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Tutto tace sulla missione di Salvini a Mosca, "arma impropria" contro l’unità europea

Grande imbarazzo nella Lega e nel centrodestra. Forza Italia: “Rischio boomerang”. Il misterioso mediatore: un ex deputato azzurro consigliere comunale nel napoletano. Tutto questo mentre oggi e domani si riunisce un importantissimo Consiglio europeo

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   
Tutto tace sulla missione di Salvini a Mosca, 'arma impropria' contro l’unità europea
Salvini a Mosca (Ansa)

Domenica è passata e non c’è traccia di partenze per Mosca e/o Istanbul. La missione per la pace di Matteo Salvini annunciata venerdì sera su un palco elettorale a Erba e via chat ai suoi gruppi parlamentari, diventa così un enigma imbarazzante. A tutti i livelli: il partito è rimasto spiazzato e in larga parte non ha gradito; la coalizione, idem come sopra; palazzo Chigi e il governo sono ben oltre l’imbarazzo sicuri come sono che una missione del genere, organizzata a livello di Russia Unita, cioè qualche oligarca che ha in mano il partito di Putin, non sia affatto risolutiva per la diplomazia ma sia una trappola per provare ad usare l’Italia come punto debole e quindi dividere l’Unione europea. Italia e Ungheria, insomma. Siamo a questo livello qua. L’imbarazzo e lo sconcerto di palazzo Chigi arrivano allo zenith visto che oggi e domani a Bruxelles si riunisce un importante Consiglio europeo che oltre a decidere sul sesto pacchetto di sanzioni (tra cui il petrolio) dovrebbe decidere anche su dossier che hanno la firma di Mario Draghi: il tetto al prezzo del gas e lo sblocco del grano di Odessa per evitare una crisi alimentare che diventerebbe in poche settimane umanitaria e migratoria. Ecco, in un contesto del genere, Matteo Salvini ha pensato bene di annunciare la sua missione a Mosca perchè “qualunque cose ci sia da fare per la pace, per non mandare più armi, evitare morti e non far chiudere le fabbriche io la faccio, anche se c’è da andare in capo al mondo”. Ammirevole. commovente. Peccato che la propaganda di Putin sia arrivata ad un punto tale di usare qualunque cosa gli capiti a mano per condizionare l’andamento della guerra. E velocizzarlo. Gli analisti dicono che sul campo “alla fine Putina stia ottenendo quello che voleva, Donbass e Crimea”. Il disastro, in Russia, è economico e l’isolamento figlio delle sanzioni è pesante. Putin a questo punto deve chiudere la missione.  

Missione? Si, No, Forse

La missione di Matteo Salvini a Mosca resta in stand by, nessuna smentita, nessuna conferma. Tutto fermo. E tutti tacciono. In queste 48 ore però il clima si è fatto molto pesante. Il leader della Lega è tornato a Roma e interrotto il tour elettorale per concentrare tutte le energie sulla trasferta. Che però gli sta creando molti problemi, critiche, malumori e un crescente isolamento. Anche nel suo partito dove ufficialmente si parla a denti stretti di “ipotesi di lavoro ancora in piedi”  ma, con la garanzia dell’anonimato, sono molto critici con il proprio segretario. Dalle piccole alla grandi questioni. Ad esempio, non piace e stupisce che il consulente che sta dietro questa operazione sia un ex parlamentare azzurro, Antonio Capuano. “Sono in Parlamento da molte legislature - osserva sorpreso un senior deputato del Carroccio - e non ho mi sentito parlare di quest'uomo. Non ha mai partecipato a nessuna nostra iniziativa…”. Capuano è un ex consigliere comunale di Frattaminore, in provincia di Napoli, e si interrogano sulla “qualità dei buoni rapporti che questo signore possa avere con il Cremlino per organizzare la missione di un ex ministro dell’Interno e segretario di uno dei più importanti partiti di maggioranza”. La domanda, ovviamente è retorica.  

Il boomerang

Forza Italia è stata silente nelle prime 48 ore. Ieri però alcuni fonti azzurre, vicine a Berlusconi, all’ala salvininana di Forza Italia e anche alla parte di governo, hanno fatto filtrare parole chiarissime. L'ex ministro dell’Interno, dicono, “rischia un pericoloso boomerang politico e di immagine”. “Non ci vogliamo esporre, tenuto conto delle critiche che Berlusconi ha subito nel recente passato. Ma è chiaro che con queste missioni improbabili e individuali - spiegano le stesse fonti - non si aiuta la pace”. Persino la Cei, seppur implicitamente, boccia nettamente l’operazione. “Credo che le iniziative vadano raccordate e pianificate il più possibile - ha spiegato ieri il neo eletto segretario Matteo Zuppi - altrimenti rischiano di essere retoriche, di immagine, per far vedere che si fa qualcosa ma questo qualcosa non è molto intelligente. Fondamentale e indispensabile invece l'unione di tanti sforzi, a livello europeo e non solo”.

Continuano le bordate da Pd, Iv e partiti di centro. Calenda ha invitato Salvini a “scusarsi con gli italiani per queste idiozie. Queste come i sondaggi sulla pace son sceneggiate utili solo a nascondere i suoi legami di sudditanza con Putin. E’ un leader allo sbando e stupisce il silenzio della Lega. Ministri e governatori dovrebbe avere il coraggio di mandarlo a giocare a biglie al Papeete”.

Molto duro, sebbene con toni più falpati, Pier Ferdinando Casini. “Voglio credere assolutamente alla genuinità e alla bontà dei suoi propositi - spiega il senatore ex Presidente della Camera -  ma Salvini rischia di indebolire il ruolo dell'Italia diventando un burattino nelle mani di Putin”.   

