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Boccia confessa: “La mia verità su Sangiuliano. Ecco perché è un ministro sotto ricatto”. Lui pensa alla denuncia. Il gelo di Meloni

Ieri sera le anticipazioni dell’intervista rilasciata a La Stampa. “Ha fatto favori per conto di altri del governo”. L’avvertimento: “Tanto a te non crederanno mai”. Il ministro adesso ha le ore contate ma dovrà essere lui a farsi da parte. Le opposizioni all’attacco. “Vengano entrambi in Parlamento a chiarire”

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
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“Sangiuliano è un ministro sotto ricatto” Parola di Maria Rosaria Boccia, la 41 enne di Pompei che è stata ad un passo dal diventare consulente del ministro e ora è a un passo da farlo dimettere. Dopo l’intervista boomerang di Sangiuliano andata in onda mercoledì sera in un’edizione speciale del Tg1, ieri è stata una giornata quasi sospesa, in attesa di una mossa della donna in risposta alla lacrime e alla scuse in diretta tv del titolare della Cultura. Mentre lui si dava da fare negli uffici in via del Collegio Romano per far vedere che “il ministri è al lavoro come sempre”, la consulente prima ha fatto un post assai criptico e pieno di messaggi. In serata, prima delle venti, è uscita l’anticipazione dell’intervista che ha rilasciato a Federico Monga, vicedirettore da La Stampa e che sarà pubblicata stamani integrale sul quotidiano di Torino. Il ministro, lato uso, ha annunciato azioni legali. Un pessimo spettacolo insopportabile per le istituzioni. E il conto alla rovescia per l’addio di Sangiuliano è diventato improvvisamente molto veloce.

“Ecco la mia verità”

 “Ci siamo conosciuti nell’agosto scorso (2023, ndr), l’ho seguito in molte trasferte, ho lavorato braccio a braccio con lui in numerose riunioni riservate e sapevo che le mie spese erano tutte a carico del ministero” ha spiegato la  donna in tailleur nero e comincia bianca, sorridente e calma. “L’intervista? Mi ha fatto sorridere. Se mi sento tradita? I tradimenti sono quelli delle persone care”. Quando poi a agosto di quest’anno è stato chiaro che il contratto promesso come consulente non sarebbe mai arrivato, è cominciato lo stillicidio di accuse. La cosa che l’ha fatta andare maggiormente in bestia? “Lui mi ha detto che nessuno avrebbe creduto a me e che quindi la mia storia non avrebbe sortito alcun effetto”. Boccia è convinta che Sangiuliano si sia comportato così perchè “sotto ricatto da parte di gente del governo a cui lui ha fatto molti favori”.

Poco dopo le venti, si era diffusa la voce che Giorgia Meloni avrebbe sentito i due vicepremier Salvini e Tajani per decidere il dà farsi. La notizia è stata poi smentita. Gelo da palazzo Chigi. Stamani Meloni partirà per un fine settimana denso di appuntamenti istituzionali. Ma è chiaro che il destino del titolare della Cultura è appeso ad un filo molto sottile che a questo punto è bene che sia lui stesso a spezzare. Uscendo velocemente di scena. 

Il film della giornata  

E’ stata anche ieri una giornata tutta da raccontare. Fino alle venti il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha avuto una giornata intensa, abbastanza normale, altro che “dimissioni sul tavolo” e le “tante scuse alla premier che mi ha dato fiducia”.  Un  occhio ai social per vedere se e quali gocce di veleno distillasse la sua “quasi consulente” e l’altro sugli impegni ministeriali. “Il ministro è al lavoro in ufficio” sussurrano dagli uffici di via del Collegio Romano. Ha incontrato il sottosegretario al Mef, Federico Freni, per discutere di cultura nella legge di bilancio. E ha firmato un decreto ministeriale molto importante “per la nuova articolazione degli uffici dirigenziali”. 

Il fatto è che l’ormai famosa intervista di 18 minuti tra lacrime, scuse, scontrini e rimpianti che ha sbancato l’audience in favore del TG1 - in questo senso il direttore Chiocci ha fatto sicuramente un colpo - non ha sortito gli effetti sperati. “Si voleva salvare ma non è andata esattamente come voleva” sibilano da Saxa Rubra. I social ieri sono stati impietosi tra meme e sfottò vari. Memorabile la finta seria su una nota piattaforma tv in cui il ministro e la consulente, entrambi vestiti con la tunica bianca dei nobili romani, sono in posa davanti alle antiche vestigia.  Titolo: “Pompei”. Imperdibile il trailer di Crozza-Sangiuliano della prossima serie “Fratelli di Crozza” sulla Nove.  Il ridicolo ha superato nettamente la pietas umana nel momento in cui l’errore umano seppure ammesso è stato messo in piazza davanti a milioni di italiani alle prese con i mille problemi quotidiani.

Il mandato della premier

Il mandato della premier, spiegato martedì in un faccia a faccia con Sangiuliano e poi mercoledì nel consiglio dei ministri, era stato chiaro: l’errore ormai è stato fatto, chiudiamo in fretta questa vicenda, spiega che non un soldo pubblico è stato speso e mettiamoci a lavorare da persone serie, dunque vai in tv, chiarisci ma basta errori. Ma l’intervista lacrimevole, di cui era stato assicurato il potere riparatorio, è stato un boomerang pazzesco. Un altro errore, appunto.  Si racconta che la premier sia ancora più inferocita. “Eppure ero stata chiara nella riunione del Consiglio dei ministri…”.

