Il deputato che vuole provocatoriamente chiudere la Camera
Andrea Colletti, un tempo ultrà dialettico del MoVimento Cinque Stelle e che ora ha lo stesso ruolo ne “L’Alternativa c’è”, al momento costituisce l’unica opposizione organizzata al governo Draghi insieme a Fratelli d’Italia
Andrea Colletti, è un giovane avvocato abruzzese, alla sua seconda legislatura, eletto deputato nel collegio uninominale di Pescara, un tempo ultrà dialettico del MoVimento Cinque Stelle e che ora ha lo stesso ruolo ne “L’Alternativa c’è”, la componente del gruppo Misto di Montecitorio che riunisce gli ex grillini puri e duri, che al momento costituisce l’unica opposizione organizzata al governo Draghi insieme a Fratelli d’Italia, con cui si trova in sintonia parlamentare su molte posizioni, ultima della serie l’opposizione al Green Pass così strutturato. Tanto da essere classificati, loro che in gran parte hanno storie e idee di sinistra o di estrema sinistra, nelle narrazioni di alcuni cronisti parlamentari come “una formazione di destra”, lettura a mio parere molto fantasiosa e addirittura indicati da alcuni come coloro che potrebbero dare i voti decisivi per far diventare Silvio Berlusconi presidente della Repubblica, lettura a mio parere ancora più fantasiosa. Sarebbe come mettere insieme il diavolo e l’acqua santa, chiunque sia il primo e chiunque sia la seconda.
L'ostruzionismo de "L'Alternativa c'è"
E, esattamente come accade a deputati e senatori meloniani, anche gli ex pentastellati sono un tormentone delle sedute parlamentari con tutto l’ostruzionismo permesso dai regolamenti, interventi sull’ordine dei lavori, ordini del giorno a raffica, proteste varie ed eventuali e soprattutto contestazioni alla scelta dell’esecutivo di mettere la fiducia su molti provvedimenti, sempre più frequente, addirittura ieri sia alla Camera che al Senato. Scelta, per le opposizioni e in particolare per L’Alternativa c’è, dovuta alle divisioni interne alla maggioranza, che bypasserebbe ogni diversità di visione al suo interno con i voti di fiducia. E così gli ex pentastellati provano in ogni modo a mettersi di traverso: ieri, ad esempio, al Senato è toccato al capo della delegazione nel gruppo Misto Mattia Crucioli discutere con il presidente di turno perché lo stoppava dopo tre minuti: “Ma no, ne avevo otto…”. E dalla presidenza: “Il suo capogruppo (che è Loredana De Petris di Liberi e Uguali ndr) ci ha detto tre. Io non posso farci niente, parlatevi fra di voi”.
La richiesta della chiusura della Camera
E non era proprio giornata per Crucioli perché ieri è stato dichiarato lo scioglimento del gruppo nato dal matrimonio con il partito di Antonio Ingroia: “La Presidente del Gruppo Misto, con lettera in data 9 novembre 2021, ha comunicato lo scioglimento della componente, costituita all'interno del gruppo Misto, denominata "L'Alternativa c'è - Lista del Popolo per la Costituzione" alla quale appartenevano i senatori Luisa Angrisani, Margherita Corrado, Mattia Crucioli e Bianca Laura Granato”. Insomma, sono belli carichi in questi giorni quelli de L’Alternativa c’è. Tanto da aver convinto Colletti a chiedere provocatoriamente la chiusura della Camera dei deputati, in quanto totalmente inutile e lasciando questa idea sugli atti della seduta di ieri, rivolgendosi a Ettore Rosato, vicepresidente di Montecitorio in quota Italia Viva, nettamente il migliore della squadra di Roberto Fico.
