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Amministrative: la destra vince ovunque. La sinistra solo a Vicenza, male Schlein e l'asse con il M5S

La lezione di Meloni alla neosegretaria dem. Gli elettori hanno testa, cuore e preoccupazioni altrove. Non votano Pd e nemmeno i suoi alleati

Ettore Maria Colombodi Ettore Maria Colombo   
La leader di destra-centro e premier Giorgia Meloni, e la leader del Pd e dell'opposizione, Elly Schlein (montaggio da Shutterstock)
La leader di destra-centro e premier Giorgia Meloni, e la leader del Pd e dell'opposizione, Elly Schlein (montaggio da Shutterstock)

Sono cadute le roccaforti rosse, esulta la Meloni. Si è sentito l’effetto Schlein, ironizza Salvini. Poche storie. Il voto complessivo che si registra nei comuni assegna una netta vittoria al centrodestra. Sia i ballottaggi che il primo turno delle amministrative in Sicilia delineano l'affermazione dei candidati sostenuti dalle forze di governo.

L'unica bandiera "rossa" piantata ai ballottaggi

Il centrosinistra può vantare la sola vittoria di Vicenza, strappata al centrodestra con l'affermazione al secondo turno di Giacomo Possamai, sostenuto dal Pd e da quattro liste civiche, che però alla Schlein aveva detto a brutto muso: ‘Grazie, ma qui preferiamo tu non venga’. Esulta il centrodestra, mentre le forze di opposizione incassano la batosta: Elly Schlein convoca subito la segreteria nazionale in una riunione fiume: "E' una sconfitta netta. Sono elezioni amministrative ma dimostrano che il vento a favore delle destre è ancora forte", riconosce la leader dem. Anche Verdi e Sinistra italiana ammettono la sconfitta e invitano le altre forze di centrosinistra a riflettere per ricostruire un'alternativa.

Salgono le proteste

Dal centro, Azione punta il dito contro la scelta errata di contrapporre al "sovranismo" il "populismo" di Pd e M5s. "Il centrodestra vince queste elezioni amministrative, conferma il suo consenso fra gli italiani, il suo radicamento, la sua forza", commenta in un video la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ringrazia "tutti i cittadini che hanno scelto di accordare la loro fiducia al centrodestra, che hanno premiato il nostro buon governo, le nostra proposte, la nostra concretezza". In particolare, la premier tiene a sottolineare la vittoria ad Ancona, "espugnata" ('copyright' di Antonio Tajani) alla sinistra. E' nel capoluogo marchigiano che Meloni, assieme agli altri leader, ha voluto spendersi in prima persona, con uno dei pochi comizi unitari della coalizione prima delle urne. "Abbiamo ottenuto conferme importanti, e qualche vittoria che potrebbe definirsi storica, come ad Ancona, conferma del fatto che non esistono più le roccaforti e che i cittadini sanno fare le loro scelte, valutando i programmi e le persone", osserva la premier. "E' un risultato che ci incoraggia ad andare avanti e fare ancora meglio", aggiunge. E, infine, rivolge i suoi "auguri di buon lavoro a tutti i sindaci che sono stati eletti", e assicura: "Troverete il governo sempre al vostro fianco" conclude soddisfatta.

La soddisfazione di Berlusconi e Salvini

Parlano di "eccellenti risultati" Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, durante un faccia a faccia ad Arcore. Il leader leghista, poi, lancia l'affondo agli avversari, ricorrendo all'ironia: "Non c'è che dire, un ottimo 'effetto Schlein'". Esulta Tajani: "Il centrodestra e Forza Italia stravincono le elezioni amministrative, un risultato straordinario che rafforza il governo". Le urne dimostrano che "gli italiani ci invitano a proseguire nella realizzazione delle riforme e del programma di governo", sostiene il leader di Noi moderati Maurizio Lupi. Sul fronte opposto, al di là della soddisfazione per la vittoria a Vicenza, inizia la riflessione sui motivi della debacle: "E' andata male nei capoluoghi, meglio nei comuni medi. Ma dico subito che il fatto che il Pd sia il primo partito nel voto di lista non e' per noi una consolazione perché da soli non si vince, c'è da ricostruire un campo alternativo alla destra che è divisa, ma che quanto meno quando si tratta di andare al voto si presenta unita", scandisce Schlein, parlando al termine della riunione della segreteria durata oltre due ore. "Non si cambia in due mesi e il cambiamento non passa mai da singole persone. Ci vorrà un tempo più lungo per ricostruire fiducia e per ricostruire un centrosinistra nuovo, competitivo e vincente", aggiunge. Tuttavia, avverte, "è una responsabilità che non riguarda soltanto il Pd". Detto questo, la segretaria dem accetta la sfida e non si tira indietro: "Continueremo a rimboccarci le maniche e a lavorare con ancora più sforzo". Per Andrea Orlando "c'è un problema di ricostruire un radicamento del partito".

I dolori della sconfitta

Mentre per Matteo Ricci, sindaco di Pesaro (tra gli ultimi grandi comuni delle Marche ancora in mano al centrosinistra) e coordinatore dei primi cittadini dem, "in particolare è dolorosa la sconfitta di Ancona", da addebitare a suo dire alle "divisioni del primo turno" che "non si sono ricomposte". Parlano di "vittoria netta" del centrodestra Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Eleonora Evi, secondo i quali ora è necessario "ricostruire non solo una coalizione sufficientemente larga e unita per competere sul terreno elettorale, ma soprattutto in grado di ridefinire un progetto per il Paese in grado di indicare un'alternativa alle destre". Dunque, per i tre esponenti di Avs bisogna "aprire al più presto un confronto chiaro e una profonda riflessione tra le forze politiche di opposizione". Lapidario Carlo Calenda: "Le amministrative confermano che c'è una tendenza di destra in tutto il Paese", e "il dato è netto: non si vince opponendo al sovranismo di destra il populismo di sinistra e 5S". Come dargli torto?

