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Il duro lavoro del Senato: 3 ore e 50 in un mese e dieci giorni. A Montecitorio il sipario si è alzato sei volte

Le 2 sedute d’agosto sono durate rispettivamente di 15 e 10 minuti. I senatori però si riposano di più e possono godersi ancora qualche giorno di riposo.

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
Senato (Foto Ansa)
Senato (Foto Ansa)

A Montecitorio, come abbiamo raccontato su Tiscalinews nelle scorse settimane, dopo la “chiusura per ferie” del 5 agosto, il sipario sulle sedute dell’aula si è alzato addirittura – si fa per dire – sei volte: il 9 e il 26 agosto e altre quattro per discutere del decreto sul Green Pass: 6, 7, 8 e 9 settembre.

Certo, le due sedute d’agosto sono durate rispettivamente di quindici e dieci minuti ed erano convocate per annunciare la presentazione di decreti legge e dei relativi disegni di legge di conversione, obbligatoria a norma di Costituzione entro cinque giorni dalla decisione del governo. Ma non stiamo a guardare il capello, i deputati sembrano eredi di Stakanov in questa storia.

Perché, nel frattempo, i senatori si riposano un po’ di più.

Ci sta anche: a Palazzo Madama sono mediamente più anziani, vengono eletti solo dopo aver compiuto 40 anni (a Montecitorio ne bastano 25) e quindi è probabile che fossero più stanchi dei colleghi deputati.

Insomma, anche al Senato della Repubblica il “rompete le righe” estivo era stato il 5 agosto, ma da allora le vacanze sono state interrotte solo da una seduta, il 7 settembre, per le comunicazioni sull’Afghanistan e per comunicare il calendario dei lavori successivo al “ritorno in classe”.

E qui arriva la sorpresa: c’è un’ulteriore settimana di vacanza per l’aula di Palazzo Madama, perché la prossima seduta è prevista martedì 14 settembre alle 16,30. Certo, è giusto evitare la demagogia, ricordando che questa settimana è dedicata ai lavori delle commissioni e certamente i più secchioni fra i senatori possono partecipare alle sedute dei rispettivi “mini-parlamentini”, ma diciamo anche altrettanto chiaramente che sono in molti quelli che disertano le commissioni (e spesso pure l’aula, ma questa è un’altra storia).

Un primo giorno di scuola molto soft

Insomma, la seduta di Palazzo Madama è stata un primo giorno di scuola molto soft, con tempi altrettanto morbidi: convocazione a mezzogiorno, apertura dei lavori alle 12,05 e prima sospensione alle 15,10 dopo tre ore e cinque minuti. Ripresa 56 minuti dopo, alle 16,06, e nuova sospensione dopo due soli minuti di seduta alle 16,08. Nuova ripresa alle 16,32 e chiusura definitiva alle 17,15, per l’appunto con l’appuntamento a martedì pomeriggio della prossima settimana.

Durata lorda della seduta della ripresa cinque ore e dieci minuti; durata netta tre ore e cinquanta minuti. C’è di peggio nella vita.

L'addio a Saviane

Ma il rientro è stato anche un po’ mesto perché in questo mese è morto il senatore leghista di Belluno Paolo Saviane, ricordato ieri in aula con grande affetto da tutti coloro che sono intervenuti, da destra a sinistra, anche i più lontani ideologicamente da lui, che hanno tratteggiato un personaggio mite e dolcissimo, un montanaro di grande cuore.

Ma la scomparsa di Saviane, che era eletto sulle liste proporzionali della Lega in Veneto apre anche una serie di problemi procedurali. Perché, a differenza di quanto avviene per gli eletti nei collegi uninominali, non si procede ad elezioni suppletive, ma subentra il primo dei non eletti nello stesso partito nelle liste proporzionali.

Sembrerebbe tutto facilissimo, ma non è così: perché nel Veneto di Luca Zaia la Lega ha fatto il pieno anche nel 2018 e quindi non c’è nessun altro dopo il compianto Saviane. E, a differenza di quanto avviene alla Camera (e anche a differenza di quanto è avvenuto al Senato per il MoVimento Cinque Stelle che non aveva più candidati da eleggere fra i siciliani ed è dovuto andare in Umbria per coprire un seggio, dopo una lunga e complessa discussione giuridico-parlamentare e quindi Emma Pavanelli era candidata in Umbria, ma risulta eletta in Sicilia) il fatto che l’elezione dei senatori avvenga su base regionale non porta a cercare un non eletto leghista in un’altra regione, ma un candidato della coalizione di centrodestra nel resto del Veneto.

Ecco chi subentra

Insomma, per farla breve, la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari deve ancora ufficializzare la scelta, ma alla fine subentrerà Bartolomeo Amidei, esponente di Fratelli d’Italia, che fu senatore nella scorsa legislatura, che viene da Rovigo, all’altra estremità del Veneto rispetto alla montagna di Saviane, di quel Polesine che profuma di Delta del Po e affine alla provincia di Ferrara molto di più che al Veneto stesso, in quella terra di mezzo che non è più Leone di San Marco e non è ancora Romagna.

Meloni scippa un senatore a Salvini

Quindi, un mondo diverso. E un partito diverso. Quasi uno scherzo del destino che permette a Giorgia Meloni di “scippare” (in modo del tutto lecito, qui non è storia di voltagabbana) un senatore a Matteo Salvini.

Ma lo stesso Salvini si consola con l’arrivo di una senatrice renziana che molla un Matteo per l’altro: si tratta di Valeria Sudano, eletta in Sicilia nel Partito democratico, che ha seguito l’ex segretario nell’avvenuta di Italia Viva e che oggi entra nel gruppo di Lega e Partito sardo d’azione. Primo caso nella storia parlamentare di questa legislatura di un eletto nel Pd che passa alla Lega.

La soluzione del giallo

E poi sia la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, sia il vicepresidente della Camera Andrea Mandelli, entrambi azzurri, scandiscono la soluzione del giallo dell’estate, già nota ai lettori dei giornali, ma non ancora ufficializzata in aula: “Comunico che, in data 2 settembre 2021, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha inviato al Presidente della Camera e del Senato la seguente lettera: “Onorevole Presidente, La informo che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, ha accettato le dimissioni rassegnate dall'onorevole Claudio Durigon dalla carica di sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Firmato: Mario Draghi”.

Detto tutto questo, i senatori possono godersi ancora qualche giorno di riposo.

Le previsioni del tempo sono favorevoli.

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
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