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La carica dei nanetti alle Elezioni Europee e le schede a geometria variabile

All’interno del Paese, che nel nostro caso esprime 76 eurodeputati, è come se ci fossero cinque macroregioni dove le liste hanno una loro vita autonoma. E quindi, a seconda dell’area d’Italia in cui votano, gli elettori hanno di fronte partiti diversi, almeno in parte

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
Foto Ansa
Foto Ansa

Sono schede a geometria variabile quelle che ci troveremo in mano sabato e domenica - e anche questa è una geometria variabile rispetto al classico voto di domenica e lunedì - per le elezioni europee. Perché, all’interno del Paese, che nel nostro caso esprime 76 eurodeputati, è come se ci fossero cinque macroregioni dove le liste hanno una loro vita autonoma. E quindi, a seconda dell’area d’Italia in cui votano, gli elettori hanno di fronte partiti diversi, almeno in parte. Ma, quasi in un sussidiario non solo politico e giuridico, facciamo prima di tutto l’appello della composizione dell’Europarlamento per l’Italia: in venti sono i rappresentanti della circoscrizione Nord Ovest (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia), quindici gli eletti nel Nord Est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna), quindici nell'Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio), diciotto nell'Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria) e infine otto nell'Italia insulare (Sicilia, Sardegna).

Funziona così: undici liste sono uguali in tutte e cinque le circoscrizioni e quindi è possibile votarle in tutta Italia. Dieci sono state ammesse perché hanno propri gruppi parlamentari alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica, o perché risultano ufficialmente iscritte a uno dei gruppi delle euro famiglie europee. Ad esempio Alternativa Popolare, il partito del sindaco di Terni Stefano Bandecchi, è erede dell’ultima versione del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e quindi aderisce ufficialmente al Partito popolare europeo, di cui ha il logo anche nel simbolo. Così come “Libertà” di Cateno De Luca, con i suoi 19 simboli, ha avuto due eletti in Parlamento nei due collegi uninominali di Messina con “Sud chiama Nord”, peraltro gli unici eletti - a parte forze autonomiste e pentastellati - ad aver preso parlamentari nei collegi uninominali al di fuori dei due schieramenti principali. Insomma, fra quelli che ci sono ovunque, l’unico che ha raccolto le firme riuscendo a presentarsi in tutta Italia è Michele Santoro, con la sua “Pace terra dignità”

Ed ecco quindi l’appello completo dei “sempre presenti”: Lega per Salvini premier, Stati Uniti d’Europa con i suoi sei simboli (Più Europa con Emma Bonino, Italia Viva, Partito socialista italiano, Radicali italiani, Libdem, Italia c’è al centro), per l’appunto Pace Terra e dignità, Azione con gli otto simboli che si sommano al nome di Calenda (NOS, Partito Repubblicano Italiano, Repubblicani Europei, con il miracolo di mettere d’accordo la storica dirigenza dell’Edera, il partito più antico presente sulle schede, con i repubblicani che fecero la scissione con Luciana Sbarbati, Piattaforma Civica Popolare Riformatrice, Democrazia Liberale, Team K, Associazione Socialista Liberale e Popolari Europeisti Riformatori di Elena Bonetti e Ettore Rosato), la già citata Alternativa Popolare di Bandecchi, Libertà di Cateno de Luca con i suoi diciannove simboli, (i due di De Luca, Sud chiama Nord per le autonomie e Sicilia Vera, poi ci sono i Civici in movimento con Pirozzi, Grande Nord, Il Popolo Veneto, Noi ambulanti liberi, Sicilia Vera, Il Fronte Verde, Progresso sostenibile, Il Popolo della Famiglia, Sovranità, Confederazione Grande Nord, Popolo Veneto, Noi Agricoltori e Pescatori, Vita, Capitano Ultimo, Il Partito Moderato d’Italia, Il Movimento per l’Italexit (da non confondersi con Italexit per l’Italia), il Partito dei Pensionati che però non è il Partito Pensionati di Carlo Fatuzzo, Insieme Liberi, Il Vero Nord, Rizzi e De Luca Sindaco d’Italia, se non ho sbagliato l’appello, che è stato mutante giorno dopo giorno). E infine i classici Partito democratico, Forza Italia, MoVimento Cinque Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Fratelli d’Italia.

Poi, dopo i magnifici undici, ci sono per l’appunto quelli a geometria variabile: nella circoscrizione Nord Ovest ad esempio corre il “Rassemblement Valdotain”, che è solo una delle liste rappresentanti le minoranze linguistiche che siede in consiglio regionale della Valle D’Aosta e rappresenta l’anima più di centrodestra della parte francofona della Val d’Aosta. I suoi rappresentanti si sono dimostrati bravissimi ad interpretare la legge e quindi si sono candidati con il proprio simbolo, apparentandosi a “Libertà”, senza necessità di raccogliere le firme. Impresa che fra l’altro sarebbe stata praticamente impossibile visto che gli abitanti della Valle sono solo 100mila. E così ecco servita la dodicesima lista del Nord Ovest.

Spostandosi a Nord Est anche qui le liste sono dodici e anche qui l’”intrusa” nasce da una minoranza linguistica: la Sudtiroler Volkspartei, ma in questo caso si tratta di un partito che è rappresentato sia alla Camera sia al Senato nel Parlamento italiano e che, sempre con la formula dell’apparentamento a un partito nazionale, in questo caso Forza Italia, ha anche un eletto al Parlamento europeo, Herbert Dorfmann, che siede nel gruppo del Partito popolare europeo. Circoscrizione che vai, dodicesimo che trovi: e nel Centro Italia la dodicesima lista e’ quella di Marco Rizzo, ex esponente di Rifondazione e del Pdci, segretario del Partito comunista e leader di “Democrazia sovrana e popolare”. Si è molto parlato del “fronte rossobruno”, perché a dare una mano nella raccolta firme a Marco Rizzo è stata “Indipendenza!” Il partito di Gianni Alemanno, con cui presentano liste comuni alle amministrative di Modena.

Infine, mentre nelle isole i simboli sono gli undici “classici”, nella circoscrizione Sud il dodicesimo è l’alleanza fra il “Partito animalista” e “Italexit per l’Italia” orfana di Paragone, ma erede di quell’esperienza. E qui, non basta una vertenza, ma ce ne sono addirittura due: la prima è relativa al fatto che questa lista è stata ammessa in quanto apparentata con “Animal politics EU”, forza che già siede al Parlamento europeo e appartiene al gruppo più a sinistra di Strasburgo e Bruxelles, sinistra verde e nordica, che oggi si chiama semplicemente “The Left”. E poi c’è anche una polemica con “Libertà” di Cateno De Luca che fra i suoi diciannove simboli schiera il “Movimento per l’Italexit”, che è proprio un altro partito rispetto all’originale “Italexit per l’Italia”, rappresentato in Parlamento da cinque fra deputati e senatori nella scorsa legislatura. E, già che ci siamo, ricordiamo una forte presenza ex pentastellata nelle liste di Cateno: Veronica Giannone, Piera Aiello, l’ex viceministro dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli, che è la numero due del partito, e soprattutto Sarà Cunial, la più No Vax dello scorso Parlamento che è presente nella squadra con la sua “Vita”, che si definisce “comunità sociale e politica”. Per tutti, l’obiettivo è il 4 per cento. Senza il quale si resta a casa. E si resta sulle schede.

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
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