Il colpaccio di Giorgia: “convince” banche e assicurazioni a dare un contributo tra i 3 e i 4 miliardi
Approvata ieri sera la legge di bilancio e il decreto fiscale allegato. La manovra sale a 30 miliardi grazie al prelievo su banche e assicurazioni. La svolta per il contributo è stata sgomberare il campo da concetti come “tasse” ed “extraprofitti”. Meloni promette: “Questi soldi andranno alla Sanità”. Perde Tajani, vince Salvini che però perde sulle pensioni. L’ottimo lavoro di Giorgetti

Un fulmine a ciel sereno. Vediamo come atterra. A Bonelli e Fratoianni, leader dell’Alleanza Verdi e Sinistra che le suggerivano di non perdere altro tempo e di fare cassa per chiudere la legge di bilancio andando a colpo sicuro su chi ha incassato extraprofitti super grazie al contesto, e quindi banche, assicurazioni, aziende che gestiscono l’energia, Giorgia Meloni non ce l’ha fatta a stare zitta. Aula di Montecitorio, replica della Presidente del consiglio alle comunicazioni in aula in vista del Consiglio europeo, ieri poco dopo le 17. “Vede Fratoianni, aspetti di vedere cosa facciamo stasera in Consiglio dei ministri e in cosa consiste la manovra per l’anno prossimo… scoprirà che abbiano avuto più coraggio di quante ne abbiate mai avuto voi”.
Un “pallido” Tajani
La frase, buttata lì in un’aula al gran completo e che fino a quel momento s’era occupata di ben altro - le guerre, il ruolo dell’Europa, la nuova commissione europea, i migranti - galleggia per qualche secondo nell’emiciclo. In Transatlantico scatta la caccia al ministro Tajani - Giorgetti s’è fatto vedere il meno possibile perchè aveva da lavorare - che si fa coraggio e ammette: “Dalle banche e non solo arriverà un contributo volontario di 3/4 milioni. Stiamo definendo tutto in questi minuti”. A giudicare dalla faccia - un po’ pallida e scavata (ma il ministro ha anche un’agenda terribile e, per di più, sta seguendo una rigida dieta), il presidente di Forza Italia e vicepremier del governo non l’ha presa benissimo. E’ la battaglia del suo partito, di Forza Italia, contro Salvini e la Lega che invece si son messi in testa di fare i Robin Hood. Anche contro Meloni che in fondo è il secondo anno che ci prova. E l’ha persa. “Che c’entra, non è così - correggono il tiro gli azzurri - non stiamo parlando di tasse e meno che mai di extraprofitti. E’ un contributo volontario, una liberalità che le banche e non solo hanno deciso di offrire al paese in difficoltà. I ministeri taglieranno la spesa del 5% e loro daranno un contributo”. Che Giorgia Meloni ha già detto: “Questi soldi andranno solo e soltanto alla Sanità”.
Manovra da trenta miliardi
I dettagli della manovra - che è salita così a 30 miliardi invece che 25 - saranno spiegati oggi in una conferenza stampa con il ministro Giorgetti. Oltre alla legge di bilancio è stato approvato anche il decreto fiscale allegato. La premier si è limitata ad un post su X: “La legge di bilancio mete al centro cittadini, famiglie e il rilancio della nostra Nazione. Come promesso, non ci saranno nuove tasse. Ci sarà invece il contributo di 3,5 miliardi da banche a assicurazioni destinati alla Sanità e ai più fragili”. La solita comunicazione a senso unico, senza interlocuzione. Le nuove tasse ci saranno e poi vedremo come.
Resta da capire perché fare tutto ieri sera di corsa e col favore delle tenebre. In fondo si tratta della più importante legge dello stato che va spiegata e commentata. E’ vero che la premier ha un’agenda fitta di impegni all’estero - Bruxelles e poi andrà in Libano - ma insomma, si poteva fare tutto oggi. Di sicuro chiudere tutto ieri sera ha tolto tempo e spazio a chi è contrario ad una serie di misure. Ho tolto tempo e spazio ad una maggioranza molto litigiosa anche sulla destinazione dei soldi. La mossa vincente e concordata per raggiungere l’accordo è stata di chiarire che si tratta di una una-tantum e di sgomberare quindi il campo da concetti come “tasse” ed “extraprofitti”. Si tratta di un contributo volontario degli istituto di credito e delle assicurazioni più ricche.