L’imbarazzo a Bruxelles

Palazzo Chigi deve trattenere la sua ira per quanto sta accadendo. Una missione del genere, se dovesse andare in porto, toglierebbe immediatamente all’Italia quel giudizio di affidabilità e chiarezza nella politica estera su cui Draghi ha lavorato molto in questo anno e mezzo di governo arrivato dopo quasi tre anni in cui invece eravamo finiti nella parte finale della classificati sulla accountability.

Con un filo di imbarazzo gli ambasciatori e delegati italiani sono stati al tavolo della riunione Coreper per chiudere il sesto pacchetto di sanzioni su cui il Consiglio Ue straordinario si dovrà pronunciare tra oggi e domani.

Il pacchetto su cui stanno lavorando gli sherpa - e filtrato ieri in bozza - contiene luci e ombre. Sul petrolio non c’è accordo e rischia di esserci un grosso scontro. Qualcuno parla di “Ue spaccata”. Colpa di Orban. Si capisce perchè la missione di Salvini, guarda caso annunciata proprio alla vigilia del vertice Ue, sarebbe oro per la propaganda del Cremlino. Gli ambasciatori (Coreper) si riuniranno di nuovo stamani per provare a trovare almeno un compromesso di principio che permetta di non far naufragare la discussione tra i leader.

Fumata nera sul petrolio?

Gli sherpa dei Paesi membri non sono riusciti a trovare una quadra sullo schema di intesa preparato dalla Commissione che prevedeva l'esenzione (dall’embargo) per il greggio proveniente dall'oleodotto “dell’Amicizia” che collega la Russia a Ungheria, Germania e Polonia. A Budapest non basta neppure questa ultima e importantissima  concessione. Prima del vertice, in mattinata, gli ambasciatori dei 27 torneranno a riunirsi per raggiungere, in zona Cesarini, almeno un compromesso di principio che permetta di non far naufragare la discussione tra i leader.

In realtà ieri mattina l’intesa sul sesto pacchetto di sanzioni (con l’embargo sul petrolio) sembrava a portata di mano.

Lasciando fuori l’oleodotto dell’Amicizia, di fatto l'embargo al petrolio si applicherebbe solo al greggio proveniente via mare su cui l'azzeramento dell'import scatterebbe solo alla fine dell’anno. Per i paesi “falchi” antirussi (i Polonia e Baltici su tutti) si tratterebbe di un embargo “troppo soft che politicamente piegherebbe Bruxelles alle richieste di Orban”.  

Importanti novità

Le bozze circolate ieri non contengono quindi riferimenti all'intesa sul petrolio. Ci sono però altre importanti novità sul fronte dell’energia. Oltre a confermare  il sostegno alla difesa dell’Ucraina (“rafforzare la capacità dell’Ucraina pet tutelare la propria integrità territoriale e sovranità aumentando il sostegno militare all'Ucraina nell'ambito del Fondo europeo per la pace”), per la prima volta si parla di un fronte comune europeo nelle politiche energetiche.  Si mettono in conto “scarsità di forniture” o addirittura black-out di forniture dalla Russia. O su decisione Ue. O per vendetta del Cremlino. In entrambi le eventualità, serve  un Piano di emergenza per l’interruzione del gas. “La preparazione a possibili gravi interruzioni dell'approvvigionamento - si legge nella bozza - e la resilienza del mercato del gas dell'Ue dovrebbero essere migliorate, in particolare concordando rapidamente accordi di solidarietà bilaterali e un piano coordinato di emergenza”. Accordo anche sullo stoccaggio del gas. In questo quadro, si legge, va “accellerato il riempimento dello stoccaggio prima del prossimo inverno”. Non solo: il Consiglio Ue invita la Commissione a “proseguire rapidamente i lavori per l'ottimizzazione del funzionamento del mercato europeo dell’elettricità in modo che resista alla futura volatilità dei prezzi, fornisca elettricità a prezzi accessibili e si adatti pienamente a un sistema energetico decarbonizzato”.  

La vittoria dei dossier italiani

Altre importanti novità sono tutte in chiave italiana. Nel testo infatti si apre alla possibilità di introdurre un price cap temporaneo all'energia. “Il Consiglio Ue invita la Commissione a esplorare con i partner internazionali le modalità per frenare l'aumento dei prezzi dell'energia, compresa la fattibilità dell'introduzione di tetti ai prezzi temporanei” si legge nella bozza. Non solo. Il vertice europeo inviterà “la Commissione a proseguire rapidamente i lavori per l'ottimizzazione del funzionamento del mercato dell'energia elettrica europea in modo da resistere alla futura volatilità dei prezzi”. E’ in questo paragrafo che, Paesi come Italia, Spagna o Grecia, potrebbero intravedere una sia pur timida apertura al decoupling (distacco) dei prezzi dell'elettricità da quelli del gas.

Il RePowerEu sarà uno dei temi cardine del summit, i finanziamenti previsti dal Piano e come ripartire i fondi. Così come sarà centrale il tema di come sbloccare il grano ostaggio nei porti ucraini bloccati dalle mine russe. Un altro dossier italiano.

Da nessuna parte, come nelle precedenti bozze di questi ultimi tre mesi, si trovano parole come “tregua” o “cessate il fuoco”. Mentre in un capitolo a parte i leader Ue aprono all'uso degli asset russi congelati per la ricostruzione ucraina. Se sul petrolio manca l’intesa, l’Europa non fa alcun passo indietro rispetto al sostegno a Kiev. Il presidente Zelensky sarà collegato durante la cena di questa sera.

 

Claudia Fusanidi Claudia Fusani   

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