La domenica bestiale dei deputati in aula e il girarrosto del voto sulla riforma Cartabia
Deputati sotto pressione per le tappe forzate sulla legge sulla Giustizia. Ma qui la storia è un’altra, le valutazioni politiche sulla giornata e sul suo significato non sono il cuore di questo racconto
Cantava Bobby Solo, in una di quelle canzoni che occupa regolarmente i nostri neuroni: “Domenica d′agosto, che caldo fa/La spiaggia è un girarrosto, non servirà/Bere una bibita/Se in fondo all'anima/Sogno l′oceano, splash!”. Ecco, magari non la spiaggia, ma Montecitorio ieri è stato un vero e proprio girarrosto per i deputati convocati appositamente per quello che l’ordine del giorno ufficiale definiva: “Discussione del disegno di legge (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità preannunciata in Conferenza dei Presidenti di gruppo): Delega al Governo per l'efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari”.
Cartabia e questione di fiducia
Insomma, detta in due parole è la famosa “Riforma Cartabia” di cui si parla da settimane e su cui Mario Draghi ha preannunciato preventivamente la questione di fiducia, prevista infatti per il giorno successivo. Ma qui la storia è un’altra, le valutazioni politiche sulla giornata e sul suo significato non sono il cuore di questo racconto.
Questo è il racconto di una domenica d’agosto alla Camera dei deputati invece che in spiaggia, ma in cui le dinamiche sono più o meno le stesse che si vivono in spiaggia, dove i gavettoni sono quelli dialettici e i bagni quelli nel regolamento, con il presidente Roberto Fico nei panni del bagnino del salvataggio, con il fischietto a smorzare le intemperanze dei bimbi-deputati a bordo vasca.
E anche la convocazione alle 14, orario generalmente post-prandiale destinato alla pennica, fa capire che siamo di fronte a una giornata stra-ordinaria, se non altro nel senso letterale della parola di “fuori dall’ordinario”. E’ tutto molto italiano, anche nelle cose belle nelle quali tutti si sono ritrovati senza distinzione di colore, se non nel tricolore, senza nemmeno più le assurde polemiche di un mese fa quando c’era chi spiegava che non bisognava tifare Italia agli Europei per evitare che Draghi potesse prendersi i meriti di un’eventuale (e poi realizzata, gioiosamente realizzata) vittoria.
Stavolta, non c’è nemmeno questo, ma solo la bellezza di uno splendido doppio trionfo che si porta dietro anche due storie che sono state di sofferenza, di cadute, di sacrifici e di riscatto.
E quando Filippo Sensi, che è il più social fra i deputati del Pd, annuncia la notizia a tutti i colleghi che in quel momento ancora non la sanno, l’intera aula di Montecitorio, da sinistra a destra, scatta in un applauso interminabile.
Roberto Bagnasco, deputato di Forza Italia scrive a un caro amico: “Ho avuto l’onore di vivere questi 10 minuti indimenticabili a Montecitorio che si è trasformata in una Arena senza distinzione di colori. Mi sono commosso e non me ne vergogno”. E il racconto di Bagnasco è il racconto di tutta l’aula.
E ci sono anche un paio di siparietti che finiscono dritti nel resoconto di Montecitorio. A un certo punto, sta parlando – su questioni squisitamente procedurali, che sono il suo pane quotidiano - l’azzurro Simone Baldelli. In aula c’è brusio e il presidente Roberto Fico sbotta: “Colleghi, colleghi, per favore!”. Baldelli, che non sa cosa sta succedendo nel frattempo a Tokyo, ci rimane male: “Se non interessa, però, insomma…”. E ancora Fico, in un duetto esilarante: “Colleghi, colleghi, colleghi!”. E Baldelli, che di solito è simpaticissimo, sempre più mogio: “Non è un comportamento!”. Su, su di nuovo con Fico: ”Colleghi, colleghi, per favore! Un po' di silenzio, altrimenti non continuiamo. Colleghi, colleghi…”
E i resocontisti dell’aula, finalmente, sciolgono l’enigma di tanto fermento, annotando: “Prolungati applausi alla notizia della vittoria alle Olimpiadi di Tokyo della medaglia d'oro da parte di Marcell Jacobs”. A questo punto, finalmente, Fico può dare la parola: “Riprendiamo dal deputato Baldelli. Prego”. E Baldelli si rassegna: “Grazie, Presidente. Ovviamente, si capiva che l'applauso non era per le mie parole ma per una bellissima notizia, per cui è giusto che l'Assemblea la festeggi”.
Ma la festa italiana è solo l’ennesimo tassello di un pomeriggio (e serata, si finisce alle 22,25) molto italiani, caratterizzati dall’ostruzionismo che comincia già al momento della lettura del verbale della seduta precedente, che il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida ritiene sia avvenuto a voce troppo bassa da parte della sua collega segretaria d’aula: “Io la ringrazio, però, sul verbale del 20 luglio, io le segnalo, Presidente, che, nella confusione complessiva - io ringrazio la collega della lettura puntuale ed attenta con voce, però, giustamente, anche bassa dovuta, immagino, alla stanchezza del lavoro di questi giorni -, è difficile comprendere se il pensiero dei colleghi è stato espresso correttamente, se la lettura viene fatta con questa modalità, in questo clima di confusione”.
E poi non manca nulla: dagli interventi dei gruppi d’opposizione – segnatamente Fratelli d’Italia, L’Alternativa c’è e i pentastellati del gruppo Misto – che chiedono a raffica la parola sull’ordine dei lavori, per richiami al regolamento e per motivi vari ed eventuali, all’occupazione dei banchi del governo da parte dei deputati de L’Alternativa c’è, con Fico che prova a far sloggiare con le buone i suoi ex compagni di gruppo prima di doversi rivolgere ai commessi, anche contro la sua volontà per evitare contatti ravvicinati.
Come sempre accade quando c’è di mezzo l’ostruzionismo, non mancano episodi divertenti, come quando Andrea Colletti, uno dei più attivi ex pentastellati de L’Alternativa c’è, alza la mano con in mano il regolamento di Montecitorio e firma un duetto con Fico sul fatto che i regolamenti non si possono alzare da soli. E ancora, in mezzo a centinaia di interventi e in una votazione sulle pregiudiziali contrappuntata da quaranta assenti pentastellati e dalla tradizionale richiesta di fiducia da parte del ministro per i Rapporti col Parlamento Federico d’Incà, resta da raccontare la continuazione del derby che vi abbiamo raccontato ieri fra MoVimento e L’Alternativa c’è, con i secondi che provocano i primi a votare contro la riforma Cartabia.
C’è di più. C’è il fatto che, nemmeno nella domenica d’agosto alla Camera, mancano i cambi di gruppo.
Scandisce infatti Fico: “Comunico che, con lettere pervenute in data 1° agosto 2021, i deputati Rossella Muroni, Andrea Cecconi, Alessandro Fusacchia, Lorenzo Fioramonti e Antonio Lombardo, già iscritti al gruppo parlamentare Misto, hanno chiesto di aderire alla componente politica “MAIE-PSI” del gruppo parlamentare Misto.Il rappresentante di tale componente, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta. Comunico inoltre che il vicepresidente del gruppo parlamentare Misto, in rappresentanza della componente politica “MAIE-PSI”, con lettera pervenuta in data 1° agosto 2021, ha reso noto che la nuova denominazione della componente è “MAIE-PSI-Facciamoeco””.
Insomma, dopo la partenza con “Domenica d’agosto”, magari passando per le domeniche annoiate di “Azzurro”, la conclusione della domenica a Montecitorio è semplicemente “Che domenica bestiale”.