Berlusconi tra paciere e pacifista dice basta guerra e armi. E tende la mano a Putin
Panico nel partito. Al governo. E anche in Europa. A sera il comunicato chiarificatore: “La linea di Forza Italia non è cambiata”. Il Cav cerca una nuova discesa in campo. A Napoli, la città che ama. “Il centrodestra senza di noi è solo destra-destra”. Il governo “andrà fino in fondo”
Due su due sono quasi una prova. Per la seconda volta in dieci giorni Silvio Berlusconi cerca di smarcarsi dall’antiputinismo di governo ed europeo. E per la seconda volta, nel giro di poche ore, deve correggere, precisare, sgomberare il campo da pericolosi fraintendimenti. Al grido “dopo l’uscita di scena della Merkel in Europa resto io l’unico leader” tra un coro sulle note di Malafemmina, antipasti di calamaretti e scialatielli alle vongole, la vista di Marechiaro davanti agli occhi e Napoli alle spalle, il Cavaliere ha scompaginato l’agenda di giornata. In politica estera. Interna. E della coalizione di centrodestra. Berlusconi is back. E non solo come unico vero leader di Forza Italia ma come perno indispensabile della coalizione di centrodestra. “Perché senza di noi - ha argomentato - senza Forza Italia, quella rimane solo destra-destra”. Che difficilmente potrà governare un paese fondatore dell’Europa.
Una nuova discesa in campo
Il Cav sceglie Napoli, suo vecchio amore e tappa della convention di Forza Italia che oggi domani chiuderà alla Mostra d'Oltremare, per riprendersi il ruolo di fondatore del centrodestra e cuore di una coalizione che ha bisogno degli azzurri, per vincere. Altrimenti sarebbe, appunto, solo “una destra-destra”, ammonisce dopo un pranzo a Posillipo con la compagna Marta Fascina, Licia Ronzulli e il senatore Barachini, presidente della Vigilanza Rai. Una nuova discesa in campo, 28 anni dopo. “Nove anni fa sono stato escluso e buttato fuori dal Senato dalla magistratura di sinistra e da una legge, la Severino, applicata retroattivamente e anticostituzionale. Ora torno in campo, per la seconda volta. Come nel ’94 sento la responsabilità di dare all’Italia un futuro di benessere e libertà”. Questo l’incipit. L’antipasto di un menu che sarà completato oggi alla Fiera d’Oltremare. Nell’agenda di giornata non era previsto che Berlusconi parlasse qui. Per vari motivi: non togliere centralità alla kermesse dove ieri sono intervenuti, tra gli altri, i ministri Gelmini, Brunetta e Carfagna nel mirino di quella parte di Forza Italia che considera scontata la nascita di Forza Lega o Lega Italia e anche nei giorni scorsi al centro di uno scontro interno affatto risolto; evitare fraintendimenti, più facili e si parla a braccio e dopo aver pranzato e cantato. Invece il Cavaliere è stato per l’appunto intercettato dalle telecamere. Ed è accaduto tutto quello che non doveva accadere.
“Zelensky dovrebbe accettare le richieste di Putin"
Sono dieci minuti di botta a risposta con i giornalisti fuori dal ristorante. La domanda sull’Ucraina è l’ultima ma la risposta è quella che farà sobbalzare mezzo governo, per non dire intero. Presidente Berlusconi, ha qualche suggerimento per risolvere la guerra in Ucraina? “Io dico che inviare armi significa essere cobelligeranti, essere anche noi in guerra. Ma se proprio dobbiamo farlo, sarebbe meglio non fare tanta pubblicità”. Non dirlo insomma, al Parlamento. C’è spazio per una tirata di orecchie all’Europa e una proposta choccante: “La Ue deve ritrovarsi unita e fare una proposta di pace. Riunire una conferenza di pace dove si crea di convincere Zelensky ad accettare le richieste di Putin”. Cioè Berlusconi pacifista oltre Salvini e oltre Conte. Tutto il contrario di quello che sostiene il governo Draghi, di cui Forza Italia è socio attivo. E di quello che ventiquattro ore prima lo stesso Draghi ha detto alle Camere in una applaudita informativa. Contro la linea del Ppe e dell’Europa. E non è finita. Sotto attacco finiscono anche le sanzioni che “hanno fatto molto male all’economia russa ma anche alla nostra”. Dice che l’hanno sempre definito un “napoletano nato a Milano” e “vulcanico come il Vesuvio”. In effetti, il tempo di far girare i contenuti della spontanea chiacchierata davanti alle telecamere, e mezza Italia, a cominciare da palazzo Chigi, e mezza Europa cominciano a palazzo Chigi comincia a verificare cosa sta succedendo in quel di Napoli. Anche Manfred Weber, il presidente del Ppe, è anche lui a Napoli ed il timore è che Berlusconi abbia parlato in sua presenza, magari distratto, appunto, dai calmati fritti e dagli spaghetti alle vongole.
