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[L'intervista] Chi ha votato Lega in Sardegna non ha finito le medie? Cuperlo: “Non volevo certo dire questo”

La dichiarazione dell’ex presidente Pd ha sollevato polemiche su social e media, ma lui chiarisce: "Non volevo assolutamente dire che a votare Salvini sono gli ignoranti". Le Europee e cosa dovrebbe fare la sinistra per ridiventare riferimento

Ignazio Dessìdi Ignazio Dessì   

La polemica riguardante la dichiarazione di Gianni Cuperlo, illustre esponente Dem, ha assunto rilievo particolare sui media dilagando poi sui social. “Per Cuperlo chi ha votato Lega non ha finito la scuola media”, titolava per esempio il Giornale.  L’affermazione fatta dal rappresentante della direzione del Pd durante il programma L’aria che tira di Myrta Merlino, su La 7, ha destato così molte critiche. L’ex presidente del Partito Democratico avrebbe detto tra l'altro, nell’ambito di un suo intervento, che “la Lega è il primo partito in Sardegna, lì dove il 33% dei ragazzi non finisce gli studi”, ma voleva affermare che nell’Isola hanno votato per Salvini perché sono ignoranti, oppure intendeva dire altro? Tiscalinews l'ha chiesto direttamente all’interessato.

Onorevole, lei voleva dire che in Sardegna hanno votato Salvini perché sono più ignoranti?

“No. Lo ritengo una forma acuta di stupidità collegare il titolo di studio di chiunque all’espressione del suo voto. In particolare ho sempre trovato insopportabile l’atteggiamento di superiorità morale di certa sinistra convinta di poter giudicare il mondo, e le scelte delle persone, sulla base di un giudizio dall’alto. Detto ciò è sempre chi parla che ha il dovere di farsi capire e dunque se in questo caso il mio pensiero è stato completamente travisato la sola responsabilità è mia per non avere espresso al meglio ciò che pensavo. Provo a riassumerlo rinviando chi volesse alla registrazione della puntata (Vedi il video in alto, ndr). Il mio commento muoveva da una doppia considerazione. Da un lato il fatto che la Lega sia oggi il partito più votato in Sardegna. Dall’altro il fatto che in quella regione, per altro a me cara per motivi personali e familiari (è sposato con una sarda e la figlia è nata a Cagliari, ndr), la percentuale di insuccesso scolastico nella secondaria è tra le massime punte a livello nazionale. Non ho fatto – lo sottolineo, non ho fatto perché non lo penso e anzi lo considero una idiozia o una forma di razzismo – alcun collegamento tra il titolo di studio di chi va al seggio e il voto per la Lega. Semplicemente non era quello il tema che ponevo. Io ho sollevato una questione del tutto diversa”.

E cioè?

“E cioè che di fronte a quella statistica che dovrebbe rappresentare la priorità di un’azione di governo, l’attuale maggioranza gialloverde di cui la Lega è azionista ha tagliato le risorse per il diritto allo studio. Dunque mi limitavo a cogliere una contraddizione tra la propaganda della Lega (anche in Sardegna) e la totale inefficacia della sua politica concreta. La mia, casomai, era una critica a noi, alla sinistra, per non essere riusciti ancora a incalzare questa destra inchiodandola alle sue responsabilità e allo scarto clamoroso tra le sue promesse e i risultati e le coerenze della sua azione”.

Gianni Cuperlo, ex presidente del Pd

Messa così sembra tutto chiaro.

“Una sola nota voglio aggiungere. Nella mia vita e militanza ho incrociato donne e uomini che a scuola non ci sono potuti andare e che avevano nella testa e nel cuore più sapienza e saggezza di molti intellettuali titolati. Capisco che la Rete possa alimentare polemiche e persino odi che si riflettono in parole, accuse e insulti. A volte mi capita e quando capita (gli insulti in particolare) me li tengo o cerco di riportare il confronto su toni di rispetto. Questa volta mi premeva scrivere queste righe perché davvero mi sono trovato accusato di qualcosa che non solo non penso ma che è lontanissimo da me”.

Cosa pensa del risultato di queste elezioni europee?

“Penso che per noi sia stato un passo nella direzione giusta. Nessun trionfalismo, ma abbiamo invertito una tendenza che anche il voto amministrativo conferma. Poi mi rendo conto che il successo della Lega unito al crollo dei 5Stelle ci mette dinanzi al problema di una destra aggressiva e diversa dal passato, ma questo dato deve accelerare i tempi di una alternativa credibile da far vivere nel Paese".

E cosa deve fare secondo lei il Pd per riconquistare completamente il suo elettorato e un consenso di massa?

“Rimettere al centro la vita e i bisogni delle persone a partire da chi ha più sofferto e pagato il prezzo della crisi. Quando quasi la metà degli operai vota Lega e quando quella forza conquista consenso anche dove prima era la sinistra a rappresentare interessi calpestati devi capire che il problema riguarda noi. E allora devi dire poche cose con la chiarezza che serve, non c’è altra via. Un piano di investimenti pubblici per rilanciare l’economia sbloccando subito le opere cantierabili, tagliare il costo del lavoro, garantire l’istruzione gratuita per le fasce di reddito a rischio. E soprattutto tornare a parlare e ad ascoltare quel pezzo di Paese che ha smarrito la fiducia in noi e nella nostra capacità di capire i loro bisogni. Ripeto, abbiamo fatto un piccolo passo, adesso dobbiamo proseguire”.

 

 

 

Ignazio Dessìdi Ignazio Dessì   
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