Conte sfratta Grillo alla vigilia del voto in Liguria. Una scelta che lascia perplessi su tempi e modi
La notizia contenuta nell’annuale libro strenna natalizia di Vespa. In libreria dal 30 ottobre, la domanda è perchè anticiparla a 48 ore dalle urne? L’ex grillino Morra candidato in Liguria: “Conte ha finalmente quello che voleva, il suo partito personale”. Bucci e Orlando sono testa a testa. Già Conte ha imposto che Italia viva fosse fuori dalla coalizione. Cosa succede se, anche con la notizia di Grillo, fa perdere il centrosinistra?
Conte che licenzia Grillo è certamente una notizia. Che lo faccia sapere a tre giorni dal voto in Liguria, a Genova che è anche la città di Grillo dove tutto è nato oramai 17 anni fa, è un’altra notizia, ancora più importante. Significa che Conte è convinto di non perdere consensi per il clamoroso parricidio. E comunque, nel dubbio, vuole subito avere un test elettorale sullo strappo che a questo punto cancella per sempre l’esperienza 5 Stelle. Gli umori all’interno del partito, che si aspettava questa mossa ma non certo a due giorni dal voto ligure, divergono. La maggioranza è convinta che l’ex premier sia “abbastanza sicuro di passare indenne da questo test, è un dente che andava tolto ed è l‘ora di misurarsi senza più l’ombra di Grillo sulla testa”. Una minoranza è invece convinta che la scelta di dare questa comunicazione alla vigilia del voto peserà sul risultato finale. I sondaggi danno un testa a testa. Un po’ rischioso fare questi esperimenti a poche ore dalle urne.
La sfida dell’ex
Nicola Morra, ex senatore 5 Stelle, ex presidente della Commissione antimafia e poi fuoruscito dal Movimento, candidato alla presidenza in Liguria con la lista Uniti per la costituzione, attacca: “Il M5s si è trasformato nel partito personale di Conte, nuovo cespuglietto triste del Pd”. La lista di Morra pesca nel bacino dei 5 Stelle ed è una di quella che potrebbe beneficiare degli effetti delle notizia sul licenziamento del fondatore.
Strani giochi. Già Conte ha imposto che Italia viva fosse fuori dalla coalizione disperdendo così voti. Se per caso Orlando dovesse perdere sul filo di lana, in casa Pd sapranno bene a chi citofonare. Pd e M5s hanno fatto di tutto per far dimettere Toti e avere elezioni anticipate convinti di farcela. Sarebbe clamoroso se dovesse vincere Bucci e il centrodestra e nulla dovesse cambiare.
Una precisa scelta politica
La notizia arriva con la “solita” anticipazione dell’annuale libro di Bruno Vespa a tu per tu con i potenti della politica italiana. Da vent’anni ormai è un classico di questa stagione: ad un certo punto del giorno, in genere tarda mattinata, sulle agenzie di stampa spunta qualche notizia clamorosa accompagnata dalle stellette dell’urgenza. Uno legge concitato, cerca di capire dove è successa questa cosa nel timore di aver lasciato un buco in agenda e invece poi scopre che chi cura la promozione del libro ha avviato la puntuale e sapiente diffusione delle notizie i grado di fare da traino al libro. Il libro uscirà il 30 ottobre, trauma settimana. L’anticipazione è una precisa scelta politica.
Conte spiega nel libro perchè sarà tagliata la collaborazione da 300 mila euro con Grillo. “Non è il compenso per il ruolo di garante che non esiste, bensì per un ruolo nella comunicazione del Movimento. Che però Grillo non garantisce da anni”. Anzi, il comico genovese è “responsabile di una controcomunicazione” e “di fronte ad un processo costituente che ha coinvolto l'intero movimento, sta portando avanti atti di sabotaggio compromettendo l’obiettivo di liberare energie nuove”.
A fine anno
La collaborazione si concluderà con la scadenza naturale del contratto. A fine anno. Fonti di Campo Marzio, sede del partito, ieri hanno provato a smentire. “A noi non risulta, il contratto è in essere. Ad oggi non c’è nessuna comunicazione a riguardo”. Ci ha pensato Conte, ieri in Liguria, a Sanremo, per il finale della campagna elettorale, a confermare il tutto. Oggi sarà sul palco con Schlein, Bonelli e Fratoianni. Una coalizione molto spostata a sinistra dove Conte è ancora convinto di poter tenere il banco.
