[L'intervista] La matassa della giunta sarda da sbrogliare. Chessa assicura: "Non farò nessun passo indietro"
L'assessore designato al Turismo della "mini giunta" sardo-leghista dice che la sua nomina "non è assolutamente in discussione". Oggi il vertice per completare la squadra
“Passo indietro? Assolutamente no”. Nel giorno del vertice di maggioranza che in Sardegna dovrà sbrogliare la matassa delle caselle ancora mancanti nella “mini Giunta” varata da Christian Solinas due giorni fa, parla Gianni Chessa, uno dei cinque assessori già nominati in ossequio al manuale Cencelli del centro destra isolano a trazione sardo-leghista. Chessa, in quota Partito Sardo d’Azione (lo stesso del presidente Solinas) è il nuovo titolare regionale del Turismo e delle Attività produttive e già spopola già sui social per alcune dichiarazioni “ruspanti” sul suo modo di intendere il business dell’accoglienza nell’Isola. Ma è anche un politico di lungo corso ed un fedelissimo del presidente sardista – “Lo conosco da quando era bambino” - dice, pur avendo militato per oltre vent’anni nell’Udc. Ecco perché le indiscrezioni di stampa circolate nelle ultime ore lo volevano pronto ad un “sacrificio” concordato, con il ritiro delle deleghe assessoriali già conferite turismo per favorire un’intesa con gli alleati minori per varare finalmente una giunta al completo ed “il più condivisa possibile”.
“Qualcuno ha sognato di notte”, dice Chessa. “Io non sono assolutamente in discussione. Ma le pare che il presidente mi conferisce le deleghe e il giorno dopo le ritira? Naturalmente io il passo indietro potrei farlo anche se ci fosse bisogno. Ma in queste condizioni politiche saranno altri a farlo, vedrà”. Il riferimento è al braccio di ferro che ha visto protagonisti da un lato la Lega – ferma sullo schema del 3 più uno, ovvero tre assessori più la presidenza del Consiglio Regionale - e i Riformatori Sardi dall’altro, che rivendicano a loro volta due caselle in Giunta. C’è poi Forza Italia, che pur avendo ottenuto le poltrone del Bilancio e del Lavoro, continua ad avere ambizioni sulla guida dell’Assemblea sarda.
In attesa di un accordo sugli equilibri di spartizione la Lega per ora ha incassato la titolarità di un solo assessorato, ma pesante: quello della Sanità. Quasi certa per il Carroccio l’attribuzione anche dell’Agricoltura e degli Affari Generali. Il Psd’Az terrebbe per se la titolarità dei Trasporti e quella dell’Urbanistica, mentre ai centristi di Sardegna 2020 dovrebbe andare l’Industria. La Cultura è già cosa fatta per l’Udc, mentre ai Riformatori toccherebbe accontentarsi di un solo assessorato, quello ai Lavori Pubblici.
Chessa si dice tranquillo, nonostante le sue prime dichiarazioni da assessore abbiano scatenato l’ ironia degli avversari sui social, ed esclude anche eventuali “scambi” di poltrone coi colleghi della maggioranza: “Ho detto che la Sardegna va portata a reddito e lo confermo. E che non ci servono mercatini e stand in pvc: intendevo dire che bisogna puntare sulla qualità. La Sardegna deve diventare una “griffe” nel mondo. I vincoli ambientali? Se ostacolano lo sviluppo vanno cambiati. Bisogna creare lavoro per i giovani, io sono un decisionista, ragiono con senso pratico”.
Previsioni rispetto alla conclusione del vertice? “Non si toccano questi assessorati che ci sono oggi perché la politica è una cosa seria”.