[La polemica] Silvio, la D’Urso e il grande inciucio in diretta tv. La balena Renzusconiana contro i grillini
Signori miei, è stato il succo del lungo discorso di Berlusconi, ci avete già rimesso con l'euro, volete perdere proprio tutti i vostri risparmi con i grillini che sono alternativamente europeisti ed anti europeisti, autarchici, ma soprattutto profondamente inadatti al governo del paese?
Potrebbe essere sufficiente aver guardato Domenica live per capire come andrà a finire dopo il voto del 4 marzo anche senza infilare il percorso accidentato dell'imminente campagna elettorale. Finirà dunque con un governo di larghe intese, una sorta di grande centro - metaforico e politico- confluenza di forze razionali targate centro destra o centro sinistra destinate ad arginare un unico, nuovo pericolo: i Cinque stelle.
Quando Silvio Berlusconi è apparso nel salotto di Barbara D'Urso, perfettamente levigato, patinato - quasi plastico sotto il fascio delle potentissime luci di Canale 5- gli orologi mentali sono tornati indietro di 24 anni. Correva l'anno di grazia 1994 quando sua Emittenza decise di scendere in campo per bloccare l'avanzata dei comunisti, quelli che nell'immaginario collettivo dei post democristiani usciti malconci dal primo filone di Mani pulite, mangiavano ancora i bambini.
Anche allora, come oggi, il vestito è volutamente lo stesso -un doppiopetto regimental, Berlusconi si proponeva con il suo volto più morbido, dialogante eppure perentorio, argine fisico ma anche paradigmatico all'avanzata delle cosiddette toghe rosse che avrebbero scardinato le poche certezze dell'italiano medio: la casa (che sarebbe stata colpita dalla patrimoniale) o il conto in banca che già aveva rischiato con la maxi finanziaria del governo Amato l'onta del "prelievo forzoso".
Domenica, seduto sulle comode poltrone dello studio di Barbara a Cologno monzese, mister B ė andato oltre quella iconografia. Era "più" rotondo (all'epoca sfoggiava una bella linea, ma gli anni passano per tutti), ma anche piu lapidario nell'enunciare il pericolo e più rassicurante: "I Cinque stelle sono più pericolosi dei post comunisti del 1994. Difficile chiamare partito il movimento grillino, é quasi una setta di gente che non ha mai lavorato, cambia idea dalla mattina alla sera prendendo ordini da un vecchio comico".
Ebbene, alla nuova Balena renzusconiana non poteva aderire slogan più sapiente, minaccioso in modo concreto, non solo immaginifico oppure suggestivo, efficacissimo. Signori miei, è stato il succo del lungo discorso di Berlusconi, ci avete già rimesso con l'euro, volete perdere proprio tutti i vostri risparmi con i grillini che sono alternativamente europeisti ed anti europeisti, autarchici, ma soprattutto profondamente inadatti al governo del paese? L'altra mina politica, quella della Lega del lanciatissimo Matteo Salvini - destinata ipoteticamente a connettersi con i grillini- ē stata disinnescata.
Salvini corre con il Cavaliere, dalla parte giusta, quella dell'Italia perbene che armonizza la voglia di sicurezza con la solidarietà (la xenofobia in quantità esigua, il welfare state a copertura delle fasce deboli) tenendo insieme un asse molto ampio che va da Forza Italia al Pd. Poi, come spiega il leader leghista agli amici più stretti, i conti si faranno dopo il voto; intanto serve vincere le elezioni, ma con questa legge elettorale - a meno che i 5 stelle abbiano un'impennata spalmata su tutto il territorio nazionale- l'accordo ideale dei moderati di entrambi i poli può trasformarsi in governabilità.
Mettici che il Cavaliere promette l'aliquota unica (bassa), lo snellimento della farraginosa dichiarazione dei redditi, pensioni più alte, nuovi posti di lavoro ed il gioco è fatto. L'unico timore serio potrebbe essere l'astensionismo ma pure qui il leader di Forza Italia dice la sua invitando gli italiani ad andare alle urne, pena un vantaggio dei sopra citati grillini. Non è un caso che Berlusconi abbia cominciato dal programma campione di auditel della D'Urso.
Voleva apparire molto simile al suo "io" più giovane di 24 anni esibendo charme e vigore proprio davanti alla vastissima platea della sacerdotessa (laica) della tv "politica", la Barbara nazionale che, secondo i sondaggisti, fa più opinione di dieci talk politici specifici. Nell'Italia priva di blocchi ideologici, centrifugata fra "alto" e "basso", sovente scevra, nel momento topico del voto, da pregiudizi/ giudizi di natura etico-politica, conta soltanto dare un solo messaggio nel luogo possibilmente a più alta penetrazione mediatica.
Detto, fatto. Silvio ha aperto e chiuso in un unico pomeriggio mettendo nell'angolo i 5 stelle, setta (quasi) satanica assimilabile nel pubblico di Domenica live a quella della santona che mise sotto scacco la regina pop Michelle Hunzicker, non a caso, futura conduttrice di Sanremo 2018. Aveva ragione Nanni Moretti, le parole contano. Le parole pesano, le parole trafiggono più di una spada. Adesso siate franchi, chi di voi, amalgamando nella mente i grillini alle sette, sarebbe capace di votare serenamente per il partito di Grillo?