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Meloni indagata per il "caso Almasri": "Avanti a difesa dell'Italia". Camere sospese fino a martedì

La capigruppo ha deciso la sospensione fino alla settimana prossima, l'opposizione: "Situazione molto grave". Il penalista Li Gotti: "Per me era insopportabile che venissero dette una serie di menzogne". Il provvedimento riguarda anche i ministri Nordio, Piantedosi e Mantovano

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I lavori della Camera e del Senato sospesi fino a martedì: è quanto hanno stabilito le conferenze dei capigruppo dei due rami del Parlamento su richiesta delle opposizioni e come conseguenza della cancellazione dell'informativa sul caso Almasri da parte dei ministri Piantedosi e Nordio a seguito dell'avviso di garanzia ricevuto dai due ministri e dalla premier, Giorgia Meloni, che hanno nominato Giulia Bongiorno come legale. "Non andremo avanti con i lavori finché il governo non chiarirà i contorni della vicenda, che non è solo giudiziaria ma essenzialmente politica e molto grave", ha detto il capogruppo del Pd, Francesco Boccia, al termine della riunione e parlando insieme ai colleghi del M5S, Avs e Italia viva. La prossima capigruppo è stata convocata martedì alle 15.

"Il governo non scappa da nessun confronto con il Parlamento". Anzi "oggi eravamo pronti a riferire, c'è però una questione nuova, eclatante, credo senza precedenti. Un'informazione di garanzia" e "c'è la necessità da parte del governo di riflettere un attimo su cosa e quando riferire al Parlamento. Appena possibile comunicheremo al presidente della Camera chi e quando riferirà". Parole che arrivano dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, al termine della capigruppo. Serve "solo differire qualche giorno". "Si sta valutando se è opportuno o no" che siano Nordio e Piantedosi "e questo vale a maggior ragione per la premier".

La premier: "Continueremo a difendere l'Italia"

"Il nostro impegno per difendere l'Italia proseguirà, come sempre, con determinazione e senza esitazioni. Quando sono in gioco la sicurezza della Nazione e l'interesse degli italiani, non esiste spazio per passi indietro. Dritti per la nostra strada". Lo scrive sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni  Meloni indagata dalla Procura di Roma per peculato e favoreggiamento sul "caso Almasri", il comandante libico accusato di crimini contro l'umanità dalla Corte dell'Aja arrestato e poi rilasciato e riaccompagnato a Tripoli su un volo di Stato. Intanto ci sarebbe in corso un vertice di governo a Palazzo Chigi. Partecipano la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il vicepremier Antonio Tajani e altri ministri. Fonti dell'esecutivo escludono che il tema della riunione sia il caso Almasri. Potrebbe trattarsi, a quanto si apprende, di una riunione sul dossier immigrazione.

"Non sono ricattabile e non mi faccio intimidire"

"Non sono ricattabile, non mi faccio intimidire. Vado avanti senza paura", ha detto il presidente del Consiglio in un video diffuso sui social per dare la notizia. Sono stati iscritti anche i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario Mantovano. L'iniziativa della Procura nasce da un esposto dell'avvocato Luigi Li Gotti."Io penso che valga oggi quello che valeva ieri, non sono ricattabile non mi faccio intimidire è possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l'Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione. A testa alta e senza paura", ha dichiarato in un video diffuso sui social.

Li Gotti: "Ho fatto la denuncia per dignità"

Il centrodestra fa quadrato intorno alla Presidente del Consiglio: "Una ripicca dei magistrati". L'Anm replica: "E' un atto dovuto, la politica ha frainteso". L'avvocato Luigi Li Gotti difende la sua scelta ribadendo che la denuncia contro la premier e gli altri membri del governo è stata presentata "per dignità". "Per me era insopportabile che venissero dette una serie di menzogne, che un boia venisse resituito alla Libia con un aereo di stato per continuare a fare quel che faceva: torture, violenze sessuali, omicidi", ha detto Li Gotti a E' sempre carta bianca, su Rete 4.

"E' un  atto dovuto"

Una denuncia di due pagine messa all'attenzione dei magistrati della Procura di Roma il 23 gennaio, due giorni dopo la scarcerazione e l'espulsione dal territorio italiano del generale libico Abish Almasri. Un atto firmato da Luigi Li Gotti in cui si chiede di procedere nei confronti della premier e di alcuni ministri. "Io ho fatto una denuncia ipotizzando dei reati e ora come atto dovuto, non è certo un fatto anomalo, sono stati indagati", ha spiegato penalista. L'incartamento finirà ora all'attenzione del tribunale dei Ministri. "Io mi sono limitato a presentare un atto, a raccontare cosa è accaduto in quei giorni, ho anche allegato una serie di articoli di stampa - prosegue -. I magistrati di piazzale Clodio hanno proceduto, come da prassi, all'iscrizione nel registro degli indagati. Ho individuato due fattispecie, i reati di favoreggiamento e peculato".

"I pm hanno fatto le loro valutazioni e inviato gli atti"

L'iscrizione nel registro è stata effettuata dal procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, il 27 gennaio e "l'avviso di garanzia" è stato trasmesso nella giornata del 28 gennaio. "I pm hanno fatto le loro valutazioni e inviato gli atti alla sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i reati ministeriali. Ora si andrà avanti con l'iter". Nella denuncia il penalista chiede agli inquirenti di "svolgere indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici di Almasri, nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di Stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia".

 

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