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[Il retroscena] La miss Italia e lo scontro sui paracadutati. È caos per le candidature nel centrodestra

La "nomenklatura" azzurra contro i volti nuovi: candidati Galliani e una ex concorrente di Miss Italia. Deluso Toti, che protesta. E' ancora tutto da decidere e c'è chi firma la candidatura senza sapere il collegio. Salvini sceglie il Senato e di non rompere con Bossi: sarà anche lui in lista

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Matilde Siracusano e Silvio Berlusconi

Metti Adriano Galliani. Il leader di Forza Italia non ci rinuncerà mai, lo vorrebbe ministro dello Sport e gli ha promesso un posto sicuro al Senato in Lombardia. Per farlo ha “scalzato” un senatore uscente che sarà “paracadutato” altrove, forse nel Sud Italia, dove a sua volta toglierà il posto ad un altro uscente, che vive ed è nato lì, che sta facendo di tutto per resistere alla prossima trombatura.

È questa la dinamica, innestata dal fondatore che vuole “facce nuove”, che ha portato Forza Italia all'impasse totale sulle liste, al paradosso che molti dei futuri candidati hanno già firmato la dichiarazione di accettazione della candidatura ma senza sapere dove, quali saranno i collegi. Già da lunedì stanno consegnando a decine alla sede di Forza Italia in piazza San Lorenzo in Lucina i loro certificati elettorali, ma ancora non è stata fatta l’associazione precisa tra nome e numero, cognome e luogo di candidatura.

Liste ancora in alto mare

Ieri pomeriggio si è riunito l’Ufficio di presidenza di Forza Italia e all’ordine del giorno c’erano le liste, che avrebbero dovuto essere chiuse. Al tavolo dei dirigenti azzurri, però, non ne è arrivata nemmeno una Regione che potesse definirsi già chiusa. Troppe le incognite, troppo complicati gli incastri tra chi vorrebbe correre in un collegio ma teme di perderlo e ripiega sui listini proporzionali, le ambizioni personali e l’alternanza obbligatoria tra uomini e donne (che dovranno essere almeno il 40%).

Ecco perché il leader di Forza Italia è impegnato da giorni in una non stop ad Arcore con i coordinatori regionali – a rotazione – e non è riuscito a mettere il suo sigillo su nessuna delle proposte che gli sono state presentate. Ogni volta che studia una lista e controlla il favorito secondo i sondaggi, Berlusconi prova a suggerire qualche profilo “nuovo”.  Oltre a Galliani – che si è dimesso ieri dal suo incarico in Mediaset e correrà per Palazzo Madama in Lombardia – arriverà da Mondadori il direttore dimissionario di Panorama, Giorgio Mulè.

Pochi gli uscenti

Gli uscenti che hanno scelto volontariamente – o quasi – di farsi da parte sono pochissimi e, tra questi, l’economista Antonio Martino, primo studioso in Italia della flat tax, l’ex portavoce del Cavaliere, poi passato ad Area Popolare e mai rientrato Paolo Bonaiuti, mentre sono considerate new entry alcuni esponenti – come il suo fondatore – del Centro Studi Liberali di Francesco Ferri, animalisti seguaci di Michela Vittoria Brambilla, il compagno di Federica Panicucci, Marco Bacini, il fratello del medico personale del presidente di Fi, Paolo Zangrillo.

La miss in corsa

Ancora non  è escluso che alla fine si trovi un posto dove far correre anche l’attrice Mariagrazia Cucinotta, mentre ci sarà sicuramente - in Sicilia, nelle liste per la Camera dei deputati, una ex partecipante a Miss Italia. Si tratta di Matilde Siracusano, cresciuta a pane e politica dal momento che è nipote proprio di Martino e figlia di un ex assessore a Messina, che arrivò sul podio del concorso di bellezza più importante nel 2005. Dopo quell’esperienza è stata assistente parlamentare e oggi corre per diventare una deputata sull’Isola dove il coordinatore regionale azzurro Gianfranco Miccichè pensa di fare il pieno di seggi.

