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Dl migranti, la bozza: il Viminale potrà reclamare in Appello contro la decisione dei giudici

Norma attesa al Quirinale. La legge attuale prevede solo il ricorso in Cassazione sulla sentenza del giudice dell'Immigrazione. L'allarme dei presidenti di Corte d'Appello

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La motovedetta della Marina militare che ha portato i migranti in Albania, per riportali poi a Bari (Ansa)
La motovedetta della Marina militare che ha portato i migranti in Albania, per riportali poi a Bari (Ansa)

Non si arrende il governo che, dopo le sentenze dei giudici dell'immigrazione che non hanno convalidato il fermo per i 16 richiedenti asilo portati in Albania, rispunta la possibilità per il ministero dell'Interno di inserire il ricorso in Corte d'Appello contro le ordinanze del Tribunale sul trattenimento dei migranti nei centri per il rimpatrio.

Era uno dei punti chiave della "soluzione" che voleva Giorgia Meloni per evitare nuove ordinanze come quelle dei giudici di Roma sui migranti trattenuti nel Cpr in Albania, ma sembrava destinata a saltare quando il Consiglio dei ministri ha varato il decreto legge con cui l'indicazione dei Paesi sicuri per il rimpatrio diventa norma di primo grado. All'indomani della riunione, una fitta interlocuzione fra Palazzo Chigi, Viminale, ministero della Giustizia e Quirinale ha poi spalancato le porte del provvedimento alla norma, che non dovrebbe essere ostativa alla firma di Sergio Mattarella. 

Come cambierebbe la norma

Per il ministero dell'Interno, dice il secondo articolo, "è ammesso reclamo alla corte d'Appello nel termine di cinque giorni (...) da effettuarsi anche nei confronti della parte non costituita. (...) La proposizione del reclamo non sospende l'efficacia esecutiva del provvedimento reclamato. La corte d'Appello, sentite le parti, decide con decreto immediatamente esecutivo, entro dieci giorni dalla presentazione del reclamo". Questo testo è contenuto nel secondo articolo della bozza del decreto legge del governo. La bozza è composta di tre articoli.

Cosa cambia nei fatti

La possibilità per il viminale di impugnare la decisione del giudice in Appello, comporta una rivalutazione della causa nel merito, che significa che si hanno nuove chances per ottenere una sentenza favorevole al trattenimento nei Cpr. Obiettivo questo che il governo che si è visto neutralizzare dai giudici della sezione Immigrazione, vanificando il senso delle strutture realizzate in Albania al costo di circa 650 milioni di euro, di cui oltre 250 milioni solo per le trasferte del personale dall'Italia. La legge a ora prevede solo il ricorso in Cassazione, che ora riceve questo genere di ricorsi, e dovrà affrontare anche il reclamo che verrà attivato dal Viminale contro le ordinanze sui 12 migranti trasportati a Bari dopo la mancata convalida del trattenimento a Gjader per il rimpatrio. A questo puntava Meloni.

La preoccupazione dei presidenti di Corte d'Appello

Il testo definitivo è atteso a breve al Quirinale per il vaglio del presidente della Repubblica, che con un testo così congegnato non dovrebbe sollevare osservazioni. Il reclamo in Appello in questi casi era stato eliminato dalle norme procedurali per via dell'appesantimento delle strutture giudiziarie. Rischio che la magistratura ha ravvisato anche in questo caso. Non a caso neanche dieci giorni fa i presidenti delle Corti d'Appello, sollevando criticità legate alla riduzione di organico dei loro uffici e allo "sconvolgimento" di "un assetto ormai consolidato che ha assicurato un'adeguata tutela dei diritti". 

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