Tiscali.it
SEGUICI

[Il retroscena] Berlusconi, Renzi e Salvini uniti per fermare i Cinque Stelle. E il leader della Lega vuole prendersi anche Forza Italia

Vogliono eleggere insieme i presidenti di Camera, Senato, delle Comitato di controllo del Copasir e della Commissione di Vigilanza Rai per fermare l’avanzata M5S. Il leader della Lega provoca il Cavaliere: si firma "leader della coalizione" e incontra Giovanni Toti, il teorico del partito unico di centrodestra

Berlusconi, Renzi e Salvini
Berlusconi, Renzi e Salvini

Una cosa è il governo, un’altra le cariche istituzionali. Se Matteo Renzi vuol scongiurare che i suoi deputati e senatori finiscano a sostenere un esecutivo composto da quei Cinquestelle che lo avevano tanto odiato, la prima cosa è chiudere un accordo col centrodestra sulle presidenze di Camera e Senato, trasmettere sin dalla settimana prossima l’idea che una maggioranza in teoria c’è pure senza di loro. Ecco perché sono cominciati i primi contatti tra le segreterie e si stanno individuando pure i profili giusti. Nè ad Arcore e in Via Bellerio nè al Nazareno vogliono stare ai “giochetti” dei pentastellati e sembrano sottovalutare una evidenza: in caso di stallo totale, il presidente (o la presidente) del Senato potrebbe essere chiamato a guidare un governo istituzionale, di garanzia. Ecco perché si sarebbe fatto il nome di Paolo Romani. Il capogruppo uscente di Forza Italia a Palazzo Madama gode di stima trasversale, è stato due volte ministro e ha buoni rapporti - essendo di Milano - anche col segretario della Lega. Oltre alle due Camere, centrodestra e Pd vorrebbero blindare con un accordo-quadro anche le presidenze delle Commissioni cosiddette di garanzia, bicamerali, come quella di controllo sui Servizi segreti (Copasir) e quella di Vigilanza Rai.

Le mosse di Salvini

Ma sono proprio le mosse di Matteo Salvini a creare una certa preoccupazione tra gli azzurri. Il primato nel centrodestra se l’è conquistato nelle urne, è vero. Salvini, però, non sembra intenzionato a fermarsi lì, però: vuole prendersi tutto, compresa Forza Italia. E’ questo il timore che serpeggia ad Arcore di fronte alle due mosse fatte ieri dal numero uno del Carroccio, nel suo primo day after la vittoria elettorale. Poteva andarsene a sciare (come intende fare Matteo Renzi lunedì, quando i suoi saranno in Direzione nazionale) e invece il segretario della Lega è andato al mare. Non da solo, però, ma con Giovanni Toti. Col governatore della Liguria hanno pranzato a Portofino: “Ci prepariamo a lavorare duramente, ma prima ci prendiamo 12 ore di ossigeno”, ha detto. Toti, però, non è un dirigente di Forza Italia qualunque. Ha ancora il titolo di “consigliere politico di Silvio Berlusconi”, ma è da tempo in rotta col presidente del suo partito per avere teorizzato la costruzione di un partito unico proprio con la Lega e Fratelli d’Italia, per essere stato l’avanguardia azzurra nelle trattative con i “sovranisti”. “Non ho mai nascosto che avrei preferito un partito unico del centrodestra, un partito che non è ancora arrivato, ma mi auguro che possa arrivare in futuro”, aveva detto ancora lunedì, commentando i risultati elettorali. L’ex direttore Mediaset, che è da sempre un grande amico del leghista,  dice che padani “hanno vinto perché hanno saputo utilizzare un linguaggio coerente con i tempi, individuando i temi che stavano a cuore agli italiani” ed “ora ci auguriamo siano  in grado di fare un governo e dare risposte alle tante problematiche sollevate in questa campagna elettorale”. Il pranzo tra i due, dunque, ha anche un significato politico. Non tutti gli azzurri sono infatti convinti che sia giusto assecondare il -legittimo - tentativo del segretario della Lega di avere un incarico e di provare a cercarsi una maggioranza nelle Camere. Toti sì, e non è il solo. Nei mesi scorsi, prima della campagna elettorale, il giornalista aveva messo in piedi quello che era stato definito “Asse del Nord”, che comprendeva molti dirigenti azzurri eletti nelle zone dove i padani erano (e sono) più forti come Paolo Romani o Mariastella Gelmini. I fedelissimi del Cavaliere, già  abbattuti per il sorpasso inatteso, hanno letto questa photo opportunity prontamente postata sui social network come una specie di minaccia: “Attenti o vi spacco il partito”.