Quanti hanno votato e come

Certo, l’affluenza (il dato definitivo del Viminale è di una partecipazione al 49,64 per cento contro il 58,39% del primo turno). Certo, la compattezza della coalizione di centrodestra, sempre unita e dappertutto, al primo come al secondo turno, contro le alleanze ‘variabili’ del centrosinistra, in alcuni casi in formato classico e in altri allargato ai 5Stelle (ma dove Pd e M5s sono andati uniti, come a Brindisi e Pisa, le sconfitte sono cocenti). Certo, è un testo ‘solo’ locale, amministrativo, anche se non ce ne saranno altri da qui al 2024, quando ci saranno le elezioni europee, tranne il piccolo Molise che tornerà a voto a fine giugno. Come la giri giri, come la metti metti, però, la notizia è una sola: il centrodestra ha vinto praticamente ovunque, il centrosinistra (Pd in testa) ha perso praticamente dappertutto, tranne a Vicenza, isola isolata e felice, dove il candidato è, però, un ‘civico’ che aveva chiesto, e pure in modo esplicito, ai leader nazionali di “non farsi vedere in città”. Una vera debacle dem che peserà non poco sul percorso politico intrapreso dalla segretaria Elly Schlein, un nuovo corso che già sconta mugugni e contrarietà (ieri la lettera di quattro riformiste dem, dopo quella di tre uomini, tutti ex parlamentari: non vogliono che diventi un partito “massimalista” e resti riformista), oltre che, come si sa, abbandoni e scissioni eccellenti.

Sei città su sette "conquistate"

Ma torniamo ai dati. Nel centrodestra quasi non credono ai loro occhi. Vincono in sei città su sette: Ancona, Pisa, Siena, Massa, Terni, Brindisi. Si è votato in 41 comuni, di cui sette capoluoghi di provincia. Si partiva, in questi ultimi, dal 4 (Latina, Imperia, Sondrio, Treviso) a 2 (Brescia e Teramo) per il centrodestra nelle città vinte al primo turno. Inoltre, si votava, al primo turno, in 128 comuni siciliani, tra cui Catania, Trapani, Siracusa, Ragusa, e 39 sardi. Unica eccezione, nei 7 capoluoghi al voto, è Vicenza, dove il nuovo sindaco è Giacomo Possamai, consigliere regionale veneto del Pd, che però si presenta come civico e vince contro il sindaco uscente, Francesco Ruocco, sul filo di lana (51% a 49%). Il centrosinistra sperava in molto di più e meglio: una gara combattuta e una o più vittorie nelle tre città (ex ‘rosse’) toscane e la ‘tenuta’ di Ancona. Nel capoluogo marchigiano, invece, l’ex coordinatore azzurro Daniele Silvetti conquista la città superando la candidata del centrosinistra, Ida Simonelli, con il 51,7% contro il 48,3%. Ora il capoluogo di regione farà asse con il governatore delle Marche, Acquaroli (FdI), in sella dal 2010.

Le sconfitte brucianti in Toscana

Nei tre capoluoghi di provincia toscani le altre tre sconfitte più brucianti per il Pd. A Pisa trova la riconferma Michele Conti (centrodestra), che non aveva ottenuto il successo al primo turno per soli 15 voti, e ora vince col 52% contro il 48% dello sfidante Paolo Martinelli, uomo delle Acli e sostenuto da Pd e M5s. Vittoria importante, per il centrodestra, come pure quella di Massa, dove il sindaco uscente, Francesco Persiani, è stato riconfermato al secondo turno contro lo sfidante di centrosinistra Enzo Ricci (54,5% contro 45,5%), anche grazie al ‘rientro’ in coalizione di FdI che al primo turno appoggiava un suo uomo. E quella di Siena dove Nicoletta Fabio, sostenuta dal centrodestra, vince contro Anna Ferretti, appoggiata da Pd e che pure ha fatto il pieno di altre liste di sinistra, col 52,4% contro il 47,6%.

Altro smacco a Brindisi, dove vince il centrodestra con un trionfante Giuseppe Marchionna, sindaco all’inizio degli anni Novanta, che sconfigge Roberto Fusco, candidato del M5s sostenuto anche dal Pd con un netto 54% contro il 46%. Infine, gara tutta interna al centrodestra a Terni, dove il civico, centrista e presidente di Ternana calcio, Stefano Bandecchi, vince con il 54,7% il candidato del centrodestra, Orlando Masselli (FdI), fermo al 45,3% con il centrosinistra rimasto fuori dal ballottaggio.

Gli exit poll in Sicilia certificano che Catania va al primo turno al centrodestra, mentre a Trapani la sfida si riapre ed è testa a testa con il centrosinistra. Ragusa va al sindaco uscente Cassì (centrodestra), Siracusa dovrà misurarsi con il secondo round, ma è avanti il centrodestra.

L'onda conservatrice travolge l'Europa e si prende l'Italia

E se è vero che l'ondata conservatrice che da ormai diversi mesi sta percorrendo l'Europa non sembra arrestarsi (sconfitta della sinistra in Spagna, vittoria della destra in Grecia, trionfo della destra in Finlandia, etc.) in Italia fa più male specie alla sinistra (Pd e M5s) che pensava di poter approfittare di alcuni passi falsi del governo mentre, come si è visto, così proprio non è stato.  

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