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Nuovo stadio della Roma, la denuncia di Italia Nostra: ecco quali sono i rischi ambientali e gli interessi dietro

Per fare chiarezza sulla questione Tiscali.it ha sentito Oreste Rutigliano, consigliere nazionale dell'associazione che da tempo lotta contro la costruzione dell'impianto a Tor d Valle

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
Nuovo stadio della Roma, la denuncia di Italia Nostra: ecco quali sono i rischi ambientali e gli interessi dietro

Il nuovo stadio della Roma continua a restare al centro della cronaca e delle polemiche anche perché negli ultimi giorni sono cresciuti anche all’interno del M5s i dubbi sull’opportunità di costruirlo a Tor di Valle. ”E meglio farlo in una zona che non esonda” ha detto Beppe Grillo ai giornalisti puntando il dito su quello che sembra essere il vero problema del progetto: il rischio idrogeologico. Per capire meglio la questione Tiscali.it ha sentito Oreste Rutigliano, consigliere nazionale dell’associazione Italia Nostra da tempo in prima fila nella protesta contro la costruzione dell’impianto in quella specifica zona della Capitale.

Rutigliano ha spiegato dettagliatamente la natura dei rischi idrogeologici e ambientali e quali sono gli interessi che spingono invece per la costruzione dello stadio a Tor di Valle. A seguire una sintesi dei passaggi più rilevanti dell’intervista che integralmente può essere ascoltata nella clip audio.

Il rischio idrogeologico 

“L’ansa di Tor di Valle è protetta dalle esondazioni del Tevere da argini in terra di 6 metri. Nonostante gli argini c’è comunque un rischio idrogeologico causato non dal Tevere ma da un suo affluente, il Fosso di Vallerano, che durante le piene ha difficoltà ad immettersi e crea un rischio di allegamento a Decima, una zona urbanizzata a monte". 

“Per fare lo stadio i costruttori sarebbero obbligati dall’autorità di bacino  a 16 milioni di opere per ridurre il rischio idrogeologico. Bisognerebbe poi costruire una idrovora da 3 milioni di euro la cui gestione spetterebbe al comune”.

Lo scempio ambientale 

“Tor di Valle è una delle 3 anse del Tevere dentro il raccordo anulare che non sono state ancora costruite. Si tratta di una area preziosa per l’equilibrio ecologico e ambientale della città. Durante le fasi di piena la ricchezza di fauna è tale da sembrare in Africa”.

“E’ il classico tentativo di costruire su un terreno vergine, ingiustificato e non previsto dal piano regolatore”.

Gli interessi dietro il progetto 

“E’ ridicolo affermare che lo stadio non può essere costruito in un’altra parte della città. Il problema è che non si tratta di uno stadio ma di un centro direzionale con annesso stadio che rappresenta solo il 14% della cubatura complessiva”.

“Ormai è noto a tutti che i terreni appartengono al costruttore Parnasi, da sempre vicino al Pd e indebitato per 400 milioni di euro con Unicredit. Parnasi aspetta questa operazione per cercare una sorta di risanamento”.

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