[L’intervista] “L’antifascismo per la sinistra è un valore ad orologeria. Troppi migranti nel Lazio”
Intervista alla candidata governatrice per la Regione Lazio del Movimento Cinque Stelle, Roberta Lombardi. “La prima cosa che farò sarà il provvedimento sulle liste d’attesa che è già pronta. Poi il taglio dei vitalizi dei consiglieri regionali dismessi dalla carica delle precedenti consiliature , il dimezzamento degli stipendi per gli attuali consiglieri e la rendicontazione dei rimborsi”
Manifestare contro il fascismo è giusto sempre, anche se quando accade troppo a ridosso delle elezioni il timore è che possa essere una cosa più strumentale che realmente sentita”. A dirlo è Roberta Lombardi, candidata alla presidenza della Regione Lazio per il Movimento 5 Stelle che raggiungiamo durante uno spostamento del suo tour in camper, direzione Guidonia. Lontana da Roma e dai suoi cortei (quello unitario del centro sinistra contro tutti i fascismi, in primis, ma anche quelli dei Cobas e dei no vax in altre piazze della Capitale). La Lombardi però non si sottrae. “Mi pare un po’ anacronistico il fatto che ad una settimana dal voto si facciano manifestazioni contro il fascismo anziché per il diritto alla salute o per il diritto a una pensione o per un diritto a una casa. Una certa sinistra si ricorda di certi valori a orologeria”
Ma era giusto o no manifestare contro il fascismo sabato?
“L’antifascismo è un valore imprescindibile per il Movimento 5 Stelle, per questo in mia rappresentanza in piazza c’era il mio futuro vice presidente in Regione. Quello che mi dispiace è che in questo momento che può essere di grande cambiamento per il paese ci sia ancora una contrapposizione così forte tra varie forze che esprimono istanze così diverse. Compito della politica è offrire un punto di composizione fra queste istanze dentro il Parlamento e non con cortei che vengono sfruttati anche dai violenti, fermo restando che manifestare pacificamente è legittimo e sacrosanto”.
Asprezza di toni e contrapposizione caratterizzano anche la campagna per la regione Lazio, tanto che il candidato del centro-destra, Parisi, ha persino difeso la Raggi accusando Zingaretti e il ministro Calenda di cercare lo scontro istituzionale. Lei che ne pensa?
“Che chi ha il senso delle istituzioni si rapporta sui vari livelli al di là del colore politico e noi cerchiamo di fare così. Chi invece utilizza le istituzioni come sedi di partito, come è stato per il PD in questi mesi, sfrutta ogni occasione non per il bene dei dei cittadini ma per andare a contrastare l’avversario politico. Ad esempio mi sono stati rivolti dei veri e propri attacchi politici attraverso i comunicati stampa della Regione Lazio, di fronte a rilievi di merito che avevo posto sull’azione della Presidenza Zingaretti. Quasi che l’ufficio stampa della Pisana fosse l’ organo di comunicazione di un partito”.
Il tema rifiuti ha messo a dura prova l’amministrazione Roma. Anche qui, ha ragione chi dice che il sindaco di Roma non ha avuto compito facile?
“Si, ecco perché è importante avere un comune e una regione monocolore visto che i partiti non riescono a interpretare in modo neutro il loro ruolo, questo può facilitare il ruolo del sindaco. Sui rifiuti stiamo lavorando per portare a livello regionale il piano Rifiuti Zero del Comune di Roma mettendo a punto delle linee guida su una differenziata spinta per ottimizzare la filiera del riciclo e poi autorizzare un’impiantistica moderna senza impatto ambientale e sicura per i cittadini. Puntiamo a migliorare la percentuale di frazione indifferenziata residuale e su piccoli impianti di compostaggio che trasformeranno l’organico in compost”.
Tempi?
“Un paio d’anni. Il piano rifiuti lo aggiorneremo immediatamente in modo che avendo le linee guida sugli impianti autorizzati i comuni potranno andare a richiedere le autorizzazioni per quel tipo di impiantistica”.
Lei dice che Zingaretti ha annunciato un’uscita dal commissariamento che in realtà non esiste e prende ad esempio la sanità dicendo che non c’è stato un risanamento reale ma tagli su prestazioni e posti letto.
“Questo è evidente nella vita di ogni cittadino laziale che abbia bisogno di una prestazione sanitaria. Le faccio un esempio a me molto vicino: mio nonno diabetico, 95 anni, necessita di aggiornamento del piano terapeutico personalizzato. La visita diabetologica gli è stata fissata fra un anno. Un paradosso, che non tiene conto nè delle cronicità né dell’età del paziente. E’ chiaro che certi casi e certe cronicità dovrebbero suggerire un canale preferenziale sulle prenotazioni in base all’urgenza che in realtà oggi non esiste. Molte agende rimangono chiuse, vengono tagliati reparti e posti letto, vengono chiuse strutture sul territorio. Quindi si obbligano i cittadini laziali a tempi d’attesa infiniti, a rivolgersi al privato oppure, ancora, a partire a carico della regione Lazio o a non curarsi”
La vostra ricetta?
