Alluvione, la Romagna vuole subito il commissario per la ricostruzione. “Basta perdere tempo”

Ieri sindacati, Lega cooperativa e la segretaria del Pd Elly Schlein hanno chiesto risposte entro la settimana. Il territorio vuole Bonaccini. La maggioranza ci vuole fare campagna elettorale. Mercoledì un incontro

'Il territorio vuole Bonaccini' (Ansa)
"Il territorio vuole Bonaccini" (Ansa)

La pioggia continua a cadere, ieri nuovi allagamenti nella zona di Forlì e una bomba d’acqua nel Reggiano ha interrotto due strade e provocato allagamenti. In alcune strade della Romagna, e quindi case e laboratori, l’acqua è appena defluita dopo venti giorni di putrido ristagno lasciando ancora fango. Oltre seicento strade sono ancora “rotte”, non transitabili, già franate o a rischio frane. Ieri è arrivata una prima stima dei danni, 5 miliardi perché al di là di case e fabbricati industriali e artigianali, molti terreni  impiegheranno anni, anche tre o quattro, prima di poter tornare in produzione. Piove sul bagnato sulla Romagna alluvionata. Ieri la Lega Coop ha presentato la sua lista: 140 cooperative sono ferme perchè non sanno a chi rivolgersi per ripartire. Non per l’emergenza: quella l’hanno già fronteggiata e gestite, Protezione civile ed esercito e tutti quanti sono stati preziosi nella prima fase ma quella di Romagna è gente che deve sapere subito quando si ricomincia e in quali condizioni.

Pronti a ripartire, subito

Non vogliono, adesso almeno, i soldi dello Stato. Sono disposti anche ad anticiparli pur di iniziare di nuovo. Il problema è che per tutto quello che non rientra nella fase emergenza - messa in sicurezza dei luoghi e delle persone, aspetto sanitario compreso - la gestione dell’alluvione dell’Emilia Romagna è un buco nero. Diceva ieri il Presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Lo Stato sta intervento sulla strade statali. Ma quelle di competenza comunale e provinciale non ci sono soldi e nessuno sta facendo nulla. Peccato che siano proprio le strade comunali e provinciali a creare più disagio nelle comunicazioni”. Bonaccini è un amministratore esperto. Difficile fregarlo con le promesse con effetti speciali come i “due miliardi già stanziati per l’emergenza, cosa mai successa prima”. Il problema, denunciava ieri, è “chi mi aggiusta le strade per far circolare mezzi e merci”.

E meno male che è arrivata anche la presidente della Commissione Ue per promettere che “non sarete lasciati soli”. Più che soli imprenditori e famiglie sono un limbo. La condizione che meno si adatta alla tempra di questa gente. Eppure il governo non ha ancora deciso chi sarà il Commissario per la ricostruzione. La motivazione è “intanto si fa con l’emergenza. La prima fase. Poi si penserà alla seconda fase, quella della ricostruzione, con un commissario dedicato”.

Ma la destra ci vuole fare campagna elettorale

La gente di Romagna, ad  di là del colore politico, chiede che venga nominato e il prima possibile il presidente Bonaccini. La destra però non vuole “regalare” i 5 miliardi della ricostruzione ad una regione che andrà al voto nel gennaio 2025 e su cui Lega e Fratelli d’Italia vogliono letteralmente mettere le mani. In pratica si vuole fare campagna elettorale - doppia, per le Europee a giugno 2024 e per le regionali a gennaio 2025 salvo poco probabili anticipi causa dimissioni dell’attuale Presidente - sulla pelle della Romagna e della sua gente.

Ieri questa cosa è stata denunciata a gran voce nella giornata di incontri organizzata dall’Anpi a Bologna, una sorta di microfono pubblico messo a disposizione delle “vittime” dell’alluvione che dal 2 maggio va avanti in pratica ininterrottamente sulla Romagna. Da allora Bonaccini è stato nominato commissario per l’emergenza (come si fa sempre in questi casi) con un “cratere” di zone colpite che ormai ha coinvolto più di cento comuni.  

Il Pd con la segretaria Elly Schlein, insieme al segretario della Cgil Maurizio Landini e al mondo delle cooperative, hanno chiesto con forza al governo di nominare presto il commissario per la ricostruzione. Non solo: hanno chiesto interventi urgenti e risorse, soprattutto per l'agricoltura, il settore più danneggiato, e procedure snelle per i ristori.

In settimana l’incontro a Roma

Mercoledì è in programma l’incontro tra l'esecutivo, il presidente dell'Emilia-Romagna e i sindaci dei Comuni alluvionati per fare il punto della situazione. E, proprio in vista della riunione, lo stesso Bonaccini - il nome che i dem e gli amministratori del territorio vogliono come commissario - ha chiarito: “Bene i 2 miliardi e 200 milioni di euro” previsti dal decreto “che in realtà non sono soldi tutti spendibili visto che una larga parte serve a coprire l’occupazione”. Il governatore però vuole sapere anche “quante risorse arrivano sulle strade provinciali e comunali, perché in questo momento lì non c'è praticamente nulla”. Già un modo per mettere in difficoltà la Regione e le amministrazioni locali che sono per lo più di centrosinistra? Sarebbe troppo meschino. Però intanto strade comunali e provinciali sono ancora rotte e nessuno ci mette meno. E’ chiaro che nella percezione locale, la responsabilità finisce sulla prima linea, sindaci e presidente di Regione. 

