Mattarella: "La pace non è sottomissione all'aggressore. Pochi sempre più ricchi, tanti più poveri"
Nel discorso di fine anno, Mattarella sottolinea che "c'è un sentimento vivo, sempre attuale, dell'idea di Patria'". Basta alla barbarie di uomini che uccidono donne, ricordiamo Giulia Cecchettin
"Questo nostro incontro tradizionale mi consente di rivolgere l'augurio più sincero a tutti voi, a chi si trova in Italia e agli italiani che sono all'estero. Stiamo vivendo come ogni fine anno ore di attesa per un tempo nuovo che viene e che speriamo migliore. Ore in cui cerchiamo la serenità rinsaldando i nostri rapporti. Nelle nostre comunità, nelle famiglie, nelle amicizie". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in apertura del tradizionale discorso di fine anno. "Facciamo i nostri auguri - prosegue - e ne riceviamo. Non è soltanto un rito, è la dimostrazione della nostra natura più autentica, quella che ci chiama alla relazione con gli altri".
La barbarie della guerra non risparmia il Natale
"Nella notte di Natale si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata. Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell'Ucraina per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo. Gli innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane. Queste forme di barbarie non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite". Il capo dello Stato ha ricordato le "migliaia di vittime civili delle guerre in corso", che "turbano tragicamente le nostre coscienze".
Il patriottismo è quello dei medici di pronto soccorso
Intenso il discorso di Mattarella sul tema del patriottismo che potrebbe sembrare una stoccata a chi si dice patriota solo a parole: "Nella quotidiana esperienza di tanti nostri concittadini si manifesta un sentimento vivo, sempre attuale, dell'idea di Patria. Patriottismo - ha aggiunto il capo dello Stato - è quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose. Quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. Di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie". "È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l'Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità. È fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società".
Mai come adesso la pace grida la sua urgenza
"Mai come adesso la pace grida la sua urgenza. La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l'Italia ha sempre perseguito, anche con l'importante momento quest'anno della presidenza del G7. La pace di cui l'Unione Europea è storica espressione".
La pace non è sottomissione all'aggressore
La pace "non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi", ma è "la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità". Lo ha rimarcato il presidente dopo aver ribadito "l'urgenza della pace". "Perché - ha proseguito - è giusto. E, se questo motivo non fosse ritenuto sufficiente, perché è l'unica garanzia di una vera pace, evitando che vengano aggrediti altri Paesi d'Europa".
Il caso Sala ricorda il valore della libera informazione
"Interpreto, in queste ore, l'angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia", ha detto ancora Mattarella. "Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione". "Tanti giornalisti - ha proseguito - rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell'Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità".
Pochissimi sempre più ricchi, tanti sempre più poveri
"La realtà che viviamo ci presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza. A livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la povertà di tanti", ha detto il presidente aggiungendo che invece la spesa in armi è 8 volte quella per il clima: "La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall'aggressione della Russia all'Ucraina - che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa - ha toccato quest'anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l'umanità. Una sconfortante sproporzione".
Lunghe liste d'attesa e troppi rinunciano a cure
Nel discorso del presidente, non poteva mancare un riferimento alla crisi della Sanità: "La scienza, la ricerca, le nuove tecnologie aprono possibilità inimmaginabili fino a poco tempo addietro per la cura di malattie ritenute inguaribili. Nello stesso tempo vi sono lunghe liste d'attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari".
Tutte le morti sul lavoro si devono prevenire
"L'ultima tragedia pochi giorni fa, a Calenzano: cinque persone sono morte. Non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire, con responsabilità e severità. Gli incidenti mortali - tutti - si possono e si devono prevenire", ha detto Mattarella rimarcando l'importanza del "rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora".
La barbarie di uomini che uccidono donne
In Italia troviamo valori, coraggio e comportamenti positivi come "nel rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi. Siamo stati drammaticamente coinvolti nell'orrore per l'inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste".
Da Giulia Cecchettin a Sammy Basso, le citazioni
Diversi i casi di cronaca, le personalità, le autorità e le istituzioni citati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel tradizionale discorso di fine anno. In primis, la vicinanza espressa alla giornalista Cecilia Sala, accompagnata dalla sottolineatura sul valore della libera informazione. Poi, il riferimento a Papa Francesco e al suo richiamo alla speranza. Tra le istituzioni, Mattarella ha menzionato l'Istituto dell'Enciclopedia Treccani che ha scelto "rispetto" come parola dell'anno. Tra i casi di cronaca ricordati, l'incidente sul lavoro a Calenzano, che ha causato cinque vittime, e il femminicidio di Giulia Cecchettin. Il capo dello Stato ha inoltre citato il caso di Sammy Basso, deceduto quest'anno, le cui parole "insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà". Il presidente della Repubblica ha infine ricordato "l'entusiasmo" degli allievi della Marina militare sulla nave Trieste e "l'orgoglio" degli atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi di Parigi.