Bankitalia e Upb “bocciano” la manovra: “Iniqua, favorisce l’evasione ed è contraria al Pnrr”
Il sottosegretario Fazzolari replica alla banca centrale: “E’ una banca privata che cura gli interessi delle banche che non vogliono più vedere il contante in circolazione. Ma quella elettronica non è la moneta ufficiale della Bce”. Una mezza smentita serale non basta a freddare le polemiche

Non è esattamente un “vaffa” ma gli assomiglia molto. “Non piace a nessuno? Non ai sindacati nè a Confindustria, non piace a Bankitalia nè alla Corte dei Conti (in serata si aggiungeranno anche i dubbi dell’Ufficio parlamentare di bilancio, ndr)… bene così, è un buon segno, vuol dire che non pende da nessuna parte e che che quindi siamo sulla strada giusta”. Così parlò Giovambattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza con delega al programma, uomo ombra di Giorgia Meloni incontrando casualmente i giornalisti davanti all’ingresso di palazzo Chigi. E lunedì pomeriggio, siamo al secondo e ultimo giorno di audizioni parlamentari sulla legge di bilancio, domani finisce il termine per gli emendamenti, saranno al massimo 400 quelli accettati e il 20 tutti in aula, alla Camera.
Dal 27 dicembre al Senato. Tempi super serrati. Il rischio dell’esercizio provvisorio è dietro l’angolo. Quando Fazzolari incontra i giornalisti è da poco conclusa l’audizione di Bankitalia, dalle 9 alle 12, esame e controesame del testo della manovra. I tecnici di via Nazionale sono stati perentori nel bocciare almeno tre delle misure bandiera: l’obbligo del Pos solo dai 60 euro in su; l’aumento di contante da mille e 5 mila euro; la flat tax in entrambe le versioni, dai 65 agli 85 mila di fatturato e quella incrementale. In generale su tutto il pacchetto di misure fiscali, quindi anche sulla rottamazione delle cartelle, la bocciatura è stata netta: “Misure inique e contrarie a due missioni fondamentali del Pnrr: la lotta all’evasione fiscale e la modernizzazione del Paese”.
“Bankitalia? Una banca privata”
Difficile immaginare che Fazzolari faccia affermazioni così importanti senza aver avuto prima un consulto con la presidente. Lo farebbero tutti, non solo Fazzolari. E non solo perchè alla guida del governo c’è la destra ma perchè . quello che ha in testa il sottosegretario è molto di più e di diverso: “Normale che ognuno in questa fase dica quali sono gli aspetti che lo deludono”, a maggior ragione la fa Bankitalia che è “partecipata da banche private, ha quindi una propria visione soprattutto sulla circolazione del contante che reputa più opportuno che non ci sia più di fatto in circolazione. Peccato però - ha continuato Fazzolari - che questa non sia la visione della Bce. La Banca centrale europea ribadisce in ogni occasione che la banconota è l’unica moneta a corso legale e che gli Stati membri non possono limitarne l’utilizzo a favore di una moneta privata quale è quella del circuito elettronico bancario”.
Fin qui Fazzolari intorno alle quattro del pomeriggio. Riconquistato l’ingresso di palazzo Chigi, il tempo per le agenzie di stampa di rilanciare la notizia, e comincia il count down per vedere quando arriva la precisazione. Mai, neppure ai tempi del populismo più becero, si era sentito un uomo di governo attaccare così frontalmente la Banca d’Italia nel suo ruolo e nella sua istituzione. Banalizzare l’istituto di via Nazionale - da dove, sia detto per inciso, sono arrivati i migliori civil servant di questo Paese, da Ciampi a Draghi, e dove lo stesso Draghi è tornato a lavorare dopo aver lasciato palazzo Chigi - al ruolo di “banca privata partecipata da privati”, è un atto con profili destabilizzanti. Che ha innervosito molto, ad esempio, il Quirinale. Che sicuramente è rimbalzato a Bruxelles dove è in corso l’Eurogruppo e stamani la riunione dei ministri economici dei 27.
