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[Il retroscena] La mossa segreta di Berlusconi si chiama Emma Bonino. La furia della Meloni: “Con lei mai”

Il centrodestra avrà bisogno di almeno venti seggi per raggiungere la maggioranza e il leader di Fi studia il modo di coinvolgere la leader di +Europa, alleata col Pd, che fu nominata Commissario europeo da un suo governo. Meloni lo gela: "E' il mio opposto, non la sosterremo mai. Berlusconi dica subito suo candidato premier". La formazione europeista piace a Bruxelles e potrebbe superare lo sbarramento del 3%, ma la leader radicale smentisce: "E' una stronzata e la flat tax non è una buona idea"

Silvio Berlusconi ed Emma Bonino (combo foto Ansa)
Silvio Berlusconi ed Emma Bonino (combo foto Ansa)

Sembrava un gossip di quelli destinati a restare “coperti”, a passare di orecchio in orecchio tra i soliti addetti ai lavori fino a dopo il voto di domenica prossima, ma Giorgia Meloni l’ha fatto emergere. “Circolano nei corridoi frasi che non mi piacciono: chiarisco che voti per fare governi con gente che si è fatta eleggere nella barricata opposta alla nostra non ci saranno. Emma Bonino è tutto quello che io combatto”. La presidente di Fratelli d’Italia lo ha detto a margine di una iniziativa nel quartiere multietnico di via Padova, a Milano, in cui ha ricevuto qualche contestazione dai residenti. Da giorni la leader del partito più a destra della coalizione dimostra insofferenza rispetto alla decisione di Silvio Berlusconi di aspettare l’ultimo secondo a rivelare il nome del suo candidato premier. Per una regola condivisa tra i quattro segretari dei partiti del centrodestra, la persona che sarà designata dal Cavaliere dovrebbe essere il candidato premier di tutta la coalizione, qualora Forza Italia - come è probabile - dovesse risultare il partito più votato della coalizione. Perché l’ex ministro berlusconiano teme che l’ex premier proponga un nome così estraneo alla storia del centrodestra? Perché tutte le proiezioni dei sondaggi - che non possono essere pubblicati in questi giorni - raccontano che il prossimo Parlamento vedrà il centrodestra in vantaggio quanto a numero di seggi ma senza i numeri per governare autonomamente.

Il centrodestra ha bisogno di altri voti

Prima del black out si ipotizzava che Fi, Lega, Fdi e Nci insieme potessero avere un numero compreso tra i 250 e i 290 deputati e tra i 130 e i 148 senatori. In entrambe le Camere, dunque, il centrodestra avrebbe avuto bisogno di un “aiutino”. Non sarebbe stato necessario, secondo quanto calcolato ad Arcore, portarsi dietro tutto il Pd, che, tra l’altro, sembra incompatibile con Lega e Fdi. Ecco perché, come ha rivelato il Corriere, il leader di Fi avrebbe provato a calcolare il “peso” nel prossimo Parlamento di +Europa, il partito fondato proprio da Emma Bonino e Benedetto Della Vedova. La leader radicale ha posizioni lontanissime da quelle del centrodestra specie sull’immigrazione, ma, come ha ricordato in più occasioni lo stesso Cavaliere, era stata nominata Commissario Europeo proprio su indicazione di un governo a guida Forza Italia. Qualora +Europa dovesse riuscire a superare lo sbarramento del 3 percento come è possibile, avrebbe i numeri sufficienti per dare vita a una piccola-grossa coalizione a trazione centrodestra.