Il lungo post e le allusioni

Allo choc di mercoledì sera si aggiunge quello di ieri sulla tarda mattina. Quando Maria Rosaria Boccia ha affidato ai social un post che non promette nulla di buono. Per il governo, questa volta. “La stampa mi ha definita in molti modi: influencer, accompagnatrice, sartina, 'una che si vuole accreditare', millantatrice, la Anna Delvey della politica italiana, aspirante collaboratrice, consolatrice, badante, e un amore culturale”. . Ma chi ha davvero fatto gossip: io, lui, o 'l'altra persona', sfruttando un momento strategico per il Paese?”. Chi è “l’altra persona” che Maria Rosaria Boccia coinvolge in questa trama senza fine? “Durante questa vicenda - continua Boccia - ho inizialmente mantenuto il silenzio stampa per rispetto delle istituzioni. Oggi vengo accusata di essere una ricattatrice, ma in realtà non sono io ad aver creato il ricatto. Sono coloro che occupano i palazzi del potere ad esercitarlo. In questo contesto, il potere ha spinto il Ministro alle dimissioni per poi respingerle, all'interno di una strategia cinica volta a tenere in ostaggio la cultura italiana in un momento di visibilità internazionale. Non sono io a esercitare ricatti o pressioni; altri hanno sfruttato con mentalità meschina una vicenda umana che sta avendo ripercussioni dolorose su di me”. Crozza, nella sua parodia su Sangiuliano, ha già risolto l’arcano: la “perfida Meloni mi ha incastrato mandandomi in tv”.

Nuovo choc in serata con le anticipazioni dell’ intervista a La Stampa che sarà pubblicata stamani e l’accusa esplicita: "Il ministro è sotto ricatto per favori fatti ad alcune persone che sono state agevolate da lui”. Uno stillicidio. Quanto ancora può durare?

Al di là di ogni immaginazione

Le opposizioni fiutano il sangue anche perchè la trama si sta sviluppando al di là di ogni immaginazione. E non mollano: chiedono non le dimissioni ma che premier e ministro vengano a spiegare in Parlamento. “E’ un dovere del governo e un diritto del Parlamento ascoltare cosa è successo. Così si umiliano le istituzioni” chiede il Pd. “E’ stata usata la tv pubblica per questioni personali, Sangiuliano venga subito convocato in Vigilanza Rai è la richiesta di Maria Elena Boschi (Iv).Il verde Bonelli è andato in procura è ha presentato un esposto su una doppia ipotesi di reato: distrazione per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio.

Altro che vicenda chiusa: l’intervista è stata invece il volano per un’altra intervista. Ci si chiede come potrà tra due settimane il ministro fare gli onori di casa al G7 della cultura che riunirà i ministri, tra cui cinque donne, delle sette potenze tra Napoli e Pompei (forse, non è ancora sicuro).

Palazzo Chigi tra gelo e imbarazzo

Palazzo Chigi, al di là dell’evidente fastidio - vero o presunto - provocato prima all’intervista al Tg1e poi dall’intervista di lei, non dirà più una parola su tutto questo. Questa l’intenzione, almeno.  Il ministro è sempre più solo. Altri sono i dossier che contano e che la premier chiede di comunicare: la proroga di tre anni per i balneari che poi dovranno comunque andare a gara (e la cosa non piace affatto alla categoria), il livello più alto di occupazione (solo il 6,5 di disoccupati, mai cosi basso dal 2008) e però il pil non cresce come sperato e non nei settori che contano; il divieto assoluto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare, frasi e anche le  immagini della pagine; la legge di bilancio e i tentativi di tagliare la tasse. Già, ma con quali soldi?

La premier cura la sua agenda: oggi a Verona per la riunione dei Presidenti della Camere basse dei paesi del G7; domani a Cernobbio per il Forum  Ambrosetti; poi Parigi per i Giochi Paraolimpici; il 20 settembre a New York alla Nazioni Unite. Sangiuliano è ormai un fastidio e un problema.

Il rimpasto ormai inevitabile 

La premier vede come il diavolo l’ipotesi di un rimpasto che però sembra ormai inevitabile. Tanto vale cominciare a farci i conti. Sono tre le caselle che ballano: Fitto che andrà in Europa e ha deleghe importanti; Santanchè se il gip deciderà il rinvio a giudizio, decisione attesa tra settembre e ottobre; adesso si aggiunge Sangiuliano. 

Ecco che  si sta facendo largo l’idea che un rimpasto potrebbe anche avere dei vantaggi. I tre ministri “uscenti” sono tutti area Fratelli d’Italia e potrebbe essere l’occasione per concedere qualcosa agli alleati. Salvini è già pronto con Lucia Borgonzoni per prendersi la Cultura (ne è l’attuale sottosegretario ed è muta come un pesce sulla nota vicenda). La stessa Meloni si potrebbe tenere il Turismo con un fedelissimo come Acquaroli, il presidente della Regione Marche che non è così blindato nel secondo mandato ( scade nel 2025). Il tema Fitto è molto più complicato ed è legato a doppio filo con la deleghe che otterrà in Europa. Insomma, alla fine il rimpasto - sebbene preveda una nuova fiducia - potrebbe essere una buona occasione per fare ordine anche nella maggioranza. Bisogna sempre però fare i conti con Sangiuliano. Che ieri sera ha annunciato un esposto-querela contro Maria Rosaria Boccia. Finirà a carte bollate. Ma con lui già fuori dal ministero.

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
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