Scompare Mastella

Scompare dai radar (e dalle liste) Clemente Mastella, ma  è spuntato nelle liste un posto per la moglie, Sandra Lonardo, nel suo collegio naturale – quello di Benevento – al Senato. Sempre in Campania, a Pomigliano D’Arco, torna in lista per il centrodestra, dopo più di dieci anni di assenza dal Parlamento, il critico Vittorio Sgarbi, richiamato per la sfida al fulmicotone con il candidato premier dei Cinquestelle, Luigi Di Maio. 

La presenza della "quarta gamba"

Ad aggravare il sovraffollamento delle liste la decisione presa dal capo degli azzurri di “caricarsi” alcuni parlamentari di Noi con l’Italia – la cosiddetta Quarta Gamba – che altrimenti al proporzionale rischiano grosso: in Liguria, per esempio, dovrebbe correre in un collegio uninominale Lorenzo Cesa, ma anche Maurizio Lupi e Raffaele Fitto lo faranno, per esempio.

Il malumore di Toti

Aveva protestato in chiaro, parlando in pubblico, Giovanni Toti. Il governatore della Liguria pensava di mandare due assessori a Roma, ma  le cose non sono andate lisce. “Forza Italia speriamo vada bene, se lo decidesse Toti andrebbe benissimo. Sono elezioni nazionali ed è legittimo che i leader politici strutturino l'offerta tenendo presente un'ottica di sistema e non le singole realtà”, ha detto, protestando per l’eccessivo numero di paracadutati nella sua Regione. Alla fine sono spuntati due collegi per il capogruppo di Fi in Liguria, Angelo Vaccarezza, e il vicesindaco di La Spezia, Manuela Gagliardi.

I problemi del centrodestra al Sud

Se al Nord le liste forziste “scoppiano” perché c’è da trattare – per la prima volta – con una Lega a due cifre, al Sud il problema sono gli appetiti dei centristi e – pure lì – gli spazi reclamati dal partito di Matteo Salvini. Così la riunione di ieri si è trasformata in uno sfogatoio nel quale tutti – alla presenza dei capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani, del vice-Berlusconi di fatto che poi è Niccolò Ghedini – hanno provato a resistere alle candidature paracadutate. Si va avanti a oltranza. Al termine della riunione dell’Ufficio di presidenza, i dirigenti azzurri hanno prima “approvato  il programma elettorale della coalizione di centrodestra e ha compiuto gli adempimenti statutari necessari per la presentazione delle liste”, poi, soprattutto, sottolineato “l’importanza di qualificare le liste di Forza Italia con candidature di alto profilo,  sia per quanto riguarda le elezioni politiche che le regionali, in coerenza con i criteri di onestà, competenza, concretezza, esperienza tante volte indicati dal Presidente Berlusconi”. Niente inquisiti troppo compromessi, dunque, e niente “basso profilo”. Su questo aspetto vigila Ghedini.

La Lega viaggia spedita

Se i forzisti si arrovellano, la Lega viaggia spedita ed ha già condotto una campagna acquisti importante: l’avvocato Giulia Bongiorno, e gli economisti Alberto Bagnai e Claudio Borghi i casi più eclatanti. Salvini ha confermato gli uscenti Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli, ma avrebbe escluso parlamentari - come Gianluca Pini - che al congresso della Lega si erano schierati contro di lui. Sarà candidato per il Parlamento l’ex sindaco di Padova, Massimo Bitonci. Non ci sarebbero azioni ritorsive nei confronti di Roberto Maroni e del suo gruppo.  Da via Bellerio è trapelata la notizia che addirittura Umberto Bossi sarà ricandidato e, per la precisione, al Senato, nella circoscrizione Lombardia 3. La scelta del leader della Lega era in qualche modo obbligata, dal momento che Berlusconi si era offerto di dare lui ospitalità allo storico fondatore del Carroccio. La seconda notizia è che Salvini sarà candidato a sua volta a Palazzo Madama e non a Montecitorio. 

Le grane del M5S

Grane ci sono anche in casa M5s, dove attivisti denunciano il “caso” delle candidature traslocate da un collegio all'altro o sparite del tutto. Confrontando le liste dei candidati usciti vittoriosi delle parlamentarie con quelle diffuse dal blog del Movimento, infatti, alcuni nomi presenti nelle prime non compaiono nelle seconde, e viceversa.

Paolo Emilio Russodi Paolo Emilio Russo, giornalista parlamentare    
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