[Il retroscena] L’avviso di garanzia non ferma Fassino. Si candida al parlamento con l’opzione presidente del Senato
“Il procedimento penale nei miei confronti è un atto dovuto da parte della Procura di Torino in merito all’indagine sul Salone del Libro. Sono sereno ed ho piena fiducia nella magistratura” ha confidato l’ex sindaco che ora è il tessitore dell’alleanza del centrosinistra
Quando, ieri pomeriggio, Piero Fassino ha ricevuto l'avviso di garanzia che gli è stato notificato dalla procura di Torino per il filone d'inchiesta legato al Salone del libro del capoluogo sabaudo, non si ė scomposto. "Sono assolutamente sereno, ho massima fiducia nell'operato della magistratura a cui offrirò la mia collaborazione", ha spiegato a caldo usando un tono tutt'altro che enfatico. Nessun'altra reazione, dunque, se non una pacata considerazione da parte dell'ex sindaco:"Ho la certezza di aver operato sempre nell'interesse della città". Più che una semplice frase, quasi una lapalissiana veritå tenuto conto che all'ultimo segretario dei Ds - nato il 7 ottobre 1949 stesso giorno, mese ed anno in cui vedeva la luce la Repubblica democratica tedesca- viene storicamente attribuito un rigore teutonico.
L'emozione, invece, Fassino l'aveva esplicitata pochi giorni fa, il 5 gennaio durante l'omelia funebre di Maurizio Braccialarghe, ex dirigente Rai, poi assessore alla Cultura nell'era fassiniana. Nella Chiesa di Givoletto, gremita di amici, con i parenti ed i colleghi di Braccialarghe, c'era anche il presidente della Regione Sergio Chiamparino a cui tocca oggi il compito di difendere il suo assessore alla Cultura Antonella Parigi, raggiunta ieri da un altro avviso di garanzia per lo stesso filone di indagine a causa del quale Forza Italia le chiede di farsi da parte.
Quello sí, davanti alla bara di Maurizio, è stato per l'ex sindaco il momento del dolore. Un brutto tumore, infatti, gli ha strappato un ex collaboratore ed un amico che era stato a tratti lambito da critiche pretestuose, livore, asprezza. Su Braccialarghe si era riversato, oltre ad un plauso convinto da parte soprattutto della società civile, un discredito maligno che lo aveva fatto soffrire per poi rivelarsi, come spesso accade, totalmente infondato.
L'emozione per Maurizio. “Serenissimo sull'inchiesta”
Ieri no, Fassino era serenissimo. Forse, come dicono i suoi collaboratori più stretti, è convinto che l'avviso di garanzia per l'indagine relativa all'affidamento dell'organizzazione dell'edizione 2015 del Salone del libro oltre che alla preparazione per il bando di gara 2016 sia sostanzialmente un "atto dovuto" dei magistrati a cui l'ex sindaco ha ribadito piena fiducia e collaborazione. La difesa ē affidata all'avvocato Carlo Federico Grosso (il fascicolo aperto dalla procura torinese ipotizza anche i reati di turbativa d'asta, falso ideologico e falso in bilancio).
Tuttavia, l'uomo che recentemente ē stato soprannominato "Giobbe" per la pazienza con cui ha cercato di perfezionare la reunion di tutto il centro sinistra, finisce ancora una volta sotto i riflettori. Intransigente, pignolo, rigorosissimo, Fassino non ē nuovo a vicende che lo hanno visto coinvolto in presunti illeciti che si sono poi rivelati solo spezzoni di una terribile macchina del fango.
Tutte le grane affidate a Fassino
“Tutte le grane più spinose vengono affidate a Piero" raccontano al Nazareno "è a lui che Renzi ha pensato quando ha tentato di riunire il centro sinistra. Fassino ha un fortissimo spirito di servizio, pure quando pensa di avere pochissime possibilità, ci prova con tutte le sue forze". Qualità, queste, che gli riconoscono anche gli avversari. Non ci sono molti dubbi che le indagini dei magistrati dimostreranno l'estraneità fassiniana al filone di inchiesta sul Salone del libro. Intanto, però, potrebbero esserci, come abbiamo detto sopra, ricadute politiche. Chi sperava che Fassino non si candidasse in Piemonte pensa (forse a torto) di avere ottenuto un vantaggio. Il Pd candiderà ancora l'ex primo cittadino di Torino nella sua regione o lo dirotterà in altri collegi?
Non smania per candidarsi, ma correrà
Di certo, secondo quanto risulta a Tiscali.it, l'ex sindaco rientrerà quasi sicuramente in Parlamento (potrebbe fare il presidente del Senato lui che è stato candidato al Quirinale). "Sono a disposizione della causa" confida lui. Ma non è necessario per fare politica avere una poltrona, anzi. Per la verità, Fassino, come sanno in pochissimi, non si sarebbe voluto candidare neanche alle comunali per la seconda volta; le poltrone non sono il suo pallino, quando gli è stato chiesto di fare un passo indietro lo ha fatto puntualmente. Stimato da tutti nel Pd dove è riconosciuto come uno dei "padri nobili" - ma apprezzato anche dall'opposizione per la correttezza e la coerenza con ottimi rapporti internazionali- Piero, secondo Renzi, resta una grande risorsa nella imminente campagna elettorale. È praticamente certo il suo posto in lista anche se qualcuno sostiene si potrebbe candidarlo alle prossime europee. Comunque vada, restano le sue parole - nero su bianco- che sintetizzano il rapporto fassiniana con la fatica della politica: "È un viaggio che continua, conoscerà molte altre tappe. Non mi spaventa la fatica del cammino anzi mi affascina perchē come mi scrisse una volta Gigliola, una ragazza di Viareggio, non si è mai soli quando le idee sono buone".