“Noi vogliamo abbattere le liste d’attese in 6/7 mesi con un piano in 5 punti che prevede il riequilibrio fra prestazioni istituzionali e in intramoenia, il controllo e la messa a disposizione delle agende di tutti gli accreditati pubblici e privati siano essi in sedi ambulatoriali o negli ospedali e poi una trasparenza nei bilanci che significa bilancio separato fra attività intramoenia e sanità pubblica; aumentando le prestazioni ambulatoriali si limiteranno gli accessi impropri al Pronto Soccorso, così da dedicare effettivamente i posti letto ospedalieri all’emergenza. La gestione delle cronicità invece sarà presa in carico da una rete territoriale di riferimento: quelle che dovevano essere le case della salute di Zingaretti”
Reddito di cittadinanza: è un punto qualificante del programma cinquestelle sia a livello nazionale che regionale. Ma la Corte dei Conti recentemente ha detto stop all’ aumento del debito pubblico, sostenendone la non praticabilità non tanto a causa dei vincoli europei quanto per il “mantenimento dell’equilibrio intergenerazionale sulla ripartizione degli oneri”. Sulla stessa scia si è pronunciato anche l’Osservatorio di Cottarelli.
“Noi abbiamo previsto una serie di coperture fino a 40 miliardi che abbiamo pubblicato voce per voce sul blog di Beppe Grillo. Il reddito di cittadinanza vede peraltro attori diversi coinvolti che sono da una parte lo Stato per quanto riguarda l’attività di sostegno al reddito, da una parte le regioni per quanto riguarda la formazione e riqualificazione dei lavoratori momentaneamente espulsi dal mercato del lavoro che hanno bisogno di essere riprofessionalizzati. Questa voce, insieme a quella della riorganizzazione dei centri regionali per l’impiego può essere posta a carico delle regioni usando anche quei fondi europei che nella regione Lazio hanno tassi d’impiego bassissimi: il Fondo Sociale Europeo (FSE) giunto ormai a metà del programma 2014-20 ha speso l’8% delle risorse assegnate; il Fondo Europeo di Sviluppo regionale ha un livello di impiego dello 0,1% dei capitali effettivamente stanziati. Questi soldi vanno assolutamente usati sennò tornano a Bruxelles. A carico delle coperture individuate sul programma nazionale poi c’è il reddito di cittadinanza vero e proprio che- bisogna ricordare- è un volano economico positivo che stabilizza la domanda interna di beni e consumi creando una sicurezza di reddito per chi è rimasto momentaneamente senza lavoro”.
Mi scusi, però anche Renzi diceva che gli 80 euro servivano a rilanciare i consumi e invece il debito in ogni caso è salito e non si son visti gli effetti sperati.
“Gli ottanta euro erano una misura iniqua perché andavano a chi comunque manteneva una certa entrata economica tagliando fuori invece gli incapienti (pensionati, disoccupati, lavoratori a bassissimo reddito) che sono poi quelli che avendo a disposizione un reddito minimo garantito andranno certamente a spenderlo in beni e servizi primari, alimentando il ricircolo dell’economia. Chi ha ricevuto gli 80 euro ha preferito incamerarli, in attesa di vedere che succedeva”
Lei in questi giorni sta girando per la regione e visitandone le periferie. Ci vuole spiegare meglio la frase in cui dice più turisti e meno immigrati?
“Ho rilevato semplicemente che nella mia regione c’è un tasso di migranti che è più alto di quanto stabiliscono i parametri ministeriali di riferimento sul territorio nazionale in tema di accoglienza e che queste persone subivano una sorta di prigionia in strutture che di accoglienza hanno ben poco, che piuttosto che garantire processi di integrazione e di inserimento rappresentano troppo spesso una fonte di lucro per chi le gestisce a spese dello Stato. Più che accoglienza, quella è una sorta di sequestro di persona a scopo estorsivo. Allora verifichiamo in tempi congrui chi ha diritto a stare in Italia secondo i parametri di protezione internazionale ed interrompiamo il business dietro questa accoglienza”
Quale sarà il suo primo provvedimento se il 4 marzo vince le elezioni?
“La prima cosa che farò sarà il provvedimento sulle liste d’attesa che è già pronta. Poi il taglio dei vitalizi dei consiglieri regionali dismessi dalla carica delle precedenti consiliature , il dimezzamento degli stipendi per gli attuali consiglieri e la rendicontazione dei rimborsi. Tutte cose che liberano un ammontare di risorse pari in 5 anni a 200 mil euro che reimpiegheremo in acquisto di macchinari per le diagnosi oncologiche e per l’assunzione del personale nel comparto sanità, fermo da troppo tempo”