Nelle memorie affidate a Bruno Vespa, l’ex presidente del Consiglio chiarisce di non aver mai accettato che Grillo fosse pagato per la funzione di garante “che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione”. Il compromesso è stato “una retribuzione per la sua nota abilità comunicativa per rafforzare l’immagine del movimento”. Presupposto che, appunto, è venuto a mancare, ma a cui il “garante” tiene tanto da chiedere “il compenso anche nelle ultime lettere che mi ha scritto”. Altro che idee e progetti: è tutta una faccenda di soldi. E, del resto, c’è anche da immaginare che Grillo debba sostenere importanti spese legali per il processo al figlio.
“Qualcosa si è rotto per sempre”
Tra i due comunque le cose non funzionano più da tempo. E il figlio, Conte che senza Grillo sarebbe rimasto a fare l’avvocato, ha ucciso il padre. “Qualcosa si è incrinato in maniera irreversibile - dice Conte a Vespa - Umanamente sono molto colpito da come si comporta. Già in passato ha avuto atteggiamenti velenosi nei miei confronti, ai quali non ho dato peso perché su tutto prevalevano gli interessi della comunità. Vedere oggi che contrasta in maniera così plateale un processo di partecipazione democratica che ci riporta agli ideali originali di Casaleggio mi ha rattristato moltissimo. Perché, al contrario di quel che scrivono i giornali, lo scontro non è personalistico, ma vede Grillo battersi contro la sua stessa comunità”.
Ecco, la comunità, la stessa di cui un tempo faceva
parte Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, co-fondatore con Grillo, e presidente dell'Associazione Rousseau, che un tempo mediava con la base. Ospite di Un giorno da pecora, su Rai Radio 1, il figlio del cofondatore non le manda a dire al presidente pentastellato: “Non so perché sia uscita proprio oggi questa notizia del ‘licenziamento' di Grillo da parte di Giuseppe Conte, è un po’ strano che Conte lo dica a Vespa e non a Beppe o agli iscritti”.
“Ne resterà uno solo, di elettori”
Casaleggio spara a zero anche sul famoso “processo costituente”. C’è “una finta partecipazione - sostiene - con degli iscritti che non si sa chi siano, Conte ha estratto queste persone, ma non si sa come, ne hanno fatto fuori parecchi durante l’estate e infatti Grillo ha chiesto quanti fossero gli iscritti al Movimento” dice ancora Casaleggio, che emette anche la sua sentenza: “Tra Conte e Grillo ne resterà uno solo? Si, ma un solo elettore se continuano così…”.
Si fanno sentire i pionieri, quelli del 2013 e del primo governo giallo-verde. Danilo Toninelli è molto duro: “Senza Grillo Conte non sarebbe diventato né presidente del Consiglio, né presidente del Movimento 5 stelle. È un ingrato, affetto da narcisismo e da una super valutazione di sé stesso. Cercare di indebolire Beppe Grillo, senza il quale non esisterebbe il movimento, senza cui Conte non avrebbe mai ricoperto incarichi così importanti, tutto questo dispiace molto. E’ una lotta di potere, Conte cerca di prendersi tutto il malloppo che si chiama Movimento 5 stelle”. È la resa dei conti finale. Che va a colpire le tasche e il cuore del fondatore del Movimento. E segna una evidente linea di frattura anche tra i vertici del Movimento.
I contiani fanno sapere che per cessare la collaborazione basta non rinnovare il contratto alla fine dell’anno. Ma la strada non sembra così spianata. Almeno secondo qualcuno dell’inner circle grillino: “Scenderanno in campo gli avvocati. Ci saranno reazioni, e quelle legali sono il minimo”. Chi sente il fondatore parla di “dispiacere e rabbia: un mondo alla rovescia quello in cui si licenzia Grillo e in cui molti scappati di casa appoggiano questa infamia. Torneranno nel nulla da cui sono venuti”.
L’assemblea costituente
Tra il divorzio e la cessazione del contratto, c’è l’Assemblea costituente. Alla fine di questa settimana i gruppi di lavoro definiranno i quesiti che saranno poi posti al voto finale dell'Assemblea prevista per il 23 e 24 novembre. Tra questi, anche il quesito che chiederebbe agli iscritti di pronunciarsi sulla cancellazione del ruolo del garante. Eventualità che cancellerebbe una volta per tutte, anche al di là dell’annuncio di Conte, il fondatore del Movimento. Certo, Conte ha dato prova di essere uno, nessuno e centomila, uno Zelig della politica. Potrebbe quindi anche cambiare idea per l’ennesima volta se dovesse capire che il Movimento senza Grillo è morto. E quindi anche la sua leadership. La scommessa di Conte è prendere il posto di Grillo. Il parricidio è un passaggio necessario.