Riforme, 85 mln di emendamenti dalla Lega, Grasso: "Impedirò blocco Senato"
Accordo raggiunto nel Pd dopo i tre emendamenti al ddl Boschi firmati da Finocchiaro. Renzi: "Ridicola la strategia del Carroccio"

"Non permetterò che il Senato sia bloccato da iniziative irresponsabili di questa portata". Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, a proposito degli 82 milioni di emendamenti della Lega, da lui definiti "una offesa alla dignità delle istituzioni". "Ieri ho richiamato le parti politiche - ha ricordato Grasso - a non piegare la revisione della nostra Costituzione a logiche di bassa politica: le regole della democrazia vanno riviste con serietà e con la massima attenzione". "Milioni di emendamenti - ha osservato - sono una offesa alla dignità delle istituzioni che ho difeso da ogni attacco, da qualunque parte provenisse".
Renzi: è ridicolo - Anche il premier Renzi va giù duro contro i milioni di emendamenti: "Non può esservi un commento a cose del genere. Se tu vuoi cambiare le leggi fai degli emendamenti - 2, 10 50, 100. Se fai 82 milioni di emendamenti entri nel campo del ridicolo. Ma lo sanno tutti i cittadini: è così, è evidente".
Lega corregge i calcoli, gli emendamenti sono 85 milioni - Intanto il Carroccio rifà i calcoli e annuncia che sono "85 milioni" circa gli emendamenti al ddl riforme e non 82.730.460 come annunciato questa mattina. Lo affermano ai cronisti i senatori Roberto Calderoli e Jonny Crosio che spiegano come sia stato corretto "il risultato dell'algoritmo" utilizzato per gli emendamenti. Non sono interrotti, nel frattempo, i contatti tra Calderoli e la maggioranza: nel pomeriggio, infatti, c'è stato anche un incontro tra il senatore leghista e il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda.
L'emendamento riappacificatore - La maggioranza aveva raggiunto un accordo nella notte e ha depositato tre emendamenti al ddl Boschi firmati da Anna Finocchiaro. Oltre alla questione dell'elettività dei senatori si affronta anche il tema delle funzioni del Senato e dei giudici costituzionali. In particolare uno degli emendamenti ha riappacificato maggioranza e minoranza Pd. Si tratta di una modifica al comma 5 dell'articolo 57 della Costituzione che viene introdotto nell'articolo 2 del Ddl Boschi e fissa in Costituzione il principio che i senatori verrano eletti.
Questione di sfumature lessicali - L'emendamento aggiunge alla frase "la durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti" questo periodo: "In conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge". Nello stesso articolo al comma successivo infatti si stabilisce che ci dovrà essere una legge "approvata da entrambe le Camere per regolare le modalità di attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato della Repubblica tra i consiglieri e i sindaci, nonché quelle per la loro sostituzione, in caso di cessazione dalla carica elettiva regionale o locale. I seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun Consiglio".