Salvini lancia l’allarme: "Vogliono lo sfascio sulle bollette per far cadere subito il nostro governo"
L'attacco del leader della Lega è un’immagine sulla campagna elettorale e di cosa ci aspetta nei prossimi giorni
La giornata di Matteo Salvini è stata intensissima: a Monza per la Formula 1 con annesso incontro con Giorgia Meloni e reciproci auguri di ultime buone settimane di campagna elettorale; visita pastorale ad Arcore da Silvio Berlusconi con l’ormai consueta sintonia; comizio a Varese con omaggio a Umberto Bossi “grazie al quale siamo qui tutti noi. Sempre e comunque rispetto onore e stima nei confronti di chi ha risvegliato un popolo. Chi si dimentica delle radici e del suo passato, non ha un presente e non ha un futuro"; collegamento con Massimo Giletti per la 7 e poi diretta su Primocanale, corazzata dell’informazione ligure.
Ma è quello che succede in mezzo a tutto questo che va raccontato, perché è un’immagine sulla campagna elettorale e anche sul futuro del centrodestra e cosa ci aspetta nei prossimi giorni.
Di fronte a un pubblico non oceanico – per usare un eufemismo – al Piazzale delle Feste del Porto Antico di Genova, a poche decine di metri dall’Arena del Mare dove Fabri Fibra sta cantando al Goa Boa festival ed è uno dei cantanti preferiti dal “Super Bimbo” del leader leghista come raccontò anni fa. E poi Fibra è quello che canta «chi ha la divisa anche se l’Italia l’ha un po’ divisa» con chiaro riferimento al Capitano e che poi ha cantato “Pensi che la beva come chi, come chi vota Lega?” oppure “Votavi Lega? Sì prega”.
Ma, nonostante i pochi metri che li separano, Savini e Fibra non si incontrano e nemmeno i rispettivi popoli e quindi ci si può concentrare sulla politica e non sul colore, quando non sulla cronaca nera. Salvini, infatti, giustamente denuncia “la campagna d’odio” dei confronti del suo partito, sfociata la sera prima in un assalto di antagonisti a militanti del Carroccio, pacifici, a Marina di Carrara.
E quindi per raccontare la serata e la campagna elettorale vale la pena di dare un’occhiata al palco: Salvini è attorniato dai parlamentari liguri del Carroccio, a partire da Edoardo Rixi, segretario della Lega ligure e soprattutto ministro in pectore delle Infrastrutture e dei Trasporti, dove è stato già nel governo gialloverde, il Conte uno, prima come sottosegretario e poi come viceministro di Danilo Toninelli. Insomma Rixi è colui che ha materialmente scritto e portato a casa – lui, personalmente – il “decreto Genova” che ha permesso di ricostruire il ponte dopo il crollo del Morandi a tempo di record. E poi ci sono il capodelegazione del Carroccio all’Europarlamento Marco Campomenosi, il volto più presentabile della Lega a livello internazionale insieme a Paolo Borchia, Lorenzo Viviani, Flavio Di Muro, Sara Foscolo che è la deputata più fascinosa della legislatura, omologa di Kristalia Rachele Papevangeliu al Senato, la sottosegretaria alla Difesa del governo Draghi Stefania Pucciarelli, Francesco Bruzzone, Paolo Ripamonti e il vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana, capolista della Lega al Senato in questa partita, radicatissimo sul territorio e quindi chiamato a trainare la lista perché quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare.
E, fin qui, siamo nella normalità, visto che sono tutti candidati leghisti.
Ma, insieme a loro ci sono anche il sindaco di Genova Marco Bucci, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e i candidati dei collegi uninominali liguri (oltre a Rixi e Pucciarelli, due totiani, Ilaria Cavo e Sandro Biasotti e un azzurro, Roberto Bagnasco). Ne manca solo uno, che certamente è impegnato in altri incontri sul suo collegio, Gianni Berrino di Fratelli d’Italia, ma è una coincidenza che è impossibile non notare.
Anche perché Giorgia Meloni sarà qui, nello stesso posto, mercoledì pomeriggio, ed ha scelto l’area adiacente del Porto Antico, il Mandraccio, perché più capiente di quella scelta dalla Lega, quasi per dare una prova di forza.
Insomma, alleati sì, ma l’impianto proporzionale del Rosatellum e la competizione fra loro si sente moltissimo.
Anche se l’intervento di Salvini è sia di partito che di coalizione e attacca Letta per difendere il probabile governo in arrivo: “Letta continua a parlare di rischio fascismo e ci ha fatto tutta la campagna elettorale, supportato da alcuni giornali. Ma non ha mai risposto al mio invito a parlare dei veri problemi che avranno gli italiani a ottobre, che non sono il fascismo, ma pagare le bollette. Gliel’ho chiesto varie volte, spiegandogli che gli altri Paesi sono intervenuti per aiutare i cittadini a pagare, ma lui preferisce parlare di fascismo, probabilmente vive nell’isola dei famosi, rimandiamolo a Parigi quanto prima”.
E qui arriva la lettura salviniana di tutto questo: “Visto che non posso pensare che non se ne renda conto, immagino sia una strategia ben definita. Essendo assolutamente consapevole di perdere le elezioni, gioca allo sfascio, perché quando la gente non saprà come pagare le bollette, se la prenderà anche con il governo in carico, che sarà il nostro”.
Poi, il leader leghista fa un riassunto velocissimo del programma elettorale, quasi un bignamino dei problemi da affrontare e, insieme a grandi classici come l’immigrazione (“I vicoli sono dei genovesi, non di spacciatori e clandestini”), il no alla legalizzazione della cannabis (“Col cazzo che mettiamo il diritto a drogarsi per legge”) e il reddito di cittadinanza: “Chi rifiuta il lavoro non ne deve averne diritto”.
Ma poi, soprattutto, nel suo “andiamo a governare”, citazione di un Rovazzi d’antan, rende omaggio a Marco Bucci (“dateci cento sindaci così in tutta Italia e cambieremo il Paese”), spiega che la prima legge di impronta leghista sarà l’abolizione della Legge Fornero e di quelle sue eredi sulle pensioni (“è un fatto umano, di giustizia”), che toglierà il numero chiuso per medicina e si concentra sulle disabilità, da sempre tema leghista, che infatti ha chiesto il ministero con questa delega per Erika Stefani.
Salvini vuole che il suo comizio, così come tutti gli altri del pomeriggio, sia tradotto nella lingua dei segni – esattamente come avviene in consiglio comunale di Genova dopo una mozione in merito dell’allora consigliere Davide Rossi – e annuncia: “Vengo da Palermo dove ho deciso di candidare in posizione certa Mauro Barbuto, un nome che forse non vi dirà molto, ma è il presidente dell’Unione Italiana Ciechi, per portare finalmente in Parlamento un rappresentante dei non vedenti”. E ancora: “Abbiamo appena voluto una legge che stanzierà 100 milioni di euro, immediatamente, per l’autismo”.
Applausi, cori “Matteo, Matteo”, istruzioni per le foto del “bravo presentatore” Fabrizio Graffione: “Venite già con i telefonini pronti in modalità selfie”.
Poi, subito, la pulizia dell’area, con il consigliere regionale e commissario genovese Alessio Piana, l’assessore comunale alle Politiche Giovanili e al Marketing Territoriale Francesca Corso e il consigliere delegato alla partecipazione dei cittadini del Comune di Genova Fabio Ariotti a smontare le panche e a mettere tutto in ordine, come fossero quello che negli altri partiti si affida a un service. Funziona così, nella Lega.