Consiglio dell'Ue al via, si gioca la partita delle nomine. Meloni a Bruxelles per chiedere un ruolo per l'Italia
Dietro le quinte il negoziato prosegue a oltranza per portare a bordo anche l'Italia. Ieri le comunicazioni della premier alla Camera, dove ha criticato apertamente il metodo usato per arrivare ai nomi
Le nomine delle alte cariche dell'Ue sono il dossier più importante del Consiglio eruopeo che si apre oggi a Bruxelles ma dietro le quinte il negoziato prosegue a oltranza per portare a bordo anche l'Italia. I capi di Stato e di governo daranno ufficialità alle candidature di chi governerà l'Ue nei prossimi 5 anni, nomi già emersi dai tavoli infomali. Il pacchetto proposto dal Partito popolare, appoggiato dai Socialisti&Democratici e dai Liberali, darà il via libera al secondo mandato per la tedesca Ursula Von Der Leyen (Ppe) alla guida della Commissione. L'accordo prevede anche l'ex premier portoghese socialista Antonio Costa alla guida del Consiglio europeo - dove attualmente siede Michel - e l'estone Kaja Kallas (Liberali) quale Alta Rappresentante per la Politica estera, una sorta di ministra degli Esteri. Il pacchetto prevede anche Roberta Metzola alla guida del Parlamento europeo.
Il Ppe media con l'Italia
Ma, trainati dai Popolari Ue, i capi di Stato e di governo hanno ribaltato l'approccio nei confronti dell'Italia e dell'esclusa Giorgia Meloni. A scongiurare che l'intesa sia bocciata da un Paese fondatore con uno strappo che sarebbe destinato ad allargarsi nel segreto delle urne del voto finale all'Eurocamera a metà luglio, facendo pericolosamente vacillare il bis della delfina di Angela Merkel già impegnata a coprirsi le spalle dai franchi tiratori.
La mediazione di Weber
Il primo inequivocabile indizio del cambio di strategia nei confronti della premier lo ha offerto il presidente del Ppe, Manfred Weber, già a inizio giornata. "L'Italia è un Paese del G7, leader nell'Ue" e i suoi "interessi", è stato il monito, vanno presi in considerazione. Poi, uno dopo l'altro, gli esponenti di punta dei popolari hanno teso la mano alla premier italiana. Negando che sia stata esclusa dai negoziati. Parlando di "un malinteso" e di ragioni "politiche" e matematiche di maggioranza.
L'attesa scelta di Meloni
C'è quindi grande attesa per la posizione che davanti a questa proposta assumerà la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ieri, durante i suoi interventi in Parlamento, ha criticato apertamente il metodo con cui si è arrivati alla designazione dei tre candidati, legati a una "maggioranza fragile". Prima dell'avvio dei lavori del Consiglio europeo prenderanno il via i pre-vertici delle tre famiglie politiche (Ppe, Pse e Liberali) che costituiscono al momento la cosiddetta "maggioranza Ursula" e a cui interverranno i leader e i principali esponenti di spicco nazionali.
La delegazione italiana, con in primis la premier Giorgia Meloni, chiederà un posto di rilievo per l'Italia, non in quanto guida dell'Ecr, uno dei gruppi della destra estrema in Europa, ma in quanto premier di uno dei Paesi fondatori e più importanti dell'Ue. Le agenzie sostengono che Meloni, già arrivata a Bruxelles, chiederà un ministero economico, forse proprio l'Economia, di cui è commissario uscente Paolo Gentiloni. Su questo, risultano rilevanti anche le parole del vicepremier, Antonio Tajani, che parlando del pacchetto dice che "la mia è una propensione favorevole senza alcuna apertura ai Verdi. Certamente io sono molto perplesso sulla durata dei 5 anni per il presidente del Consiglio europeo" in quota socialista, ha aggiunto.
Il primo ministro polacco Donald Tusk al suo arrivo a Bruxelles ha voluto chiarire la sua posizione sul ruolo dell'Italia, sottolioneando che nessuna decisione verrà presa senza la premier italiana, che "deciderà insieme agli altri leader". "Una cosa è chiara: nessuno rispetta la prima ministra Giorgia Meloni più di quanto lo faccia io. Si tratta di un'incomprensione: a volte abbiamo bisogno di piattaforme politiche per semplificare il processo", ha detto il premier polacco.
Il FT: "Francia e Italia si contendono lo stesso premio"
"La Francia e l'Italia si contendono un posto di primo piano nell'economia della prossima Commissione europea, una lotta acuita dall'astio personale tra i leader dei due Paesi", scrive il Financial Times a proposito delle pretese italiane. "Il presidente francese Emmanuel Macron e la prima ministra italiana Giorgia Meloni sono ai ferri corti perché entrambi sono in lizza per lo stesso premio: un potente vicepresidente della Commissione responsabile della politica commerciale, della concorrenza e della politica industriale", scrive il quotidiano.
"I funzionari italiani hanno elencato come aree di interesse il commercio e la concorrenza - aree in cui Bruxelles ha l'unica competenza - così come il bilancio comune del blocco e l'industria. Si tratta in linea di massima delle stesse aree ambite dalla Francia. Secondo un diplomatico informato sui negoziati, la Francia è interessata a un ruolo di alto livello nella Commissione, con il potere di controllare le leve politiche e finanziarie per realizzare la politica industriale. La difesa, una priorità emergente per l'Ue per la quale la von der Leyen si è impegnata a creare un posto dedicato, potrebbe far parte della strategia industriale controllata da tale posto", si legge ancora.