La correzione
Come era già successo la scorsa settimana, il quartier generale di Forza Italia è costretto in serata a fare un comunicato per ristabilire l’ordine delle cose, togliere “un po’ troppa enfasi” in qualche passaggio riportato. “La posizione del presidente Berlusconi e di Forza Italia non è cambiata ed è perfettamente in linea con quella del Ppe, dell'Europa e dell'Alleanza atlantica. Nessuno in Occidente - neppure gli stessi ucraini - ha immaginato che la guerra per difendere l'Ucraina dovesse diventare una guerra di aggressione alla Russia. In questo quadro l'invio di armi come strumento difensivo a Kiev è doveroso, l'enfasi propagandistica come ogni atteggiamento provocatorio non fa altro che allontanare la conclusione di questo conflitto”. "Occorrono equilibrio e fermezza e riservatezza: solo così si potrà ottenere dai russi una soluzione diplomatica accettabile”. Vedremo oggi quale sarà la terza versione del Berlusconi pensiero rispetto alla guerra, all’Ucraina e a Putin. Di sicuro tra le dichiarazioni a Posillipo e la precisazione della sera, arrivano alcune dichiarazioni di fuoco. Dall’interno di Forza Italia come quella di Elio Vito, ex capogruppo e ministro per i Rapporti con il Parlamento: “Con queste dichiarazioni su Putin, sul basta armi all'Ucraina, l'Italia che sarebbe in guerra, l'Ucraina che deve accettare le condizioni di Putin, ha rotto il c...o!".
Dall’esterno da due ex storici che negli ultimi anni hanno scelto strade diverse come Giovanni Toti e Osvaldo Napoli. “L'Ue convinca Kiev ad accettare richieste della Russia'. Presidente Berlusconi, spero di non avere capito le sue parole o che sia stato frainteso” cinguetta Toti su Twitter Toti. E chiarire: “L’Ucraina invasa ha diritto di difendersi - prosegue Toti - i popoli liberi hanno il dovere di aiutarla. L'unica pace possibile è il ritiro della Russia. Una pace diversa si chiamerebbe resa”. Osvaldo Napoli, ora in Azione, provoca il ministro Gelmini: “Aveva chiesto a Berlusconi parole chiare. Quelle di oggi segnano una netta presa di distanza dalla linea del governo, dell'Europa e della Nato. Se qualcuno si aspetta una replica da Gelmini o da altri moderati, si metta tranquillo: l'unica replica dei moderati sarà fischiettare all'inglese e fingere di non aver sentito”. Il professor Ceccanti (Pd) sfrucuglia dentro Forza Italia: “Lo spirito di Monaco, l'appeasement senza riserve verso gli aggressori: è questa, oltre alla linea di Berlusconi anche quella del suo partito?”.
Paciere anche all’interno
Nel ruolo di paciere, Berlusconi riduce le polemiche interne della coalizione a “fuochi di artificio costruiti da tv e giornali” e rassicura che “il centrodestra è già federato”. Parole che non combaciano con la versione di Matteo Salvini: “Io ho lavorato per unire, ma ho l'impressione che non tutti abbiano la convinzione di vincere” dice il leghista “dispiaciuto” per la corsa in solitaria di Fratelli d'Italia in alcune città. Giorgia Meloni sembra non curarsene. Anzi, resta ferma sul bis di Nello Musumeci alla guida della Sicilia. E ribatte: “Se ci sono alternative lo si dica, ma finora non ho avuto nessuna spiegazione politica". Anche le altre parole di Berlusconi probabilmente non sono gradite a Salvini e Meloni. Soprattutto quando dice che “senza Forza Italia quei due sono solo destra destra”. Unfit, insomma, per governare un paese fondatore dell’Europa.
