La carica dei dissidenti senza tessera, 200 firme chiedono le dimissioni del coordinatore della Lega in Calabria
La questione non è di poco conto sotto il profilo politico e, ancor di più, sotto il profilo elettorale, dato che le Europee incombono
Li chiamano “dissidenti senza tessera”. In maniera dispregiativa, ovviamente. Ma la questione non è di poco conto sotto il profilo politico e, ancor di più, sotto il profilo elettorale, dato che le Europee incombono. Sono in tutto 200 i leghisti reggini, firmatari di una missiva in cui chiedono le dimissioni del coordinatore regionale, Domenico Furgiuele, unico deputato della Lega in Calabria. I motivi? Scarsa trasparenza, ma anche incapacità di tracciare un percorso politico da parte dei vertici, non solo Furgiuele, ma anche il commissario provinciale e cittadino di Reggio Calabria, Michele Gullace. Gli stessi vertici che provano a minimizzare: “La Lega non è, e non sarà mai, un taxi per aspiranti generali senza esercito” replica Furgiuele.
La difesa della Lega, infatti, punta soprattutto sul fatto che nessuno dei duecento firmatari, sarebbe iscritto al partito, nemmeno con la procedura online recentemente istituita: “Appare alquanto curioso, se non del tutto buffo, che un non tesserato alla Lega pretenda la rimozione della dirigenza calabrese dello stesso partito”. Ma già il fatto stesso di aver sentito l’esigenza di una replica, tradisce il nervosismo negli ambienti leghisti e, soprattutto, la pericolosità della situazione, sotto il profilo elettorale. I 200, infatti, sarebbero tutti potenziali elementi che, nella contesa elettorale, dovrebbero portare l’acqua al mulino del partito calabrese di Matteo Salvini, passato dallo 0,25% al 13% nelle elezioni del 4 marzo 2018.
A capo della fronda, infatti, vi sono i fratelli Franco e Nuccio Recupero, editori televisivi e radiofonici, per anni al seguito dell’allora governatore Giuseppe Scopelliti (oggi detenuto) e tra i primi a credere nel progetto, creando a Reggio Calabria il gruppo “Noi con Salvini”, quando ancora la Lega in Calabria era da venire e, soprattutto, quando ancora erano molto lontani i tempi dell’ascesa del leader del Carroccio, fino alla poltrona di vicepremier e ministro degli Interni.
Ma stando così le cose, il bacino di voti dei 200 potrebbe emigrare altrove.
“Non abbiamo niente contro Furgiuele, ma lui non sta sostenendo la Lega della Calabria, che non ha fatto crescere, o che perlomeno non ha fatto crescere con le persone giuste, né tantomeno i cittadini calabresi... Se ogni volta che c'è un evento, poi dobbiamo ritrovarci titoloni di persone vicine al coordinatore che sono pregiudicate e hanno gravi problemi con la Giustizia, crediamo questo sia un problema ormai insostenibile”. L’accusa dei Recupero non è di poco conto, soprattutto se si pensa che, almeno a parole, il leader Salvini ha più volte tuonato contro la ‘ndrangheta e contro le mafie in generale.
Come arma d’attacco e come scudo di difesa, la fronda dei Recupero usa la trasmissione Report, che alla fine del 2018, puntò l’attenzione sui punti oscuri e sulla “questione morale” della Lega in Calabria. Bersaglio principale (ma non unico) della trasmissione fu proprio Furgiuele, genero dell’imprenditore Salvatore Mazzei coinvolto in un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro per legami con la ‘ndrangheta di Lamezia Terme e destinatario di un provvedimento di confisca beni per circa 200 milioni di euro: “Per noi è una battaglia più che di legalità, di trasparenza. Già dal servizio di Report del 10 dicembre scorso tanti bravi calabresi si sono lamentati della situazione della Lega in Calabria. La situazione è anche peggiorata” dice Recupero.
Dalla loro, i “dissidenti senza tessera” avrebbero incassato il sostegno del vicepresidente della Commissione Antimafia della Regione Lombardia, Alex Galizzi, probabilmente non un caso che si punti su una figura istituzionale impegnata su tale fronte: “Crediamo che se Galizzi fosse con noi per guidarci e organizzarci per uscire dal pantano in cui si trova la Calabria, potremmo in poco tempo creare le basi di un futuro politico leghista più forte e lungimirante, distruggendo quelle logiche perverse che hanno messo in ginocchio l'intera regione” dice Recupero.
La situazione rischia di creare solo danni d’immagine al partito. Perché al momento appare difficile che i “dissidenti senza tessera” possano ottenere qualcosa con la propria battaglia. Furgiuele, sembrerebbe godere del pieno appoggio da parte dei vertici nazionali e non perde occasione per sottolinearlo: “La Lega è una e soltanto una, il resto è una cordatella che forse vorrebbe impossessarsi, con le armi della delegittimazione e del fango, del movimento” dice il deputato, sottolineando più volte che la non iscrizione al partito dei dissidenti. “Non importa – dice Franco Recupero – la Lega devi averla nel cuore…”.