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Dalla Diga di Genova la nuova strategia del Salvini "di governo"

Abbandonati i toni eccesivi, il leader della Lega sta assumendo un atteggiamento molto più “da statista”

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
Dalla Diga di Genova la nuova strategia del Salvini 'di governo'
La nuova diga di Genova (Ansa)

E’ un nuovo Matteo Salvini quello che stiamo vedendo in questi mesi, che ha abbandonato i toni eccessivi e si pone con un atteggiamento molto più “da statista”. Lontano dalla linea del No (che si trattasse di vaccini, mascherine o euro) dei Borghi e dei Bagnai e molto più vicino al Nord produttivo, che poi è il vero zoccolo duro della Lega.

Il partito che fa riferimento al ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti e soprattutto il partito dei governatori leghisti del Nord, guidato da Attilio Fontana, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga che, con il suo straordinario risultato in Friuli-Venezia Giulia, ha di fatto invertito la tendenza che sembrava vedere Fratelli d’Italia destinata a superare la Lega anche al Nord e anche nei suoi territori storici. E invece in Friuli la somma dei voti della Lega e quella della lista del governatore è il doppio di quella del partito di Giorgia, che pure è sempre stato storicamente forte a Trieste.

Insomma, è un Salvini “di governo” quello che sta riconquistando spazi e voti nell’elettorato tradizionale della Lega, meno slogan e più fatti: E tanta di questa storia passa da Genova e dalla Liguria dove il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha due dei suoi più stretti collaboratori e fedelissimi, il viceministro del suo dicastero Edoardo Rixi (e già il fatto che ministro e vice del MIT siano entrambi leghisti la dice lunga sulla fiducia e sull’amicizia che li lega, anche con la minuscola) e il capodelegazione del Carroccio a Strasburgo e Bruxelles Marco Campomenosi.

E il centro del lavoro del Salvini “di governo” sono le grandi opere, a partire dalla nuova Diga Foranea per cui è andato a Genova alla cerimonia della prima pietra (in realtà il primo getto di ghiaia) che sarà l’opera principale del PNRR in Italia e a cui ha partecipato addirittura Gianluigi Aponte, il patron di MSC, che è il primo armatore al mondo.

Se Aponte nel gergo del settore è “il Comandante”, Salvini per i leghisti è “Il Capitano” che rispolvera un suo classico genere letterario, gli elenchi, che avrebbero fatto la gioia di Umberto Eco con la sua “Vertigine della lista”.

E la lista delle opere salviniane è davvero notevolissima: a partire dalla Diga genovese, il Terzo Valico, la Gronda di Genova, il Tunnel del Brennero…. “Ma tranquilli, ora vi elenco anche quelle del Centro e del Sud, altrimenti mi dicono che rifaccio la Lega di una volta…”.

E allora ovviamente il Ponte sullo Stretto, che è la prima delle grandi opere proposte dal governo – e il numero uno di Webuild Pietro Salini, capofila anche dei lavori per la Diga genovese annuisce – “ e che se non facessimo renderebbe vani i grandissimi investimenti che stiamo facendo sull’Alta Velocità in Sicilia, perché poi perderemmo il tempo che abbiamo guadagnato una volta arrivati a Messina”, “l’autostrada tirrenica E78, l’Alta Velocità che ci permetterà di andare da Napoli a Bari in due ore e da Roma a Bari in tre ore….”.

Il leader della Lega e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture rievoca anche l’endiadi “maggioranza silenziosa”, auspicando la nascita di “una maggioranza silenziosa dei sì alle grandi opere che si faccia sentire” e che potrà essere davvero la base della nuova Lega di governo.

Ovviamente, il posto in cui tutto questo viene lanciato non è casuale ed è la Sala delle Compere di Palazzo San Giorgio, nelle cui segrete Marco Polo ha dettato “Il Milione” a Rustichello da Pisa e che oggi ospita la sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, cioè i porti di Genova Sampierdarena, Prà, Savona e Vado Ligure (“Ports of Genoa” per la comunità dello shipping internazionale).

