Conte e Salvini, il disgelo in Toscana non mette in sicurezza il governo
Il premier e il vicepremier trascorrono qualche ora insieme in campagna a Firenze e pubblicano una foto insieme: “Relax e lavoro, basta polemiche”. Ma non c’è accordo ne’ su come affrontare la “crescita zero”, ne’ è rientrato lo scontro sul tema famiglia e adozioni

Per rilassarsi e “staccare la spina qualche ora” nei momenti più complicati, finora Matteo Salvini aveva scelto il mare della Liguria, dove ad attenderlo c’è sempre stato il suo amico governatore Giovanni Toti. Ci era andato all’indomani del successo elettorale di un anno fa, poi lo scorso luglio appena dopo il giuramento del governo. Ci è tornato ancora il 24 febbraio, nel Comune di Recco dove la famiglia ha una casa, per stare qualche ora coi figli. Sarà che farsi vedere con l’ex consigliere politico di Silvio Berlusconi proprio nel giorno del suo - quasi - divorzio col leader di Forza Italia poteva sembrare una provocazione o che è troppo presto per fare il bagno al mare, fatto sta che il vicepremier e ministro dell’Interno ha scelto di trascorrere la vacanza da un’altra parte, in Toscana.
Di nuovo non c’era solo il luogo, che poi è Villa Le Piazzole fuori Firenze, ma anche la compagnia. Col leader della Lega - in tenuta sportiva, t shirt blu della Polizia e jeans - c’era infatti il presidente del consiglio, Giuseppe Conte. In completo scuro anche di domenica, ha dato lui stesso la notizia dell’inedita “fuga” dalla città con un post - corredato da foto - per Facebook. “Bel pomeriggio insieme nella campagna fiorentina”, ha scritto l’ “avvocato del popolo”, che aveva esercitato proprio nel capoluogo toscano. Ne ha approfittato per provare a chiudere il caso dopo lo scontro di sabato. “Bene le parole e le discussioni, rispettando ognuno le idee dell'altro, ma non perdiamo mai di vista la “ragione sociale” per cui siamo al governo: lavoriamo con la massima concentrazione per gli interessi degli italiani”, ha aggiunto. “Pomeriggio di lavoro e relax in Toscana, parlando di futuro. Buona domenica Amici!”, ha scritto invece, pubblicando la stessa identica foto, il leader della Lega.
Il premier era in città per il Festival nazionale dell'economia civile, il suo vice per una iniziativa anti usura in programma per questa mattina, anche se pare si sia affacciato nella casa di Francesca Verdini, la nuova fidanzata, figlia dell’ex coordinatore del Pdl Denis. Quello che viene definito “pomeriggio di relax” è venuto dopo 12 ore durissime, nelle quali presidente del consiglio è il suo braccio destro se ne sono dette di tutti colori. Proprio sabato sera, dopo che Salvini aveva attaccato il sottosegretario Vincenzo Spadafora sulla questione delle adozioni, il presidente del consiglio lo aveva pubblicamente invitato a “studiare i dossier prima di parlare, per non alimentare soltanto confusione“.
Il primo, indicato per Palazzo Chigi dai Cinquestelle aveva per la verità mantenuto e mostrato un tono professorale nei confronti dei suoi ministri ancora ieri mattina, nel corso dell’iniziativa di cui dicevamo prima. “Cosa consiglio ai miei ministri? Di essere sobri nelle parole, generosi nelle azioni”. Non si può dire che questo motto sia quello che meglio si adatta al lavoro del ministro dell’Interno. “Se ero informato dell’incontro? Si lo ero: sono felice che Conte e Salvini si siano chiariti”, ha subito commentato - con l’Ansa - l’altro vicepremier, Luigi Di Maio. Lui è rimasto a Roma con la fidanzata, è stato fotografato al parco di Villa Borghese.
