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La maledizione delle suppletive: tutti si riprendono i propri seggi tranne i 5Stelle

Innazitutto, il Movimento non presenterà alcuna candidatura per il collegio uninominale di Roma-Quartiere Primavalle dove si voterà il 3 e il 4 ottobre

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
La maledizione delle suppletive: tutti si riprendono i propri seggi tranne i 5Stelle

Ora è ufficiale: il MoVimento Cinque Stelle non presenterà alcuna candidatura per il collegio uninominale di Roma-Quartiere Primavalle dove si voterà il 3 e il 4 ottobre per le suppletive, in uno dei due collegi della Camera dei deputati in palio insieme a quello di Siena, lasciato vacante dalle dimissioni dell’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze del governo di Matteo Renzi Pier Carlo Padoan, dove correrà – senza simboli di partito, nemmeno del Pd di cui è segretario – Enrico Letta.

Anche a Siena il MoVimento non correrà, ma ci sta, quello è sempre stato un collegio del Pd ed è stato vinto nel 2018 dal Pd, quindi a maggiore ragione è normale oggi appoggiare il segretario del partito alleato.

Ma Primavalle e tutti gli altri quartieri di Roma dove si vota sono un’altra storia, perché nel 2018 il collegio era stato vinto proprio dal MoVimento, rappresentato da Emanuela Claudia Del Re, sociologa specialista nelle problematiche dell’immigrazione e dei rifugiati, che poi è stata viceministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, non un ruolo da poco, sia nel primo governo di Giuseppe Conte, quello gialloverde, sia nel Conte bis, quello giallorosso.

Insomma, non una vittoria qualunque, non un collegio qualunque, non una persona qualunque, ma soprattutto una posizione ancora più importante considerando che si vota per le suppletive di Primavalle contemporaneamente alle comunali, dove Virginia Raggi si gioca un difficile approdo al ballottaggio. E quindi la rinuncia a schierare contemporaneamente il proprio rappresentante, nelle stesse due giornate, 3 e 4 ottobre, rischia di essere una doppia bandiera bianca: sul collegio uninominale vinto nel 2018, ma anche sul Campidoglio, quasi l’ennesima rinuncia alla propria identità rispetto all’alleanza con il Pd.

Fra l’altro, non è che sia avvenuto tutto all’improvviso: le elezioni a Primavalle e dintorni, infatti, hanno potuto essere organizzate – o, meglio, avrebbero potuto essere organizzate – con calma, visto che Emanuela Claudia Del Re si è dimessa mesi fa dopo essere stata individuata dal governo italiano e dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che la stima molto, come rappresentante speciale dell’Unione Europea per il Sahel, quindi un percorso guidato e con una tempistica ad esempio molto diversa dai collegi uninominali in cui muore il parlamentare in carica.

Ma questa storia è la prova del nove, l’ennesima conferma della maledizione delle suppletive per il MoVimento Cinque Stelle. Che non aveva dovuto affrontare elezioni sopravvenute nella scorsa legislatura, la prima del MoVimento nelle istituzioni, perché allora vigevano l’Italicum e il Porcellum che non prevedevano collegi uninominali, a differenza di quanto avveniva fino a quando è stato in vigore il Mattarellum.

Stavolta, invece, i collegi c’erano ed è interessante vedere tutta la storia delle suppletive di questa legislatura, dove ogni partito si è ripreso il suo seggio. Tutti tranne il MoVimento.

Vale la pena di studiare tutti i collegi uno per uno: Fratelli d’Italia, ad esempio, ha ripreso il collegio di Villafranca di Verona, dove era stato eletto Stefano Bertacco, il primo senatore della storia del partito di Giorgia Meloni, prematuramente scomparso e molto stimato anche dagli avversari. Al suo posto è stato eletto Luca De Carlo, di Fratelli d’Italia pure lui, che ha rivinto il collegio veronese.

E poi nel collegio uninomale di Terni, dopo le dimissioni di Donatella Tesei, senatrice leghista eletta presidente dell’Umbria, unica governatrice donna fra le venti Regioni, è stata eletta un’altra leghista, Valeria Alessandrini.

A Montecitorio, quando Paolo Gentiloni Silveri è diventato commissario europeo, ha lasciato ovviamente il posto da deputato del Partito Democratico, a cui era stato eletto da presidente del Consiglio uscente, e al posto suo è stato eletto il ministro dell’Economia e delle Finanze del Conte bis Roberto Gualtieri.

E sempre alla Camera, il presidente del Trentino-Alto Adige, o più propriamente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, leghista, dopo le sue dimissioni per incompatibilità è stato sostituito da un altro leghista, Mauro Sutto, eletto nel collegio di Pergine Valsugana e la stessa sorte ha seguito l’altra leghista Giulia Zanotelli, eletta nel collegio uninominale di Trento-Trentino Alto Adige-Sudtirol, poi vinto da un’altra leghista, Martina Loss.

Insomma, praticamente un teorema matematico: a leghista subentra leghista, a meloniano succede meloniano, al posto di un piddino è eletto un piddino.

Vale per tutti, tranne che per il MoVimento Cinque Stelle che finora ha perso tutti i collegi uninominali che aveva conquistato nel 2018, quando fece un risultato straordinario, con il cappotto da Roma in giù in tutti i collegi e il 33 per cento dei voti.

A Roma Primavalle, come detto, il collegio di Claudia Emanuela Del Re sarà perso senza nemmeno combattere per mancanza di candidati (mentre sarà in corsa l’ex ministra della Difesa pentastellata del Conte uno, Elisabetta Trenta, ma per l’Italia dei Valori).

A Cagliari-Burcei, alla Camera, il velista eletto nel MoVimento Andrea Mura, che si era dovuto dimettere per aver detto in un’intervista che si poteva tranquillamente fare il deputato anche in mezzo al mare, è stato rimpiazzato dal giornalista del Pd Andrea Frailis, che ha stravinto le elezioni del 22 gennaio 2019.

A Napoli-San Carlo all’Arena, Franco Ortolani, geologo e docente universitario, il maggior esperto in Italia sulla Terra dei fuochi, apprezzato in modo bipartisan per il suo stile e il suo tatto, eletto col MoVimento nel 2018, è purtroppo presto deceduto. E al suo posto il collegio senatoriale uninominale partenopeo ha mandato in Parlamento il rappresentante del centrosinistra largo, comprensivo degli arancioni di De Magistris, ma non dei pentastellati, il giornalista Sandro Ruotolo, che ora aderisce al Misto per Liberi e Uguali-Ecosolidali.

E nel collegio senatoriale uninominale di Sassari-Nord Sardegna, dove era stata eletta un’altra pentastellata poi scomparsa prematuramente, Vittoria Francesca Maria Bogo Deledda, il MoVimento ha perso un altro seggio, perché al suo posto è stato eletto Carlo Doria, medico, professore universitario di malattie dell’apparato locomotore e direttore della clinica ortopedica dell’azienda ospedaliera universitaria di Sassari.

Doria ha vinto il collegio sassarese, come rappresentante del centrodestra, secondo esponente del Partito sardo d’azione dopo Christian Solinas ad entrare in Parlamento in rappresentanza dei Quattro Mori dopo anni ed anni.

Ma che vinca il centrodestra o il centrosinistra, l’unica regola matematica è questa: nelle elezioni suppletive il MoVimento sta perdendo i suoi collegi vinti nel 2018.

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
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