Perché la squadra che sale sul palco in attesa di schiacciare il pulsante rosso che dà il via alla prima gettata di ghiaia per l’opera simbolo del PNRR in Italia è la stessa del Ponte San Giorgio e della rinascita italiana dopo il Morandi: il sindaco di Genova Marco Bucci, il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, il presidente del Porto di Genova Paolo Emilio Signorini, il viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Edoardo Rixi e il numero uno di Webuild e del consorzio con Fincantieri Infrastructure Opere Marittime, Fincosit e Sidra, Pietro Salini. Persino il nome del consorzio dei costruttori ricorda quello del Ponte di Genova: allora Webuild e Fincantieri Infrastructures si chiamavano “Per Genova”, oggi si chiamano “Per Genova Breakwater” con un richiamo addirittura grafico di continuità.     

E la continuità è anche quella dei discorsi di Matteo Salvini. Le parole del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture sulla Lega vanno lette in una sorta di “combinato disposto” con la risposta dello stesso Salvini a un recentissimo question time a Montecitorio sullo stato di avanzamento del Terzo Valico: “Con la realizzazione di tutti questi lavori, il tempo di percorrenza tra Milano Centrale e Genova Piazza Principe si ridurrà a meno di un'ora e - com'è uso dire oggi - è tanta roba. Se a questo aggiungiamo i lavori per la nuova diga di Genova, il mio impegno a che la Gronda non rimanga solo su carta, ma venga realizzata, il terzo valico, il polo logistico di Alessandria, il waterfront di Genova, io penso che Genova sarà una delle città, non solo italiane, ma europee, che, nei prossimi anni, avrà un maggiore sviluppo e una maggiore valorizzazione e modernizzazione. Lo merita, perché è una città veramente straordinaria”.

Tutto si tiene. Pietro Salini ricorda “l’afflato che fece grande l’Italia negli anni Cinquanta e Sessanta, che è lo stesso che ci ha permesso di costruire il Ponte San Giorgio e che ci permetterà di finire i lavori della prima parte della Diga entro il 2026, ripetendo quel miracolo, che è lo stesso avvenuto anche grazie ai cittadini che ci portavano cornetti e cappuccini ogni mattina” ed è una storia che ho avuto la fortuna di raccontare personalmente in uno spettacolo teatrale “I Mille del Ponte”, con Mario Incudine, dove abbiamo reso onore proprio a questo, alla voglia di rinascere, che non ha colore, che è stata quella di Giuseppe Conte in entrambe le sue maggioranze, come di Mario Draghi e che ora torna nel governo attuale. 

Salvini dice “grazie all’Italia del sì” e racconta: “Stamattina, venendo qui, guardavo i Navigli e pensavo che se Leonardo, nel Quattrocento avesse dovuto avere a che fare con quelli che chiedevano l’analisi costi-benefici, con quelli che si preoccupavano per la sorte dei pesci e con quelli che dicevano che non si sarebbe potuto fare, come avviene qui, perché non c’è esempio simile al mondo, non avremmo avuto i capolavori di Leonardo”.

In sala c’è Paola De Micheli, che l’ha preceduto al ministero dei Trasporti nel governo giallorosso, il Conte bis, e Salvini le rende onore: “Cara Paola questo è un lavoro comune”. Salvini rivendica qualcosa “che porterà l’Italia nuovamente al primo posto in Europa, perché abbiamo i migliori ingegneri al mondo, perché dobbiamo tornare ad essere il Paese di Raffaello, degli eroi, del Risorgimento, dove si osa, dove si crea…”.

E solo il “Viva la Diga!” finale, che sembra fatto apposta per i meme ci regala un tocco di Capitano vecchia maniera.

Ma da Genova, in questa giornata, nasce la nuova Lega.

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
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