[Il commento] Vi spiego perché Salvini con la battaglia dei pastori ha combinato un bel pasticcio istituzionale
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Forse Salvini pensava di gestire la vertenza come quando la Lega costruì un pezzo importante del suo consenso al Nord con le “quote latte”, quel grande imbroglio con il quale gli allevatori del Nord, del Nord-Est soprattutto, attinsero a man bassa ai finanziamenti europei che non gli sarebbero spettati. Ma la cosa grave è che una legittima vertenza sindacale per cinici tornaconti elettorali ha avuto eco nella sala del Viminale dove si ricevono ben altre delegazioni. Con il risultato che nei fatti il governo ha legittimato anche quelle frange violente del movimento che poche ore fa, mentre era ed è in corso il voto elettorale per le regionali in Sardegna, ha visto irrompere sulla scena sarda due incappucciati armati che hanno assaltato un’autocisterna del latte che da Orune, paesino della Barbagia, stava per raggiungere un caseificio a Thiesi, provincia di Sassari.
Dieci pastori in lotta sono stati denunciati
Erano annunciate, per il giorno del voto, iniziative clamorose dei pastori sardi se la loro vertenza non si fosse sbloccata. Salvini ha sposato la loro battaglia, li ha ricevuti e si è spinto quasi a gridare vittoria e ha combinato un bel pasticcio istituzionale. Sia chiaro che nessuno sospetta che c’entri con la protesta, che la ispiri, che la organizzi. Ma il fatto che abbia ricevuto un’ampia delegazione del movimento nei fatti rischia di legittimare anche proteste estreme. Ecco perché certe forme di protagonismo e di opportunismo elettorale sarebbe meglio tenerle chiuse nei cassetti. Soprattutto poi se si tratta del ministro dell’Interno. Dieci pastori in lotta sono stati denunciati all’autorità giudiziaria. Adesso il movimento potrebbe decidere di sperimentare forme inedite e radicali di lotta. Quel che serve, è andare incontro alle loro leggittime richieste. Prima che sia troppo tardi.