Bandecchi pronto a entrare nel governo: il ruolo del pirotecnico sindaco di Terni
Per la prima volta una coalizione saldamente alla guida del Paese farebbe entrare al suo interno una forza che non si è presentata alle elezioni politiche

La notizia è di quelle notevoli, “perché è le prima volta che una coalizione saldamente alla guida del Paese fa entrare al suo interno una forza che non si è presentata alle elezioni politiche, ma che risulterà decisiva per il futuro del centrodestra”.
La forza in questione si chiama Alternativa Popolare e il virgolettato è firmato dal pirotecnico sindaco di Terni Stefano Bandecchi che annuncia: “Tutto questo avviene per la prima volta in Italia dal momento dell’unità, in 164 anni, ed è un fatto straordinario perché la maggioranza di centrodestra ammette l’importanza del centro, in questo momento probabilmente sottodimensionato rispetto alla sua consistenza nell’elettorato”.
E non finisce qui perché, a domanda specifica, Bandecchi spiega che il suo partito, il cui presidente è Paolo Alli, già deputato del PdL, è pronto ad entrare in Parlamento, evidentemente con l’adesione di qualche deputato, e anche al governo. Vedremo se con ministri o sottosegretari.
Insomma, è esattamente, a tutti gli effetti, l’ingresso di una nuova forza in maggioranza: Alternativa Popolare si aggiunge a Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e Udc.
E a questo punto vale anche la pena di raccontare cos’è Alternativa Popolare: è il partito erede del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, che provò a raccontare anche un centrodestra nuovo e differente, “diversamente berlusconiano” per usare il termine del suo ex delfino, ma che poi si perse nell’alleanza con il centrosinistra e con i suoi ministri nel governo Letta prima e Renzi e Gentiloni poi.
Insomma, quello è il passato.
Il presente è Bandecchi che in qualche modo ha acquisito e “scalato” il partito, che aderisce a tutti gli effetti al Partito Popolare Europeo, tanto è vero che alle Europee Alternativa Popolare non ha avuto bisogno di raccogliere le firme, ma è stata riconosciuta la sua appartenenza al PPE, che lo ha esentato dalla raccolta. La decisione non è stata indolore e sono serviti ricorsi e controricorsi, ma alla fine Bandecchi è stato sulle schede elettorali della tornata per l’elezione dei membri italiani del Parlamento di Strasburgo e Bruxelles.
Oddio poi, per carità, il ruolino di marcia non è stato trionfale, perché Alternativa Popolare ha totalizzato lo 0,39 per cento dei voti, un decimo del 4 per cento necessario per superare la soglia di sbarramento. Ma questo risultato non esaltante è stato comunque buono se si considera il balletto dell’esclusione e della riammissione della lista dalle schede, che di fatto ha bloccato ogni reale campagna elettorale.
Ma, nonostante questo, Stefano Bandecchi ha superato le 17mila preferenze personali e quasi il 10 per cento a Terni città.
E questa è una chiave di lettura dell’ingresso nel centrodestra, che potrebbe comportare un ribaltamento totale del risultato in Umbria, dove il centrosinistra era favorito, anche perché era prevista la corsa di Bandecchi in solitaria come presidente della Regione. Invece, ora il sindaco di Terni è parte integrante della coalizione di centrodestra “e sarò decisivo per la vittoria e la conferma della presidente uscente dell’Umbria Donatella Tesei, così come sarò decisivo per permettere la vittoria di Marco Bucci in Liguria”.
Bandecchi teorizza anche il bacino dei suoi voti: “Parliamo a coloro che non votano più, ai delusi da questo centrodestra, a chi vuole sentire declinare anche nuovi diritti, come ad esempio dimostra il fatto che io da primo cittadino, registro i matrimoni fra due donne”. E poi il leader di Alternativa Popolare vuole parlare a chi si oppone agli sprechi (“quando leggo di decine di milioni spesi per progettare nuovi ospedali io rabbrividisco, con quei soldi a Terni li costruiamo, non li progettiamo”) e un po’ anche ai nostalgici delusi dalla seconda Repubblica: “Ricordo quando eravamo la quarta potenza industriale del mondo e vedo dove siamo oggi”.
L’annuncio arriva a Telenord, l’emittente televisiva ligure che con “Incontri Liguria Italia” sta portando gli opinionisti nazionali nella campagna elettorale per le regionali, che affiancano il direttore Matteo Cantile e il sottoscritto nelle interviste ai leader.
Insomma, sindaco di Terni, che normalmente passa per un massimalista per i suoi modi coloriti – penso solo alla sua sfida rusticana a colpi di bottigliette d’acqua da sputare sui rivali dialettici o a quando i vigili urbani del capoluogo di provincia umbro dovettero tenerlo perché voleva andare a difendere a modo suo le ragioni con i consiglieri comunali che lo contestavano al suo insediamento quando vinse il Comune candidandosi da solo contro centrodestra e centrosinistra – è diventato un paladino del centro. E spiega: “Noi di Alternativa Popolare rappresentiamo il centro del centrodestra, portando avanti anche posizioni che non sono quelle del resto della coalizione e sfumature diverse rispetto ai nostri alleati”.
E tutto questo è stato anche sancito nero su bianco con un comunicato ufficiale: “l centrodestra ha raggiunto un accordo politico nazionale con Alternativa Popolare. Grazie a questa intesa Alternativa Popolare porterà il proprio contributo alla coalizione per le prossime elezioni regionali che si terranno in Liguria, Umbria e Emilia Romagna”. Parole sottoscritte in una nota congiunta dai responsabili nazionali dell’organizzazione dei vari partiti della maggioranza: Giovanni Donzelli per Fratelli d’Italia, Francesco Battistoni per Forza Italia, Alessandro Colucci per Noi Moderati, il vicesegretario della Lega Claudio Durigon, il presidente dell'Udc Antonio De Poli e per l’appunto Bandecchi, coordinatore nazionale di Alternativa Popolare: “L’intesa arriva al termine di un lungo e proficuo confronto fra i partiti nel quale si è discusso di come allargare le forze politiche di centrodestra su programmi condivisi con l’obiettivo di ampliare da un lato la base elettorale e, dall’altro, di affrontare con una visione comune di priorità le prossime sfide regionali. L’importanza di questo accordo sta nell’aver posto al centro delle nostre interlocuzioni le esigenze dei territori e dei cittadini, valorizzando le esperienze di governo già maturate dal centrodestra a livello locale e nazionale. Inoltre, c’è stata una unanime volontà di coinvolgere attivamente anche le realtà moderate e della società civile che si riconoscono nei valori del centrodestra e nella sua visione politica”.
Da queste parole passa probabilmente il passaggio dallo 0-3 paventato per il centrodestra alle regionali a un possibile 2-1 con Liguria e Umbria al centrodestra e Emilia-Romagna al centrosinistra. Fra un mese l’esito della scommessa del centrodestra.