Qualche ora trascorsa insieme e una foto con la campagna fiorentina sullo sfondo non sono però bastati ad appianare le tante tensioni in seno all’esecutivo, a metterlo al riparo dallo scontro sempre più acceso tra Lega e Movimento 5 Stelle. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ieri ha ammesso che l’Italia “è ferma”, guarda con molta preoccupazione alla scrittura della prossima legge finanziaria, che inizierà già a maggio, in piena campagna elettorale per le Europee. Sulle modalità per far ripartire l’economia del Paese i due partiti che compongono la maggioranza hanno idee molto diverse. Opposte, addirittura, sugli strumenti che saranno necessari per sterilizzare gli aumenti dell’Iva.
I leghisti sono convinti di rinviare la resa dei conti più avanti possibile e di proseguire lungo la strada della diminuzione delle tasse liberando risorse con la spending review, i pentastellati propongono di arrendersi all’aumento selettivo dell’Iva. “La parte più produttiva dell'Italia, quella del manifatturiero che esporta si è fermata”, ammette Tria. Sulle banche, però, striscia un altro duro scontro interno alla maggioranza. I Cinquestelle dovranno rinunciare a una Commissione d’inchiesta sulle banche guidata da Gianluigi Paragone e se la prendono con i “poteri forti”, costringendo Tria a fare da scudo umano: “Attaccare il sistema bancario italiano significa avallare campagne europee che ci stanno mettendo in difficoltà e quindi minare l'interesse nazionale. Il sistema bancario italiano è uno dei più sani d'Europa e forse del mondo”. Per difendersi dal “fuoco amico” incrociato, però, l’economista oggi comincerà a scrivere il decreto per i truffati delle banche, quello che disporrà i risarcimenti a coloro che sono rimasti coinvolti nei crack.
Restano irrisolti tutti i nodi sollevati dal Forum delle famiglie di Verona, con la Lega che ha aderito entusiasticamente e il Movimento che l’ha definita una iniziativa “da medioevo”. Il sottosegretario Spadafora, che ha la delega alle Pari Opportunità ed è colui che ha sfidato gli alleati del governo sul tema dei diritti, è andato in tv ed ha ammesso che “M5S e Lega presentano due idee della società diverse, ci sono fra due mesi le Europee ed è normale che le tensioni si inaspriscano”. Rientrato - grazie al confronto di ieri in Toscana - lo scontro su chi debba occuparsi di adozioni, Spadafora non si risparmia però una battutaccia ai colleghi leghisti al governo: “Non si può andare in giro e dire “siamo per la famiglia naturale” e poi non si fa nulla. Al di là dei proclami, non c'è molta traccia di aiuti”.
Spadafora conferma di voler depositare un disegno di legge per introdurre il reato di omofobia in Italia: una proposta destinata a mandare su tutte le furie i leghisti. Il Carroccio risponde al fuoco annunciando di voler “depositare una pdl per istituire la Commissione parlamentare d'inchiesta sul business delle case famiglia e per velocizzare adozioni nazionali e internazionali”. È un modo per colpire enti morali cattolici e vicini alla sinistra storica. “Occorre fare chiarezza da una parte e, dall'altra, velocizzare le adozioni”, scrivono i due capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, “perché ci sono migliaia di coppie in fila d'attesa da anni”. Dal 2009 in poi - come rivendica Carlo Giovanardi, che a quel tempo gestiva la delega per conto del premier Silvio Berlusconi- il numero delle adozioni per ciascun anno è andato sempre sistematicamente calando.
Lo scontro interno la maggioranza si sposterà comunque già partire da oggi dentro l’Aula della Camera dei deputati, dove si tornerà a votare il cosiddetto codice rosso. È il provvedimento scritto da Giulia Bongiorno contro la violenza sulle donne. Dopo le polemiche delle settimane scorse e l’inedita alleanza tra donne del Pd e donne di Forza Italia, si dovrebbe arrivare al voto di una disposizione contro il cosiddetto “revenge porn”. Sulla castrazione chimica proposta dalla Lega, invece, resta il niet dei pentastellati, che temono però sorprese coi voti segreti, che il vicepremier faccia passare il provvedimento - senza dirlo - coi voti del resto del centrodestra.