Il discorso di Andrea Colletti
Ha scandito il deputato ex pentastellato, fra gli applausi dei deputati de L’Alternativa c’è, che hanno contrappuntato il suo discorso: “Presidente, ora lei presiede qui oggi, ma mi rivolgo anche al Presidente Fico che dovrebbe rappresentare questa Camera: voi, in questo momento, presiedete un ologramma parlamentare, una Camera che non esiste e non esiste perché non fa il suo lavoro! Il Presidente Fico se ne dovrebbe rendere conto e dovrebbe rendere conto non solo a noi parlamentari e non solo ai parlamentari di opposizione, perché è una questione anche dei parlamentari di maggioranza, se non di più, ma dovrebbe rendere conto al Paese che questa Camera è totalmente inutile! E se è inutile, che Fico la chiudesse, e noi ci risparmiamo il lavoro e magari facciamo risparmiare gli italiani dal pagarci uno stipendio senza lavorare, perché sostanzialmente qui facciamo questo: aspettiamo 24 ore per la fiducia, per le dichiarazioni di voto sulla fiducia, non votiamo gli emendamenti che qualcuno prepara, 16 emendamenti, e quindi questa Camera, che dovrebbe essere il luogo della democrazia costituzionale di rappresentanza dei cittadini, noi l'abbiamo chiusa, nei fatti l'abbiamo chiusa. Fico la chiudesse davvero! Magari in questo caso ci sarebbe un po' più di sincerità e onestà istituzionale!”.
Il mercoledì da leoni dei deputati ex grillini
Mica finita, perché il mercoledì da leoni dei deputati ex grillini era iniziato con Francesco Forciniti che aveva attaccato per l’assenza del governo in apertura di seduta: “Vorrei che ci fosse il Governo in Aula perché la mia richiesta sarà diretta al Governo, quindi non accetto di essere usato come un riempitivo, come la pubblicità”. E Rosato: “Sospendiamo la seduta, nell'attesa, nella speranzosa attesa, che arrivi qualcuno del Governo”. In verità, stavolta, l’esecutivo era quasi giustificato perché la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini, deputata azzurra, aveva avuto un piccolo incidente. Ma il ritardo o l’assenza di ministri e sottosegretari è un tormentone degli ultimi mesi parlamentari. Ad esempio, poche settimane fa, era toccato sempre al povero Rosato, alle 9,55 di una mattina di lavori di Montecitorio, ratificare l’assenza di rappresentanti dell’esecutivo, per di più per rispondere ad interrogazioni, quindi in una circostanza in cui senza governo non si può fare nulla.
L'assenza di Ilaria Fontana
Stavolta, a mancare, era stata la sottosegretaria al ministero per la Transizione Ecologica Ilaria Fontana, esponente del MoVimento Cinque Stelle. E Rosato, implacabile, giustamente implacabile: “La sottosegretaria Fontana non c'è, ne prendiamo atto. Se il collega sarà così cortese, rinviamo la sua interpellanza in attesa che la sottosegretaria, con i suoi tempi, arrivi da noi, sempre che ci sia… No, la sottosegretaria Fontana non c'è proprio, quindi, non c'è neanche per la successiva interpellanza. Il sottosegretario Sasso non c'è, perché, naturalmente, pensava di avere un po' più di tempo a disposizione, e la sottosegretaria Nisini, anche lei, è ancora in attesa. In via del tutto eccezionale - perché sarebbe da rinviare tutto e chiedere al Governo puntualità e precisione, come si deve fare in queste situazioni - chiederei ai colleghi di sospendere la seduta per il tempo necessario che i sottosegretari arrivino, sempre che decidano di arrivare, e vediamo come ci continuiamo ad organizzare. Sospendiamo, quindi, la seduta fino alle ore 10 e a quell'ora decideremo cosa fare”.
Poi, la sottosegretaria alle 10 è arrivata e tutto è finito bene.
Il ritardo del ministro Bianchi
Ma, una volta, ad essere protagonista del ritardo, per di più il giorno del question time e quindi in diretta televisiva, è stato addirittura un ministro e per di più il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, illustrissimo e magnifico rettore e professore universitario. In quell’occasione toccò al vicepresidente azzurro Andrea Mandelli, che nella vita fa il farmacista, ad usare il bilancino dialettico: “La prossima interrogazione è rivolta al Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che sta sopraggiungendo. Quindi, interrompo brevemente la seduta in attesa che il Ministro raggiunga l'Aula. La seduta è sospesa”. Bianchi arrivò sei minuti dopo. E Mandelli: “La seduta è ripresa. Al di là delle motivazioni, sicuramente comprensibili e legittime, richiamo il Ministro a una puntualità con il Parlamento perché, poi, c'è anche la diretta televisiva, quindi, è importante mantenere l'organizzazione dei lavori più ordinata possibile. E il ministro dell’Istruzione: Mi permetta innanzitutto di scusarmi con lei, con la relatrice e con tutta l'Aula per questo ritardo dovuto a problemi sicuramente non miei”. Avrebbe potuto anche invocare il ritardo accademico. Bianchi sarebbe stato il più credibile nel farlo.