Chiuse le liste, tra leader in campo e volti noti inizia ufficialmente la campagna elettorale delle europee
Non sarà solo Meloni versus Schlein. Tajani correrà da leader di Forza Italia e dei Popolari europei. E ci saranno in campo anche Matteo Renzi e Carlo Calenda e tanti altri voti noti della politica italiana
Alle 8 di sera del primo maggio inizia ufficialmente la campagna elettorale per le elezioni europee. E sarà all’insegna dei leader candidati - ad eccezione di Giuseppe Conte e Matteo Salvini - e delle sfide all’interno delle coalizioni e fuori le coalizioni. Qualcuno sostiene che si tratterà del secondo turno delle politiche. D’altro canto, mugugnano i detrattori di Giorgia Meloni, «è stata lei, domenica scorsa, a lanciare il referendum per il suo governo». Personalizzare è stato dunque il comandamento della formazione delle liste. Giorgia Meloni detta Giorgia è la capolista in tutte le circoscrizioni di Fratelli d’Italia. L’inquilina di Palazzo Chigi si gioca tanto in questa competizione. I sondaggisti dicono che il suo impegno potrebbe apportare un 2% in più a Fd’I. Una buona performance le consentirebbe di sedersi al tavolo delle trattative in Europa da una posizione di forza. Con una controindicazione: se performasse più degli alleati, monopolizzando il centrodestra, si creerebbe uno squilibrio difficile da gestire. E allora? Meloni dovrà vincere ma non stravincere. E dunque sperare che Forza Italia e Lega non sfigurino. Discorso a parte se gli azzurri di Antonio Tajani, capolista in 4 su 5, superassero il Carroccio. A quel punto si aprirebbe una crisi all’interno della Lega che, va da sé, a cascata potrebbe ricadere sull’esecutivo. Si vedrà.
Scende in campo Schlein, detta Elly
Capolista sarà anche la segreteria del Pd Schlein detta Elly. Ma solo in due circoscrizioni su cinque. E la ragione di questa scelta è stata determinata dai malumori interni al Nazareno. Schlein sfida Meloni e prova a polarizzare lo scontro con la premier. Obiettivo: intestarsi la leadership della coalizione di centrosinistra, isolare Giuseppe Conte ed avvicinarsi il più possibile a Fratelli d’Italia. Tante le controindicazioni: le divisioni interne al Pd, che non sono certo una novità, le inchieste diffuse tra Piemonte e Puglia, che hanno aperto una questione morale nel partito. Schlein, per sparigliare, punta tanto su alcuni profili, come Lucia Annunziata, giornalista di lungo corso e volto Rai fino a poco tempo fa, che guiderà il Pd nella circoscrizione Sud. O come Marco Tarquinio, giornalista ed ex direttore di Avvenire, che proverà ad intercettare il sentimento pacifista diffuso nel Paese. Ma di sicuro «Elly» vorrà sfidare «Giorgia» in un duello tv che potrebbe celebrarsi nelle prossime settimane. Una sfida nel piccolo schermo all’americana con domande e risposte secche, controllo del minutaggio e aperto alle migliori firme del giornalismo italiano.
Tajani correrà da leader di Forza Italia
Non sarà solo Meloni versus Schlein. Sarà, per dire, la prima competizione elettorale di carattere nazionale senza Silvio Berlusconi. Tajani correrà da leader di Forza Italia e dei Popolari europei. Nelle liste il vicepremier azzurro ha schierato tanti volti noti della politica italiana: da Letizia Moratti agli ex leghisti Roberto Cota (nord-ovest) e Flavio Tosi (nord-est) che dovranno sottrarre voti al Carroccio. E al centro, Tajani metterà in campo Renata Polverini e Alessandra Mussolini. Senza dimenticare Paolo Damilano, candidato sindaco di Torino sconfitto, che si giocherà la partita con la casacca azzurra nel nord-ovest.
Matteo Renzi si gioca il tutto per tutto
E ci saranno in campo anche Matteo Renzi e Carlo Calenda. Solo dieci anni fa il leader di Italia Viva stravinceva le elezioni europee con il famoso 40%, ora si gioca il tutto per tutto con la lista “Stati Uniti d’Europa”, progetto che vede coinvolti +Europa, radicali, socialisti e Libdem. Sarà all'ultimo posto in quattro circoscrizioni su cinque: «E a differenza di quello che faranno gli altri - sottolinea - se sarò eletto io andrò al Parlamento europeo, a Strasburgo e a Bruxelles». Dove punta al seggio anche Emma Bonino: «Ho deciso di raddoppiare il mio impegno, candidandomi nella testa di lista anche nella circoscrizione del Centro, oltre che capolista al Nordovest». Non ci sarà l'ex sindaco di Agrigento Marco Zambuto, compagno della figlia del leader della Dc Totò Cuffaro, dopo le polemiche sull'appoggio dell'ex governatore siciliano, condannato (pena già scontata) per favoreggiamento a Cosa nostra. Il segretario del Psi, Enzo Maraio, sarà nella circoscrizione Sud, dove è in corsa anche Sandra Mastella, moglie di Clemente (e che corre con il nome del marito). La radicale Rita Bernardini nelle Isole. Nel Nordovest schierano invece Alessandro Cecchi Paone. E Renzi, si diceva, si gioca il tutto per tutto perché la lista dovrà raggiungere il 4% su base nazionale, un’impresa non certo facile nell’attuale quadro politico.
Calenda sarà il capolista della lista Azione
Calenda, invece, sarà il capolista della lista Azione, che tra gli altri candiderà l’ex ministra Elena Bonetti, il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser, che ha fatto riaprire il caso sulla strage di Erba, Marcello Pittella e l'ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti, che ha lasciato +Europa dopo l'accordo con Renzi. A sinistra ci sarà un sovraffollamento. Se Alleanza Verdi e Sinistra punta tutto su Ilaria Salis e su una serie di ex faccioni del mondo progressista come Ignazio Marino e Leoluca Orlando, che avranno il compito di rubare voti a Pd e Cinquestelle; Michele Santoro sarà in campo con la lista Pace Terra Dignità. Resta l’incognita 5Stelle, non ha mai performato alle europee. L’avvocato del popolo non sarà della partita nel segno della coerenza. Fra gli altri Conte schiera Pasquale Tridico, già presidente dell’Inps. Certo se agguantasse in termini percentuali il Pd di Elly Schlein sarebbe già un grande risultato. Eppure chi ha più da perdere da questa tornata elettorale è solo uno: Matteo Salvini.
La Lega punta su Vannacci
Il leader della Lega ha puntato tutto su Roberto Vannacci, il generale del politicamente scorretto. Una mossa che appare come l’ultimo tentativo di salvare il progetto di Lega nazionale. In lista anche Claudio Borghi (Centro) nel segno dell’euroscetticismo, Susanna Ceccardi sempre al centro, al Sud il ras delle preferenze Aldo Patriciello. In questo contesto resteranno a guardare i governatori del Nord e super big del partito, come Giancarlo Giorgetti. Tutto aspettano di vedere il risultato finale in base al quale potrebbero mettere in discussione la leadership del Capitano leghista. Curiosità: Vittorio Sgarbi figura al 17esimo posto nelle liste di Fratelli d'Italia al sud.