"Primarie per la scelta del Premier entro l'estate": Di Maio (M5S) si prepara per palazzo Chigi
Lui non conferma e non smentisce, dice che la scelta passerà attraverso la rete col voto degli iscritti alla piattaforma Rousseau. Intanto si moltiplicano interviste e ospitate in tv, e lui parla già da leader in pectore
I maggiori talk politici se lo contendono, riservandogli interi blocchi di trasmissione, proprio come si fa con le alte cariche dello Stato; i giornali "blasonati" gli dedicano lunghe interviste, in primissimo piano: lui mai come ora sceglie con cura dove apparire, e cosa dire. Impeccabile, rassicurante, perfettamente calato nel suo ruolo istituzionale. E' da almeno un anno che Luigi di Maio sta studiando per diventare il prossimo inquilino di palazzo Chigi, ed ormai non lo nasconde più. Come ieri, nell'intervista su Repubblica, in cui per la prima volta non smentisce di essere il candidato del M5S alla presidenza del Consiglio. A domanda diretta risponde: "Lo decideranno gli iscritti con il voto on line su Russeau". Ma come si è visto con le ultime consultazioni per il Sì al sistema tedesco, quando la linea viene tracciata dall'alto il popolo grillino risponde compatto e granitico nè più nè meno di quanto non accade alle primarie PD: una storia già scritta insomma, con pochi spazi per i colpi di scena.
Ed infatti per tutta l'intervista Di Maio risponde coi toni di un candidato in pectore: spiega le motivazioni dell'accordo sulla legge elettorale, traccia la road map del Movimento verso le elezioni, parla delle liste e della futura squadra di governo, non parla di alleanze ma non esclude "convergenze" su chi vorrà condividere il programma del M5S. Ostenta sicurezza: se si andrà a votare in autunno, loro si faranno trovare pronti in estate.
Così come sono stati pronti a dialogare su un tavolo concreto e alla luce del sole per la legge elettorale, smentendo chi vorrebbe il Movimento sempre arroccato sull'Aventino pregiudiziale della lotta al sistema: "Abbiamo sempre detto di essere pronti a votare leggi buone nel merito. Finora ci hanno sempre proposto leggi che hanno danneggiato il Pase. Sulla legge elettorale abbiamo risposto alla richiesta del capo dello Stato con profondo senso di responsabilità. Ci siamo confrontati nelle sedi istituzionali e alla luce del sole, senza inciuci sottobanco, su un modello su cui abbiamo chiamato a esprimersi i nostri iscritti. Solo dopo il loro ok, abbiamo portato la proposta al Pd", spiega a Repubblica. Ed ancora: "Puntiamo a superare il 40%, che col sistema tedesco ci permetterà di governare da soli. Quindi ci saranno tantissimi nuovi cittadini eletti in Parlamento".
Sugli scenari, pur da considerare, di un mancato obbiettivo del quorum e di possibili convergenze da trovare in Parlamento, di Maio rassicura: nessun caravanserraglio, no alle alleanze precostituite che puntano solo a consolidare blocchi di potere, sì invece al dialogo e ad alleanze sul merito dei contenuti. Il Movimento presenterà una squadra ed un programma, chi lo condividerà sarà un compagno di strada naturale.
E a proposito della squadra: "Nino di Matteo? La sua disponibilità è un'ottima notizia", dice Luigi di Maio. I contorni del progetto di governo sono ormai tracciati e ben visibili, anche se non tutto può essere ancora svelato.