La segretaria del Pd Elly Schlein Schlein ha detto che “serve fare in fretta perché le persone che hanno perso tutto non possono aspettare. Si tratta - ha aggiunto - di miliardi di ristori per le famiglie, per le imprese, per l’agricoltura. Noi stiamo chiedendo al governo di avere procedure spedite, di avere le risorse. Continueremo a insistere sui tempi, non soltanto sulle risorse. Ma anche su tutti gli altri strumenti. A partire dal commissario su cui più volte abbiamo chiesto al governo di fare in fretta”. Il Commissario è l’uomo chiave in queste emergenze e prima e meglio imposta il lavoro e prima e meglio funzionano le cose. Non indicarlo adesso è un errore da matita blu.

5 miliardi di danni

Se la nomina di Bonaccini commissario “non è una urgenza del governo, beh credo sia un errore grave - ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini -  perché è

necessario che la ricostruzione sia fatta insieme a conoscono il territorio. Una politicizzazione di questa situazione  è uno schiaffo in faccia alle persone e al territorio”.

Risposte certe, sulla nomina del commissario, le pretende

anche Legacoop. “Noi pensiamo sia opportuno che sia Bonaccini - , ha detto il presidente Simone Gamberini. - come movimento cooperativo  abbiamo circa 140 cooperative che sono in difficoltà a causa dell'alluvione e moltissimi soci e lavoratori che in questo momento sono fermi. Auspichiamo che si faccia presto. Il decreto non ci mette ancora nelle condizioni di avere tutte le risposte necessarie a ripartire”.

Nei giorni scorsi si sono espresse negli stessi termini almeno una ventina di associazioni di categoria, a cominciare dalla Cia e da quelle legate all’agricoltura. Il filo rosso delle varie richieste è semplice: Bonaccini conosce bene il territorio e la sua morfologia anche produttiva; ha già gestito con successo il post terremoto e portato a buon fine 12 miliardi per riparare i danni; con lui non si deve cominciare da capo, faremmo bene e soprattuto prima. Ecco qua, convenienze oggettive. Che non riguardano la politica.

Forza Italia si smarca

La maggioranza è divisa. La Lega non vede l’ora di prendersi la rivincita del gennaio 2020 quando Bonaccini, appunto, strappò la Regione alla candidata della Lega nonostante fosse molto avanti nei sondaggi. A Salvini quella sconfitta, più sua che della candidata, è rimasta in gola anche perchè è stata l’inizio del crollo nei consensi. Il vicepremier leghista ha già fatto il nome del suo candidato: Jacopo Marrone, ex sottosegretario alla Giustizia che non si sa bene quale dimestichezza abbia con la macchina dei governi locali.

A parte Meloni che probabilmente non vuole rischiare e vorrebbe confermare Bonaccini - il pensiero cinico è che "se poi va male ci facciamo comunque la campagna elettorale” - larga parte di Fratelli d’Italia vuole invece quel posto. Anche qui i nomi dei candidati sono già pronti: il sottosegretario alle Infrastrutture Bignami (quello che anni fa ad una festa di Carnevale si travestì da nazi-fascista con tanto di divisa originale) e il senatore Marco Lisei, avvocato di Bologna.

Forza Italia si sta però smarcando. “Sono certa che il governo prenderà la decisione migliore” ha detto venerdì Rosaria Tassinari, deputata di Forza Italia. È chiaro che un profilo come quello di Bonaccini significa avere tutta una serie di elementi già pronti e le conoscenze per poter procedere in maniera immediata. Questo non esclude che  anche un tecnico esterno, con la collaborazione regionale, possa realizzare la ricostruzione (era circolato il nome del generale Figliuolo, ndr). Personalmente non sono contraria a Bonaccini commissario perchè la priorità è

dare velocemente risposte ai cittadini e alle imprese”. Una breccia nel fronte unanime che invece da qualche giorno in tv e nei vari talk allude e accusa velatamente Bonaccini di non aver saputo proteggere il suo territorio.

Le belle notizie

Poi ci sono anche le belle notizie. La Regione sta già distribuendo il modulo per ricevere i primi 3000 euro (su un totale di 5000) di indennizzo promessi. Bonaccini ha spiegato che si tratta di “una procedura superveloce e che i comuni saranno in grado di verificare e bonificare i soldi sui conti correnti in tempo assai celeri”. L’altra bella notizia sono le donazioni. “Sul cc dedicato aperto dalla Regione sono già arrivati 37milioni. C’è come la Ferrari o altri grandi marchi che hanno messo un milione e l’operaio che ha messo due euro. Ecco, grazie a tutti, sono, siamo commossi”.