di diritti umani che, in contrasto con il diritto europeo citato, persistono in maniera generale e costante e investono non soltanto ampie e indefinite categorie di persone (come dimostra l'inserimento tra le eccezioni della categoria dei 'difensori dei diritti umani', che individua l'esistenza di violazioni dei diritti di soggetti che agiscono per la stessa tutela dei diritti dell'uomo) ma anche il nucleo delle libertà fondamentali che connotano un ordinamento democratico e che dovrebbero costituire la cornice di riferimento in sui ci inserisce la nozione di Paese sicuro secondo la direttiva europea".

"Il presidente Escher - osserva l'avvocata Lo Faro - spiega che il decreto non va applicato perché l'Egitto non è un paese sicuro per svariati motivi derivanti dalle schede per la determinazione del ministero degli Esteri, e, ancora una volta, afferma che in Italia il diritto di asilo è previsto dall'articolo 10 della Costituzione e nessuna legge ordinaria lo può scalfire".

Salvini non la prende bene

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini non sembra aver apprezzato la decisione del giudice di Catania, almeno stando alla lettura della nota diffusa nel pomeriggio. "Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l’Italia. Ma noi non ci arrendiamo!".

La giudice del Tribunale di Roma rinvia il decreto alla Corte Ue

Poi arriva l'altra decisione giudiziaria che riguarda uno dei primi dodici naufraghi trasferiti in Albania. La presidente della sezione immigrazione del tribunale di Roma, Luciana Sangiovanni, accoglie il ricorso e sospende il diniego della commissione territoriale che ha negato l’asilo al giovane e rinvia alla Corte di giustizia europea il nuovo decreto “Paesi sicuri”, sollecitando una risposta urgente. Con questo provvedimento, la magistrata rinvia alla Corte di giustizia europea il nuovo decreto sui Paesi sicuri, sollecitando una risposta urgente e citando il recente "intervento del governo italiano".

Secondo quanto scrive Sangiovanni nel provvedimento, "non sfuggirà alla Corte la grave crisi istituzionale provocata in Italia dalle prime decisioni dei tribunali di non convalidare provvedimenti di trattenimento nelle procedure di frontiera". Inoltre diversi tribunali hanno rilevato "gli aspetti critici di tale 'esperimento' (il riferimento è alle nuove procedure di frontiera italiane, non solo in Albania - ndr) e ne hanno minato l'operatività". Le sentenze "sono state fortemente criticate dal governo tanto da suggerire l'adozione del decreto legge 158/2024, il cui contenuto innovativo è però anch'esso oggetto di quesiti pregiudiziali". Nelle scorse settimane la stessa sezione immigrazione del tribunale di Roma non aveva convalidato il trattenimento dei dodici migranti nel centro italiano in Albania di permanenza per il rimpatrio: ordinanze a cui era seguito nei giorni successivi il decreto legge varato dal governo.

Il governo tira dritto: nuovi migranti in Albania

Ma il governo non sembra volersi fermare davanti alle decisioni dei tribunali e va dritto per la sua strada. Da una parte Giorgia Meloni, che rispondendo a un giornalista che gli chiede se la questione migranti in Albania sia un flop dice "Ancora? Avete la fissazione", dall'altra un nuovo tentativo di portare i migranti nei nuovi centri di accoglienza italiani: alcuni giovani sono stati presi a bordo dalla nave Libra della Marina Militare a sud di Lampedusa, a quanto si apprende. Dopo lo screening a bordo saranno portati nella struttura a Noed di Tirana.

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