[Il commento] L’assalto di Di Maio all’aereo “mostro” voluto da Renzi: “Voleva pure la camera da letto”. Lo sfregio al potere caduto
Il video in diretta dei due ministri del Governo Di Maio e Toninelli con l’irruzione sopra l’Air Force è come la presa della Bastiglia, la fine di un’epoca, come le monetine su Craxi all’uscita dell’Hotel Raphael, il tramonto di un potere, il cambio della guardia che sembra ormai definitivo. “Simbolo di spreco e arroganza. Renzi aveva stanziato ulteriori fondi per farci una camera da letto con la jacuzzi”. La replica dell’ex segretario del Pd: “Quello non è il mio aereo, non l’ho mai usato. È una bufala. Fu preso dal mio governo per portare le aziende italiane nel mondo”
«Dopo bye bye vitalizi, bye bye Air Force Renzi», sorride Luigi Di Maio alle telecamere, in piedi dentro a questo immenso aereo che si staglia nella sua immobilità come un monumento del passato, con 300 posti a sedere e corridoi infiniti che si allungano davanti a noi fino a perdersi allo sguardo. C’è qualcosa di simbolico in queste immagini, con lo staff dei Cinque Stelle schierato gongolante attorno a Di Maio e Danilo Toninelli, nelle loro parole e nella loro sorpresa, c’è il rumore che fa la Storia quando volta pagina, un rumore dolente che non si cura della Verità o della Libertà, perchè tutto travolge nel suo passare con la forza della natura. La presa dell’Air Force è come la presa della Bastiglia, la fine di un’epoca, come le monetine su Craxi all’uscita dell’Hotel Raphael, il tramonto di un potere, il cambio della guardia che sembra ormai definitivo, come, con le dovute differenze, le cupole d’oro e le lussuose piscine nella villa di campagna di Gheddafi mostrate ai giornalisti, la colonna di marmo e l’enorme scalinata che portava alla grandissima sala benessere nella residenza estiva di Saddam Hussein, scoperte dai marine americani in missione. Lo sfregio al potere caduto.
Il feticcio dei "vecchi tempi"
«Questa è la rappresentazione della vecchia politica e degli sprechi della vecchia politica», spiega Toninelli. «Avevano secretato i documenti. Io sono riuscito ad averli e io ho mandato una lettera all’Alitalia che si sta attivando per annullare questo contratto, che sarebbe costato ai contribuenti 150 milioni di euro. Potremo così risparmiarne 108». Di Maio gira gli occhi intorno e sorride ancora: «Questo è il famoso Air Force di Renzi, l’aereo che abbiamo combattuto quando eravamo all’opposizione. Ma quello che fa incazzare è che questo aereo è mai stato utilizzato. Perché Renzi voleva farci una camera da letto con la doccia. Questo è l’esempio dell’arroganza del potere, che ha portato a comprare un aereo da 300 posti e 150 milioni di euro. Guardate quanto è lungo, questo non è un edificio, è un aereo. Non stava a Ciampino dove stanno tutti gli aerei di Stato perché era troppo grosso, e hanno dovuto noleggiare un hangar per tenerlo, un’altra spesa in più, perchè era talmente grande l’ego di Renzi che bisognava tenerlo da qualche parte.
"Tutto si può fare se lo si vuole"
Noi risparmieremo 108 milioni di euro. 108 sono pochi, anche i 50 dei vitalizi sono pochi, e saranno pure pochi il miliardo di euro delle pensioni d’oro. Ma tutti questi soldi insieme noi li utlizzeremo per voi. Questa non è solo questione di soldi. Qui c’è tutta l’arroganza del potere che voi avete mandato a casa. Noi facciamo quello che ci avete chiesto di fare. E non credete mai quando vi dicono che certe cose non si possono fare. Tutto si può fare se lo si vuole». Vero, falso? Renzi risponde su facebook: «L’aereo di Renzi è una bufala. E quando rilanciano quella bufala lì, significa che sono messi male, che sono disperati. Quell’aereo non era per me: era l’aereo per le missioni internazionali delle imprese. Era un mezzo a servizio delle nostre politiche di rilancio dell’export. Non è un caso se io non ci ho mai messo piede: usavo lo stesso aereo che usavano tutti i premier, tutti, quelli prima di me e quelli dopo di me. Hanno bisogno di bufale per andare avanti. Ma la verità prima o poi viene fuori. E il tempo è galantuomo».
Tutto e il contrario di tutto
Sono dichiarazioni così lontane fra di loro, così opposte, che di sicuro una delle due è sicuramente una bufala. Noi non siamo in grado di dire con certezza quale. Ma al di là di questo, resta l’immagine fortemente simbolica di questo aereo gigante chiuso nell’hangar come il monumento di un tempo che non esiste più, mostrato ai giornalisti come la rappresentazione di quell’epoca. E dentro gli sguardi, dentro le parole che rievocano con ossessione sprechi ed errori, perchè, sottolinea Toninelli, «questo oltretutto è stato l’emblema del più grande flop industriale di Airbus, visto che aerei così sono otto anni che non se ne fanno più», e davanti a questo «mostro del cielo», come lo chiama Paola Taverna, quello che rimane è l’eco di una battaglia finita, il sentimento di una rivincita senza pietà, la memoria di un clangore spento che ha lasciato al suolo i suoi corpi senza futuro.
L'aereo "mostro" abbattuto da opporre ai barconi dei migranti
Anche il capo del governo Giuseppe Conte l’ha bocciato come «una operazione del tutto svantaggiosa, sia dal punto di vista dell’impatto economico che dell’utilità pratica. A questa presidenza un aereo così grande e costoso non serve. E’ uno spreco e un capriccio a cui rinunciamo volentieri. Meno spreco di denaro pubblico e meno spese inutili». Lui non è venuto a trionfare sulla sua carcassa. Eppure, ancora più dei porti chiusi, di tutte le uscite di Salvini contro gli immigrati, e persino più dei vitalizi, è proprio questo gigantesco Air Force, abbandonato nell’hangar e presentato ai giornalisti come il cimelio del nemico sconfitto, a immortalare nella sua fotografia il governo del cambiamento.