La provocazione

Il pranzo (al menù di pesce) non è stata però l’unica “provocazione” fatta dall’ex capo dei Giovani Padani. Ieri pomeriggio, per la prima volta, ha diramato una breve nota che conteneva una definizione nuova: non più “segretario della Lega e candidato premier”, come avveniva prima del voto, ma “segretario della Lega e leader del centrodestra”. Salvini rivendica anche nominalmente la supremazia su Berlusconi, che, invece, non sembra intenzionato a cedere lo scettro. “Andare al governo è il nostro obiettivo. Stiamo lavorando alla squadra e, nel rispetto delle scelte del presidente della Repubblica, siamo pronti a incontrare le forze politiche rappresentate in Parlamento”, ha sottolineato in quella stessa nota.

Freddezza

La freddezza degli azzurri la si registra non solo nelle conversazioni off the record, ma, soprattutto, nella decisione di far trapelare la notizia che alle consultazioni che si svolgeranno al Quirinale dopo Pasqua il centrodestra andrà diviso. Tutti si sono impegnati a segnalare il nome del leader della Lega, ma potrebbero spuntare “opzioni b”, cioè dei modi per coinvolgere i dem attraverso un “accordo politico”. Ecco perché, chiusa la partita delle Camere, il segretario dovrà decidere se provarci personalmente o mandare avanti un suo fedelissimo: si fanno i nomi del vicesegretario Giancarlo Giorgetti, ma, soprattutto, di Luca Zaia. Il governatore del Veneto, fresco di un bagno di voti pochi mesi fa al referendum, è da sempre stimato anche dal fondatore di Forza Italia, potrebbe agevolare un apporto in termini di voti o l’astensione del Pd nelle Aule.

 

L’inedita centralità del Carroccio ha ringalluzzito tutta la struttura e sta producendo effetti dappertutto, anche nel Sud Italia. In Sicilia, per esempio, dove la Lega è diventato il quarto partito, il segretario regionale per la Sicilia occidentale, il deputato leghista eletto più a meridione, Alessandro Pagano, chiede “un posto nella giunta regionale guidata da Nello Musumeci”, che finora non ha avuto. Il segretario della Lega ha incassato pure un inatteso endorsement del Washington Post. Il quotidiano americano lo definisce “geniale 44enne uomo comune che predilige jeans sbiaditi, t-shirt e una retorica anti-Islam”, capace di conquistare milioni di voti e diventare “l’erede di Silvio Berlusconi, 81 anni, che non ha mai coltivato una nuova generazione di leader nel suo partito”. Suona così come una beffa la notizia che proprio oggi, a tre anni dalla condanna, il Cavaliere potrà chiedere l’estizione della pena per la quale era stato condannato dal Tribunale di Milano e che gli è costata il posto in Senato e ricominciare il percorso verso la “totale riabilitazione”.  

Paolo Emilio Russodi Paolo Emilio Russo, giornalista parlamentare   
I più recenti
25 aprile, Foti: Mi auguro che non ci siano incidenti come in passato
25 aprile, Foti: Mi auguro che non ci siano incidenti come in passato
Francesco e gli ultimi, lasciati ai carcerati 200mila euro del suo conto personale
Francesco e gli ultimi, lasciati ai carcerati 200mila euro del suo conto personale
Difesa Ue, M5S Europa: commissione giuridica boccia piano riarmo
Difesa Ue, M5S Europa: commissione giuridica boccia piano riarmo
La Russa, spero che Netanyahu mandi messaggio per il Papa
La Russa, spero che Netanyahu mandi messaggio per il Papa
Teleborsa
Le Rubriche

Alberto Flores d'Arcais

Giornalista. Nato a Roma l’11 Febbraio 1951, laureato in filosofia, ha iniziato...

Alessandro Spaventa

Accanto alla carriera da consulente e dirigente d’azienda ha sempre coltivato l...

Claudia Fusani

Vivo a Roma ma il cuore resta a Firenze dove sono nata, cresciuta e mi sono...

Claudio Cordova

31 anni, è fondatore e direttore del quotidiano online di Reggio Calabria Il...

Massimiliano Lussana

Nato a Bergamo 49 anni fa, studia e si laurea in diritto parlamentare a Milano...

Stefano Loffredo

Cagliaritano, laureato in Economia e commercio con Dottorato di ricerca in...

Antonella A. G. Loi

Giornalista per passione e professione. Comincio presto con tante collaborazioni...

Lidia Ginestra Giuffrida

Lidia Ginestra Giuffrida giornalista freelance, sono laureata in cooperazione...

Alice Bellante

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla LUISS Guido Carli...

Giuseppe Alberto Falci

Caltanissetta 1983, scrivo di politica per il Corriere della Sera e per il...

Michael Pontrelli

Giornalista professionista ha iniziato a lavorare nei nuovi media digitali nel...