Il bonus per i “nuovi nati”
Intanto sono trapelate alcune novità della legge di bilancio. Tra taglio del cuneo, accorpamento delle aliquote Irpef, pensioni e carta Dedicata a te, spunta il bonus per i “nuovi nati” da 1.000 euro. Arrivano poi fringe benefit per neoassunti che si allontano più di 100 chilometri dalla residenza originale per favorire l'occupazione. Dalla proroga del bonus ristrutturazioni sulla prima casa (resta a 50% e non scende al 36%) alle pensioni passando per le misure a sostegno di famiglie e imprese e da una severa spending review. La Carta per i nuovi nati riconosce 1000 euro ai genitori entro la soglia Isee di 40 mila euro per far fronte alle numerose prime spese per ogni nuovo nato. Si rafforza anche il bonus asili e l'assegno unico esce fuori dal calcolo dell’Isee.
Spending review ministeriale al 5%
I ministeri dovranno tagliare le spese del 5%. Salvi invece comuni ed enti locali. Ma qui c’è sempre il timore che i tagli lineari ai ministeri si trasformino in minori trasferimenti agli enti locali. Banche e assicurazioni dovrebbero garantire un contributo di 3,5 miliardi. Attendiamo i dettagli però: in un anno? Spalmati in tre anni? E’ chiaro che c’è una grossa differenza. Sul tappeto ci sarebbe un anticipo sulle Dta (le imposte differite attive) per tre miliardi. Sembra escluso, invece, un aumento dell'Ires e dell’Irap (anche perché uno sgambetto alle imprese, piccole e grandi, e che già stanno facendo molta fatica). Quattordici miliardi della manovra, circa la metà, se ne vanno tra taglio del cuneo (redditi fino a 35 mila euro) e i tre scaglioni dell’Irpef . Entrambe queste misure diventano strutturali, non si torna più indietro e non saranno più da finanziare ogni anno. Se i fondi in arrivo dal concordato preventivo e dal ravvedimento collegato saranno sufficienti, il governo potrebbe poi ridurre l'aliquota intermedia, fino a 50mila euro di reddito, dal 35 al 33%.
Detrazioni fiscali alle famiglie
Capitolo detrazioni fiscali, cioè la famose tax expenditures: le detrazioni saranno parametrate al numero dei componenti di una famiglia. L'ipotesi sarebbe quella dell'introduzione di un importo massimo che si potrà detrarre, che dovrebbe essere a sua. volta modulato in base al nucleo familiare. Introducendo di fatto, viene spiegato, un primo assaggio di “quoziente familiare”. Tra le ipotesi anche quella di rivedere al ribasso la soglia di reddito oltre il quale scatta il decalage degli sconti fiscali al 19% (oggi parte da 120mila euro). Ma tutto il pacchetto è ancora work in progress. Nel Mezzogiorno si confermano gli incentivi all'occupazione di giovani e donne, anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. Confermati inoltre la decontribuzione in favore delle imprese localizzate nella Zes e gli incentivi all'autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie, la transizione digitale ed ecologica. Si confermano i fringe benefits, con importi maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri. Confermata, anche per il triennio 2025-2027, la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività ai lavoratori.
Ok ai fringe benefit, no alle pensioni
Confermata pur con qualche ritocco per la misura sui sostegni aziendali, i cosiddetti fringe benefit. L'ultima legge di bilancio ha portato la soglia di esenzione a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri (aprendo alla possibilità di usarli anche per pagare l'affitto o il mutuo prima casa). Nulla da fare invece per riforme strutturali su questo Fronte. E qui, nel duello costante tra Salvini e Tajani, “perde” certamente il leader della Lega. Ci sarà la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all'inflazione. E un aumento delle pensioni minime. Dovrebbe essere perfezionato anche il cosiddetto bonus Maroni, cioè gli incentivi a chi sceglie di rimanere al lavoro anche avendo i requisiti per il pensionamento. Una misura necessaria soprattutto per i medici visto che finora possono restare al lavoro ma prendendo una miseria. In pratica, volontariato e perdendo anche i gradi. La manovra stanzierà le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-27.
E le tasse aumenteranno
Fin qui le “buone” notizie. Poi ci sono le “cattive” notizie: l’aumento delle accise sul diesel e tutti gli altri aumenti di cui ci renderemo conto via via leggendo una legge di bilancio che ancora non è stata scritta. Banche e assicurazioni, ad esempio: chi garantisce che non aumenteranno i servizi al cliente per rifarsi del contributo volontario? E’ certamente una buona notizia il fatto che case fantasma e abusi vari vedranno aumentati i valori catastali e quindi pagheranno più tasse. Un’altra notizia che non piace ai partiti di maggioranza, nè alla Lega nè a Forza Italia. Ma che Giorgetti ha imposto. Il conto finale è nel 2024 la tassazione media è stata pari al 42,8%, la più alta negli ultimi dieci anni. E che il prossimo anno crescerà ancora un po’. Dunque la sensazione è che sotto la panna, ci sia molto poco. Andremo a vedere.