Una mezza e formale smentita
Pd, Terzo Polo e Sinistra hanno subito chiesto a Meloni la smentita. Qualcosa è arrivato in serata. “Mai messa in discussione l’autonomia di Bankitalia” ha provato a correggere il tiro il sottosgretario. Ma l’attacco a Bankitalia è e resta la narrazione di Fratelli d’Italia. Prima di Fazzolari avevano infatti parlato due parlamentari, Francesco Filini e Ylenia Lucarelli. Il messaggio però non era arrivato così forte e chiaro. E’ sceso in campo il sottosegretario. Mossa comprensiva di parziale rettifica. Vedremo se sarà tema, il ruolo della Banca d’Italia, di una puntata dei “Quaderni di Giorgia”, versione “fata turchina” corretta in chiave Ferragni, delle dirette social di Salvini e Conte.
Una giornata quindi politicamente nervosa per palazzo Chigi. E anche pesante perchè dopo Corte dei conti e Confidustria (audite venerdì), ieri anche Bankitalia e Ufficio parlamentare di bilancio (che ha concluso alle 22 di ieri sera il ciclo delle audizioni) hanno mosso critiche in generale e soprattutto alle misure sul contante inserite dal governo nella manovra economica, alle due flat tax (“alto rischio iniquità”) e alla rottamazione delle cartelle. Giudizi in chiaro/scuro sul reddito di cittadinanza: occorre metterci mano perchè non funziona ma attenzione a non aumentare la povertà.
La legge di bilancio riguarda per due terzi le misure di mitigazione del rincaro dei costi energetici, frutto dello scenario geopolitico internazionale, ma lo scontro politico tra maggioranza e opposizione si concentra per ora tutto sulle norme che prevedono il rialzo del tetto al contante dal 1 gennaio 2023 da mille a cinquemila euro e sull'eliminazione delle multe per gli esercenti che non consentono di pagare con il Pos fino a 60 euro. E sui provvedimenti di tregua fiscale.
“Tetto al contante: ostacolo per criminalità ed evasori”
Bankitalia è stata audita ieri mattina (ore 9) nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera con appena 7 parlamentari collegati. Il conteggio è stato chiesto da Marattin (Iv-Terzo Polo), tre in presenza e quattro collegati. Di norma i parlamentari fanno richiesta per poter essere presenti anche se non fanno parte delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Le norme in materia di pagamenti in contante e l'introduzione di misure che riducono gli oneri tributari per i contribuenti non in regola (saldo e stralcio cartelle) rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione che anima il Pnrr e con l'esigenza di ridurre l'evasione fiscale” ha denunciato Fabrizio Balassone, capo del servizio struttura economica del Dipartimento Economia e Statistica di Palazzo Koch, “Il tetto sul contante - ha sottolineato - rappresenta un ostacolo per la criminalità e l'evasione. Studi degli ultimi anni suggeriscono che soglie più alte favoriscono l’economia sommersa. C'è inoltre evidenza che l'uso dei pagamenti elettronici, grazie al loro tracciamento, riduce l’evasione fiscale”. Il dirigente ha specificato inolte che il contante “ha anche dei costi legati alla sicurezza” per via di furti, rapine e borseggi. Statistiche su dati 2016 elaborate da Bankitalia riportavano come “per gli esercenti il costo per il contante è stato superiore a quello delle transazioni digitali con carta di credito o di debito”.
