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"Renzi e Gentiloni? Leaders complementari, un ticket di governo può neutralizzare i populismi"

Durante la festa nazionale del Pd a Imola il premier in carica ha abbandonato i panni di leader "pro tempore" rivendicando l'azione di governo ma anche la continuità con il suo predecessore. L'intervista a Claudio Cerasa

Paola Pintusdi Paola Pintus   
'Renzi e Gentiloni? Leaders complementari, un ticket di governo può neutralizzare i populismi'

Sabato scorso alla festa nazionale del Pd a Imola è successo qualcosa. Il premier Paolo Gentiloni ha fatto un bilancio dei suoi primi 270 giorni di governo, dismettendo per a prima volta i panni del leader "pro tempore". Lo ha fatto con il suo stile, sobrio, inclusivo, rassicurante. Ma dalle sue parole sono emerse, rotondamente, tutte le peculiarità di una visione che è al contempo complementare e innovativa (non discontinua) rispetto a quella del suo predecessore Matteo Renzi. Una visione che tutto tiene, in nome della "responsabilità" di governo, della "stabilità" e della "crescita", dentro un percorso saldamente ancorato al quadro del centro-sinistra (dall'Ulivo al Pd, fino alle riforme inaugurate nei 1000 giorni) e ai suoi valori sempre attuali (lavoro, solidarietà, ambiente,integrazione) ma che si confrontano con le sfide di una realtà che cambia. Perché si, Gentiloni ha rivendicato di aver dato stabilità al paese, prendendo le redini in una situazione oggettivamente difficile come quella del caos post referendario, ma ha anche reso omaggio all'azione riformatrice del governo Renzi, senza la quale-ha detto il premier- oggi non potremmo assistere ad una crescita del Pil pari al doppio delle previsioni. Non solo: il premier ha anche sottolineato la continuità sostanziale col governo Renzi, da cui ha ereditato quasi intatta la squadra dei ministri e ha parlato di una vocazione di governo a sinistra che è "responsabile" e che non si fa snaturare dalle alleanze di necessità. Insomma, chi pregustava un duello Renzi-Gentiloni in vista della premiership 2018 rimarrà, forse, deluso.  Dietro il gioco di ruolo fra il segretario PD autonominatosi "allenatore" ed un premier che su definisce "riserva", inizia a intravvedersi la possibilità di un ticket di governo fra i due: l'unica carta, forse, in grado di contrastare con una certa efficacia i populismi dei vari di Maio e Salvini. Ne abbiamo parlato con Claudio Cerasa, che su questo ha scritto su Il Foglio dopo l'intervista sul palco di Imola. 

E' così dunque? Il "ticket" Renzi e Gentiloni è davvero possibile?

"Non so se si profila un ticket. Penso che in questa fase la presenza di una nuova leadership come quella incarnata da Gentiloni non sia un'alternativa alla leadership di Renzi, ma se il Pd si muove con intelligenza può senz'altro trasformare il ticket Renzi-Gentiloni in un'alternativa ai vari populismi. E' un'opportunità concreta perchè i due sono chiaramente complementari. In molti vogliono provare a dividerli, ma anche dalle parole che ha detto a Imola sabato sera è evidente che Gentiloni non ha alcuna voglia di essere alternativo: lui vuole semplicemente cercare di portare avanti le idee dell'ex Presidente del Consiglio ora segretario del Pd con altri mezzi.  Se ben combinate, queste caratteristiche possono anche avere la speranza di raccogliere un discreto bacino elettorale". 

Il premier Gentiloni ha anche detto che il PD può essere il perno di una maggioranza allargata che sta insieme non solo per esigenze di pallottoliere ma nei temi, prendendo ad esempio l'attuale maggioranza di governo che "seppur fragile" è riuscita a creare una certa "omogeneità".

"In realtà Gentiloni ha detto che il PD è stato il responsabile di quello che è successo nel governo e nel paese negli ultimi anni perchè era la principale forza che ha sostenuto i vari governi che si sono succeduti dal 2011 a oggi ma il dato più interessante è che per la prima volta c'è un esponente importante di un partito della sinistra che rivendica le buone azioni compiute dalla grande coalizione ed è interessante che ci sia il tentativo in Italia di raccogliere i frutti non soltanto degli ultimi 1000 giorni, ma di quello che ha fatto il centro-sinistra in questi anni E' un tentativo di trovare un collante che non so se riuscirà, ma degno senz'altro di nota".

Che differenza c'è fra un leader come Gentiloni e a suoi predecessori come Prodi o Letta, che pure in questi giorni non lesinano critiche al Pd?

"Sono figure completamente diverse. In questa fase politica Prodi e Letta cercano di dar vita a un progetto politico che dietro l'idea del ritorno alla formula  del centro-sinistra originario nasconde un rancore di fondo. L'idea che la coppia Gentiloni-Renzi possa provare a portare avanti una nuova formula  e anche un nuovo modo di intendere il centro-sinistra è comunque un'alternativa chiara a quel modello di frammentazione che ha mostrato di non raccogliere il consenso degli italiani. Funzionerà? Lo vedremo". 

 

Paola Pintusdi Paola Pintus   

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