I calcoli per raggiungere la maggioranza

Bastano una ventina di deputati e un pugno di senatori per arrivare a quota 316 e quota 160. Come si dice nei conciliaboli, poi, Bonino è molto stimata nelle Cancellerie, “piace alla gente che piace”, gode di ottima stampa, e, soprattutto, sarebbe la prima donna a fare il suo ingresso a Palazzo Chigi. Anche lei come Antonio Tajani e Franco Frattini è considerata un partner affidabile a Bruxelles. L’ex ministro degli Esteri del governo di Enrico Letta poteva essere il jolly anche perché nelle rilevazioni (degli ultimi mesi) sulla popolarità aveva un indice di fiducia molto alto, sopra il 30 percento, secondo solo a quello di Paolo Gentiloni. La stessa Meloni ha ammesso, sempre a Milano, che la sua lista è molto spinta “dai poteri forti” e dai governi di qualche Paese estero (come Israele, esplicitamente citato), considerando però queste credenziali non come favorevoli al suo arruolamento nel centrodestra ma, al contrario, come uno stigma negativo.

L'opposizione di Meloni

Peccato che l’ex “socia” di Marco Pannella sia stata tra le fautrici di Triton, la missione nel Mediterraneo che ha aumentato l’arrivo dei richiedenti asilo in Italia, oggetto principale degli strali di Salvini e Meloni. “Chiedo a Berlusconi la garanzia di avere il nome del suo candidato premier alla Presidenza del Consiglio prima che si voti”, ha chiesto, alzando i toni, l’ex ministro della Gioventù. “Si sappia che non ci saranno i voti di Fdi per un governo guidato da una persona che si è presentata con lo schieramento opposto al nostro; i nomi coperti a me non tranquillizzano. Penso che devi coprire un nome quando hai dei problemi a farlo”. Smentisce preventivamente questa ipotesi un esponente di Forza Italia - pure lui proveniente dall’area ex An -, Maurizio Gasparri. “Emma Bonino presidente del Consiglio per il centrodestra? È come credere agli asini che volano. Dai temi della famiglia a quelli della droga è sempre stata dall’altra parte”, chiarisce.

 La smentita

La leader di +Europa smentisce vibratamente. “Ma davvero devo pensare qualcosa di questa stronzata? Una cosa di cui non so letteralmente niente, ho altre cose a cui pensare”, ha tagliato corto, in videoconferenza da Bologna ad una manifestazione del suo partito, che è una delle due formazioni alleate col Pd. A scanso di equivoci, l’ex ministro - che è stata eletta negli ultimi venti anni sia col centrodestra che col centrosinistra - rivendica il lavoro fatto dagli ultimi governi e bombarda la proposta programmatica sulla quale il centrodestra ha investito più tempo, spazio e visibilità: “La strada intrapresa con le riforme, la tenuta dei conti e l’innovazione tecnologica è quella giusta, ma bisogna proseguire senza scassare il sentiero intrapreso, come cancellando la riforma delle pensioni e il jobs act o promettendo improbabili flat tax. Chi lo fa, e molti lo fanno, sta scherzando col fuoco”. Niente flat tax, niente accordi possibili.

Tabacci, Bombassei e il presidente di Forza Italia

“Lei premier? Nel centrodestra se la cantano e se la suonano”, twitta il viceministro degli Esteri e co-fondatore di +Europa, Bendetto Della Vedova. Discorso chiuso? Può essere. Ma tra i co-fondatori del movimento ci sono pure Bruno Tabacci - ex democristiano, che conosce il Cavaliere da venticinque anni -, ma, soprattutto Alberto Bombassei, che proprio ieri è intervenuto ad una manifestazione a Bologna. Mister Brembo, che è deputato uscente di Scelta Civica ed è uno degli imprenditori di maggior successo in Italia, ha un antico rapporto di stima col presidente di Forza Italia: giusto un anno e mezzo fa stavano per acquisire insieme la Fondazione Einaudi. Forse per chiudere il dibattito il leader di Forza Italia, ieri pomeriggio è tornato a tratteggiare l’identikit del suo candidato, del quale dovrebbe annunciare il nome giovedì sera in tv: "Avete capito perfettamente di chi sarà il nome che Forza Italia proporrà al Capo dello Stato, sarà qualcuno che ci rappresenterà benissimo in Europa…".

Paolo Emilio Russodi Paolo Emilio Russo, giornalista parlamentare   
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