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Migranti e Israele, esplode la polemica: l'ira delle opposizioni contro la 'censura' della Rai e Mar Venier. Video

Sono migliaia i tweet di utenti a sostegno delle parole di Ghali e Dargen D'Amico, che sono intervenuti in favore della causa palestinese e in difesa degli immigrati. Sono molti i commenti che accusano la Rai di censura

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Opposizione compatta contro l'ad della Rai Sergio e Mara Venier che ha letto il comunicato a seguito del caso Ghali e del suo 'stop al genocidio'. Una nota dei componenti Pd in commissione di Vigilanza parla di 'libertà di espressione sacrosanta' e da rispettare e sottolinea la 'brutta pagina della Rai con l'ad che si è elevato a giudice dei contenuti di una canzone e di ciò che dice un artista sul palco e Mara Venier che si è prestata a fargli da megafono'.

Le reazioni 

Dello stesso tenore le prese di posizione di Avs, Davide Di Pietro e Orlando che definisce l'intervento della Rai 'ottusità censoria'. "Quello che è successo in Rai è grave. Prima la velina e poi la censura nello stesso programma, Domenica In su Rai Uno" dice Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Partito Democratico. "La nota dell'Amministratore delegato Rai, Roberto Sergio, letta da Mara Venier - prosegue Ruotolo - ha il sapore di una velina inopportuna e sbagliata. Siamo tutti d'accordo nel condannare la strage di Hamas del 7 ottobre e siamo tutti d'accordo per un cessate il fuoco umanitario a Gaza. Non compete all'Amministratore delegato della Rai, interpretare le dichiarazioni di un artista e imporre la sua velina. E sempre nello stesso programma, aver interrotto, come ha fatto Mara Venier, un altro artista che si era esibito a San Remo, Dargen D'Amico, sugli immigrati perché 'siamo qui per parlare di musica e divertici, ha il sapore della censura', di una Rai sempre più al servizio di palazzo Chigi", conclude.

L'intervento del presidente del Senato Ignazio La Russa

"Un festival con una punta dolorosa, quella di essere entrato nella vicenda israeliano-palestinese a senso unico. Quello è l'elemento peggiore di tutto il festival. Il festival o non entrava sul tema o, se ci entri, devi entrarci in maniera equilibrata. Non puoi affidare il tema a un cantante che pronuncia una frase a senso unico. I cantanti possono dire quello che vogliono, ma devono essere corretti. O almeno c'è il dovere di chi conduce di equilibrare". Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa a Un Giorno da Pecora su Rai Radio 1 commentando quanto avvenuto sul palco del Festival di Sanremo.

Pioggia di critiche sui social contro la Venier

Sono migliaia i tweet di utenti a sostegno delle parole di Ghali e Dargen D'Amico, che sono intervenuti in favore della causa palestinese e in difesa degli immigrati. Sono molti i commenti che accusano la Rai di censura nei confronti dei due cantanti e parlano di "pagina vergognosa del servizio pubblico". A far discutere è in particolare il momento in cui Dargen D'Amico interviene per parlare di immigrazione: "Quello che gli immigrati immettono per pagarci la pensione - afferma l'artista - è più di quello che spendiamo per l'accoglienza". Venier lo interrompe, dicendo: "Però qui è una festa, si parla di musica". Poi in sottofondo si sente la conduttrice dire: "Mi mettete in imbarazzo, non vi faccio parlare più, perchè non è questo il momento".

Nel mirino è finito anche il comunicato di Sergio

L'Ad è stato accusato di non contenere alcun riferimento alle ragioni dei palestinesi. Sono decine a postare il video della lettura della nota da parte della conduttrice, stigmatizzando, in particolare, il commento conclusivo: "Queste sono le parole del nostro amministratore delegato che ovviamente condividiamo tutti". Tanti i messaggi in sostegno di Ghali, nei quali si posta il video delle sue parole a Domenica In in risposta all'ambasciatore di Israele: "Da quando ho scritto le mie prime canzoni, a 13-14 anni, parlo di quello che sta succedendo - sottolinea l'artista -. Non è dal 7 ottobre, questa cosa va avanti da un po'. Il fatto che lui parli così non va bene. Continua questa politica del terrore, la gente ha sempre più paura di dire 'stop alla guerra' e 'stop al genocidio'. Le persone sentono che perdono qualcosa se dicono 'viva la pace', non deve succedere questo".

 

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