E paciere rispetto all’agenda di governo
Sul nodo balneari e il la fiducia sul ddl concorrenza, Berlusconi l’ha messa così. “Avremmo voluto più tempo ( il provvedimento è al Senato da dicembre scorso, ndr) ma ne abbiamo comunque a sufficienza per trovare una soluzione perché è chiaro che dobbiamo trovare il modo di proteggere le trentamila aziende familiari che gestiscono gli stabilimenti balneari e che rischiano di perdere l’attività nel momento in cui partiranno le gare”. Tutto questo comunque non deve preoccupare il governo che “deve andare avanti”. “Nessuna fibrillazioni” ha detto. Fino a metà pomeriggio la giornata era ruotata intorno alla decisione del premier Draghi di mettere la fiducia al ddl Concorrenza. Una decisione dettata dal rischio di perdere la terza rata dei fondi del Pnrr (24 miliardi), di far diventare l’Italia inaffidabile rispetto al resto d’Europa e dunque condannarla alla marginalità. Con tutto quello che ne consegue anche dal punto di vista delle ripresa e della crescita. Della svalutazione e dello spread che finirebbe subito sotto attacco. Non ce lo possiamo permettere. Ecco perché Draghi ha detto che il tempo dei tira e molla in Parlamento - sia delega fiscale che ddl concorrenza sono in Commissione dalla fine dal 2022 - è scaduto. Draghi ieri mattina è stato in vista a Verona e, tra le altre tappe, è stato anche in una scuola media di Sommacampagna. “La responsabilità - ha detto ai ragazzi e alla ragazze della Dante Alighieri - la sento molto. E questo è parte della serietà. Guidare un Paese in un momento difficile è responsabilità. Ma la responsabilità è anche agire, fare le cose”. Parole semplici che sono arrivate ai ragazzi e che sembrano voler dare l’interpretazione autentica del suo ultimatum ai partiti della maggioranza.
Seguendo i canali istituzionali, Draghi ha comunque scritto alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati che l’ha poi trasmessa ai capigruppo di Palazzo Madama e al presidente della Commissione Industria, Gianni Girotto. “Il Governo, nel rispetto delle prerogative parlamentari - ha scritto il premier - deve rappresentare che, senza una sollecita definizione dei lavori del Senato con l'iscrizione in Aula del provvedimento ed una sua rapida approvazione entro fine maggio sarebbe insostenibilmente messo a rischio il raggiungimento di un obiettivo fondamentale del Pnrr”.
Salvini sopisce. Conte alza la voce
I partiti di maggioranza, e soprattutto il centrodestra di governo, sembrano aver accettato l’accelerazione. Anche perchè era stato fatto, appena dieci giorni fa, un patto doppio di delega fiscale e ddl Concorrenza. Matteo Salvini ha usato toni concilianti: “Credo che l'accordo sui balneari sia a portata di mano, così come per il catasto. Lo troveremo anche senza porre la fiducia”. Anche il leader della Lega non crede che “il governo sia a rischio, né per le spiagge né per il termovalorizzatore di Roma”. Che è invece il nodo su cui i 5 Stelle hanno promesso fuoco e fiamme. Sta all’attacco, e non potrebbe fare diversamente, la presidente di Fdi, Giorgia Meloni: “La decisione di Draghi è molto grave - ha detto - perchè se il governo si è impegnato a svendere le nostre aziende balneari in cambio di non so cosa allora dovrebbe spiegarlo agli italiani. A casa mia non voglio accordo sottobanco”. Silvio is back. Per Meloni, nell’ottica della coalizione che lei considera già questo è un problema. Tutto il centrodestra si mostra ribelle e non allineato.