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[La polemica] Per Salvini il razzismo non esiste. Ma lui rischia di finire indagato per istigazione all’odio razziale

E se il ministro Salvini davvero finisse iscritto sul registro degli indagati di Milano per istigazione all’odio razziale, persino «come atto dovuto», cosa direbbero gli “stranieri” dell’Italia? Immaginate la reazione di Bruxelles, delle capitali europee, dei migranti, delle loro famiglie. Un’ inchiesta da parte della Procura di Milano c’è e potrebbe finire al tribunale dei ministri

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo, editorialista   
Il ministro Salvini
Il ministro Salvini

Banalizza, il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Razzismo? E’ una invenzione della sinistra. Razzismo per solo alcuni limitati episodi? L’unico allarme sono i reati degli immigrati».  Non se ne rende conto o mente il ministro leghista? Davvero non ritiene che potrebbe esserci un nesso tra la sua campagna contro i Rom, i migranti e la violenza che comincia a manifestarsi? E non è escluso che possa trattarsi di violenza di gruppi estremisti di destra.

I casi di cronaca

E che ha pensato, Matteo Salvini, quando ieri ad Aprilia, due italiani hanno ipotizzato che un marocchino stesse per portare a termine un furto e hanno pensato di farsi giustizia da soli inseguendo l’auto “sospetta” che è finita fuori strada? E non contenti lo hanno poi pestato a sangue. Il marocchino è morto e i due italiani sono stati denunciati dai carabinieri per omicidio preterintenzionale. Ma se proprio lui, sì, il ministro dell’Interno, finisse indagato per istigazione all’odio razziale, dovremmo per caso limitarci a fare spallucce perché è solo un caso in più? Insomma invece di dieci, undici casi in due mesi?

L’Europa ci guarda

E se il ministro Salvini davvero finisse iscritto sul registro degli indagati di Milano per istigazione all’odio razziale, persino «come atto dovuto», cosa direbbero gli “stranieri” dell’Italia? Immaginate la reazione di Bruxelles, delle capitali europee, dei migranti, delle loro famiglie. Potremmo mai sopportare la vergogna di essere accusati di istigare all’odio razziale? E non è una questione che si possa risolvere con un sondaggio. Nessuna maggioranza degli italiani che si dovesse schierare con il ministro Salvini potrebbe mai guarire la ferita di essere accusati di essere un Paese razzista.

L’inchiesta

Ora tutto questo non è solo un suggestivo scenario. Potrebbe accadere davvero perché la Procura di Milano ha aperto un fascicolo e potrebbe addirittura avere già iscritto sul registro degli indagati il ministro Salvini per istigazione all’odio razziale, prima di mandare gli atti al Tribunale dei ministri, convinta che la denuncia presentata contro Salvini abbia qualche fondamento. Perché, infatti, «l’atto di impulso processuale» presentato pochi giorni dopo l’insediamento del nuovo governo Conte, il 21 giugno scorso, dall’onorevole Roberto Speranza, legale rappresentante di «Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista», prende spunto dalle dichiarazioni di Salvini del 18 giugno scorso fatte a “Telelombardia” sul cosiddetto “censimento” dei Rom.

La denuncia

Si legge nella denuncia di Roberto Speranza: «Il Senatore Salvini ha affermato testualmente, come poi riportato anche dai principali quotidiani italiani e dalle più autorevoli agenzie di stampa che: ”Al ministero mi sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia, perché dopo Maroni non si è fatto più nulla, ed è il caos… una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti, ossia rifacendo quello che fu definito il censimento, facciamo un’anagrafe” per poi aggiungere che gli stranieri irregolari andranno “ espulsi” con accordi tra Stati ma “i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa”». Ma non solo. Il Ministro Salvini, dopo le reazioni critiche alle sue affermazioni, ha ritenuto di dover precisare all’Ansa: «Qualcuno parla di shock. Perché? Io penso anche a quei poveri bambini educati al furto e all’illegalità».

Odio razziale

Fin qui, le affermazioni del ministro. Istigano all’odio razziale? «Ai fini della configurabilità del reato previsto la propaganda di idee - è la tesi di Speranza - consiste nella divulgazione di opinioni finalizzata ad influenzare il comportamento o la psicologia di un vasto pubblico ed a raccogliere adesioni, l’odio razziale o etnico è integrato non da qualsiasi sentimento di generica antipatia, insofferenza o rifiuto riconducibile a motivazioni attinenti alla razza, alla nazionalità o alla religione, ma discriminazione per motivi razziali è quella fondata sulla qualità personale del soggetto, non invece sui suoi comportamenti».

Il dossier sui rom

Concretamente, secondo l’esposto di Speranza, «le espressioni discriminanti pronunciate da Salvini come il “dossier sui rom” oppure “il censimento, facciamo un’anagrafe” o ancora “ i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa” oppure “Qualcuno parla di shock. Perché? Io penso anche a quei poveri bambini educati al furto e all’illegalità”, si fondano esclusivamente sulle qualità dei soggetti e vale a dire sulla loro appartenenza all’etnia Rom, generalmente considerata, senza riferimento a casi specifici e delineando, così, in modo netto un pregiudizio secondo cui tutti gli zingari sarebbero dediti ad attività criminose in base ad una presunta inferiorità della loro etnia».

Discriminazione etnica

Di più, secondo la denuncia: «Allora, il riferimento che Salvini fa a ciò “che fu definito censimento” oppure ancora “ai bambini educati al furto ed all’illegalità” negando, alla precisazione rilasciata all’Ansa, che le proprie dichiarazioni fossero scioccanti, dimostra tutta la sua consapevolezza e coscienza di diffondere idee fondate sulla discriminazione etnica nei confronti dei Rom. Proprio perché Matteo Salvini ricopre il delicato ruolo di Ministro dell’Interno, il fatto è concretamente pericoloso e stride con la prudenza che la sua funzione, invece, richiederebbe».
E, dunque, se la Procura di Milano decidesse di indagare Salvini, ci troveremmo nelle stesse condizioni di Roberto Saviano, indagato per diffamazione, su denuncia di Matteo Salvini, per aver diffamato il ministro leghista, «ministro della malavita?».

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo, editorialista   
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