14 paesi su 27 limitano uso contante
In serata è stato audito anche l’Ufficio parlamentare di bilancio, l’organismo tecnico e terzo di cui sono dotati i parlamenti nazionali per le verifiche delle decisioni assunte dai vari governi. La presidente Lidia Cavallari ha consegnato una relazione di 13 pagine ricca di tabelle e grafici originali su tutti i principali capitoli della legge. A parte i venti miliardi a sostegno di famiglie ed imprese che sono misure”necessarie e giuste” ma “valide solo fino a marzo”, sull’utilizzo degli altri 14 miliardi l’Upb ha parecchie riserve e dubbi di “equità ed efficienza”. Non solo contante e fisco, quindi. Ma anche pensioni e Reddito di cittadinanza. Anche Cavallari ha spiegato che le misure sul contante “allentano vincoli che possono contribuire a contrastare l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro”. I “limiti all'utilizzo del contante sono presenti in 14 Paesi su 27 dell'Unione europea, con soglie che variano da un minimo di 500 euro in Grecia a un massimo di 15.000 euro in Slovacchia. La letteratura economica - ha aggiunto - è pressochè concorde nel sostenere che l'aumento dei pagamenti in contanti possa comportare un incremento dell’evasione”.
Venerdì scorso anche la Corte dei conti sempre in audizione aveva rilevato che “alcune misure in materia di entrate generano alcune perplessità” ricordando come queste “interrompono un percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti”.
Il beneficio della flat tax? “Genera squilibri”
Tra i tanti focus della relazione dell’Upb, più d’uno è dedicato ai due regimi di flat tax che la legge di bilancio vuole introdurre. Il beneficio medio complessivo dei nuovi soggetti aderenti al regime forfettario previsto dalla manovra - si legge - “è pari a circa 7.700 euro, di cui circa 5.900 derivano dal passaggio dall'Irpef alla tassazione sostitutiva, circa 1.050 dalla riduzione dei contributi e circa 750 dall’esenzione dal regime iva”. La differenza fra le categorie “è però ampia”: professionisti guadagnano in media circa 9.600 euro (e il 25% di loro ottiene un beneficio superiore a 13.264 euro), mentre le imprese si fermano a 5.600 euro. Secondo l’Upb, però l’estensione del regime forfettario “pone problemi di equità all'interno della stessa categoria dei lavoratori autonomi, che vengono sottoposti a un trattamento eterogeneo non giustificato da ragioni di capacità contributiva”. La coesistenza con l'Irpef, al quale continuano a essere sottoposti dipendenti e pensionati, “genera squilibri sulla base dei principi di equità orizzontale del prelievo”
Osservazione simile per la flat tax incrementale, la cui
applicazione implica “un problema di equità orizzontale: due contribuenti che, nel 2023, conseguono lo stesso reddito - l’uno aumentando il reddito dell'anno precedente e l'altro mantenendo un livello di reddito invariato - sono sottoposti a una tassazione diversa senza che questo sia giustificato da una diversa capacità contributiva”.
“Proiezioni indicative”
Banca d’Italia ha voluto dire in premessa che nel generale quadro geopolitico ogni proiezione economica è “puramente indicativa”. Per il Pil ad esempio, è previsto “un indebolimento nel trimestre in corso” e un’attività di “espansione nella media del 2023 ma con un forte rallentamento dei tassi di crescita rispetto agli ultimi due anni”. Ecco perchè in un contesto come quello attuale, “proiezione economica è puramente indicativa”. Il ministro Giorgetti, ad esempio, venerdì scorso nella stessa audizione era sembrato molto più positivo. A Giorgetti, Bankitalia riconosce di aver fatto una manovra con una “impostazione prudente”. Ed è stato ricordata la “necessità” di ridurre il rapporto debito/pil nel triennio.
Giudicato positivamente sia da Bankitalia che da Upb l’intervento sul reddito di cittadinanza perché non funziona nella parte delle politiche attive. “E’ l’occasione per risolvere aspetti critici” si dice in generale. La presidente Cavallari ha sottolienato i rischi di lasciare circa 700 mila persone senza alcuna protezione (“Si trovano ovunque, al nord come al sud”), lo scenario da evitare in tutti i modi di un aumento della povertà e la necessità di qualificare meglio il lavoro dei “lavoratori poveri” denunciando come quasi tutti i lavori trovati “grazie” al reddito siano lavori poveri con redditi molto poveri. Motivo per cui alla fine conviene il reddito.