Contro la decadenza di Todde pronti i ricorsi, ma si profila un periodo di incertezza. I rischi per la politica sarda
I legali della governatrice convinti dell'infondatezza del provvedimento, dal quale può partire anche un procedimento penale. Per venirne a capo ci vorranno mesi e l'insicurezza può condizionare l'attività della Regione
Alessandra Todde sotto assedio. Da una parte l'ordinanza che ne decreta la decadenza e dall'altra l'opposizione in Consiglio che ne chiede il passo indietro. A fare quandrato intorno alla presidente della Regione Sardegna è la sua maggioranza, che si dice certa che "tutto sarà chiarito". Il posizionamento prevalente, Pd in testa, è di vigile attesa. La governatrice ostenta sicurezza e insiste sul voler andare avanti con l'attività di giunta, su cui però pesa tutta l'incertezza legata a un provvedimento di questa portata che può costare le elezioni anticipate. Il ricorso dei legali contro la decisione del Comitato elettorale presso la Corte d'Appello è pronto e verrà presentato al Tribunale verosimilmente entro la settimana prossima, anche se diversi organi di stampa sostengono che l'atto potrebbe essere depositato già oggi.
Si tratta di un passo necessario che permette alla presidente di chiedere una sospensiva sul merito alla giunta per le elezioni del Consiglio regionale, presieduta dal consigliere Frau, chiamata a esprimersi a maggioranza sulla decadenza o permanenza in carica della presidente. Il provvedimento verrà inviato oggi dal presidente dell'assemblea sarda, Piero Comandini. L'organismo, composto da nove membri di cui 5 di maggioranza e 4 di opposizione, avrà davanti a sé due opzioni: votare la decadenza o respingerla, oppure accogliere la sospensiva a seguito della presentazione del ricorso al Tribunale ordinario o al Tar. Nel primo caso, se la giunta dovesse votare a favore si tornerebbe alle urne.
E qui sarebbe interessante capire con quali scenari politici, ammesso e non concesso che i partiti, di maggioranza e opposizione, siano propensi ad affrontare una nuova campagna elettorale.
Il ricorso
Secondo la ricostruzione fatta da Repubblica, i legali di Todde sono a lavoro per contestare i rilievi dell'organismo della Corte d'Appello che attribuisce alla presidente la mancata nomina di un mandatario, differente da quello del suo partito, il M5S, per le spese personali. Che lei contesta di aver sostenuto, anche se risultano pagamenti fatti personalmente per piccole somme, come la bolletta della luce della sede del comitato elettorale di Cagliari. Spese veritiere ma che, sostengono i legali, sarebbero sotto soglia e quindi senza obbligo di rendicontazione. L'ordinanza sarebbe per questi motivi "del tutto infondata" anche perché non terrebbe conto del fatto che le spese per la candidata Todde "le avrebbe sostenute il comitato elettorale costituito dal Movimento".
I legali della presidente contestano anche la validità dell'ordinanza di decadenza perché non emessa da un organismo giudiziario, quale sarebbe la Corte d'Appello nella pienezza dei poteri piuttosto che il comitato di garanzia. Si può aggiungere che i consulenti del M5S ritengono che la decadenza può avvenire a seguito di due soli motivi, quali la mancata presentazione di una dichiarazione di spesa o che si sia speso più di quanto consentito dalla norma. Ed entrambi i casi non riguarderebbero Todde. Un errore formale certificato sarebbe invece quello di "aver dichiarato dei contributi, pari a 90 mila euro, che in realtà erano del comitato 5 Stelle regolarmente costituito". Violazione già posta all'attenzione della Corte attraverso la memoria presentata qualche giorno fa.
I profili penali
Ma non sarebbe tutto. E' L'Unione sarda a sostenere che nella vicenda emergerebbero anche profili penali a seguito delle "irregolarità e violazioni delle norme penali inerenti il deposito di dichiarazioni contrastanti", che sarebbero il presupposto dell'invio degli atti alla Procura di Cagliari per verificare se siano stati compiuti reati. Il problema in questo caso non sarebbe la mancata nomina del mandatario o l'apertura del conto corrente dedicato - che danno corpo a una sanzione pecuniaria - ma "bensì l'ipotesi che la prima rendicontazione fosse falsa e, per questo motivo, equiparata ad una mancata presentazione", punita con la decadenza. Tutti fatti che andranno valutati nelle dovute sedi.
La questione non sarà di semplice soluzione. Ed è chiaro che i tempi potrebbero non essere brevi: per ottenere ragione dei ricorsi si ipotizzano diversi mesi. Durante i quali l'attività politica della Regione subirà indubbi contraccolpi. Anche perché, in caso di esito negativo, verrebbe inevitabilmente messa in discussione la validità degli atti. L'opposizione parla di "crisi istituzionale" che può portare a una immobilità politica e amministrativa con conseguenze anche sulla spendita dei fondi pubblici. In questi giorni gli occhi sono puntati sul dossier Sanità e sulla legge di bilancio: capitoli complessi e urgenti nelle mani della giunta e nel calendario imminente del Consiglio.