Riforma Rai, Romani e un M5s via dalla Vigilanza. Mentana: "Niente di nuovo"
Riequilibrati i numeri tra maggioranza e opposizione, martedì si vota per il rinnovo del Cda. Gasparri: "Li nomineranno con la mia legge"
Sarà Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato a fare un passo indietro dalla commissione di Vigilanza Rai dopo che i due presidenti di Camera e Senato hanno esortato il gruppo azzurro a prendere una decisione per riequilibrare i numeri in commissione tra la maggioranza e le opposizioni. Il passo indietro di Romani, viene spiegato, è motivato dal fatto che il 'problema' di dover dare una rappresentanza ai nuovi gruppi formatisi al Senato deve riguardare i senatori. Infatti al posto del capogruppo Fi subentrerà il senatore Mario Ferrara del gruppo di Gal. Questo perché Antonio Scavone (prima in Gal) è ora un senatore del gruppo di Ala, la componente verdiniana. Per le stesse ragioni anche il Movimento Cinque stelle ha dovuto rinunciare ad un componente, sempre un senatore, per far sì che in commissione venga rappresentato anche il gruppo dei Conservatori e Riformisti che fa capo a Raffaele Fitto.
Martedì il voto per il rinnovo del Cda - L'incontro fra i capigruppo di Fi, Paolo Romani e Renato Brunetta, che ha portato poi il primo a lasciare il proprio posto in commissione di Vigilanza, arriva alla vigilia del voto di martedì per il rinnovo dei membri del Cda. La decisione di Romani è arrivata come risposta alla lettera scritta dal presidente del Senato, Piero Grasso, in merito al riequilibrio dei numeri in commissione. Ma non tutti sono convinti della presunta riforma della Rai.
Mentana: "Tutto come prima" - "Con questa riforma, supposto che vada avanti, la Rai è e sarà identica a prima". A dirlo è il direttore del Tg La7 Enrico Mentana che vede una sola novità, "un piccolo cambio nella governance. Se andiamo a rivedere i discorsi fatti da Renzi dopo la vittoria alle europee - aggiunge - si vede che ipotizzava una Rai davvero riformabile. Quei discorsi però si sono persi per strada". Quanto alla fonte di nomina del Cda, "intanto tra due giorni tutto verrà fatto nello stesso modo - dice Mentana - E anche quando scatterà il nuovo meccanismo, non risolverà l'unico vero difetto", cioè "che a sceglierli sono sempre i partiti!. Tutti i partiti avevano fatto proposte molto più innovative di quel che è venuto fuori, ma vedo che si accomodano senza problemi al tavolo dell'ennesima lottizzazione: compresi i Cinquestelle, che ora sceglieranno il loro consigliere: non c'è una camera di compensazione rispetto alla politica". "Dentro la Rai - sostiene Mentana - non soffia alcun vento riformatore. Vogliamo dirlo? Dai direttori agli uscieri son tutti lì a chiedersi chi arriva adesso. È l'unica cosa che gli interessa".
Gasparri: nuovi eletti con mia vecchia legge - "Adesso se non sbaglio il nuovo Cda Rai verrà eletto con la vituperata legge Gasparri". Lo afferma Maurizio Gasparri, ex ministro, autore dell'attuale legge sulla Rai, senatore di Fi e vicepresidente del Senato. "Vituperata? Per forza. Quando dici legge Gasparri non puoi non dire vituperata. E' così da quando è nata. Le leggi buone - afferma - non muoiono. Un noto imitatore diceva: 'Gasparri non l'ha scritta e non l'ha letta'. Risate registrate. Adesso a me invece fa più ridere Renzi che promette la Bbc e sogna TeleMatteo". "Ha vinto la mia legge - rivendica Gasparri - migliore della riforma renziana. Questo me lo hanno riconosciuto anche i miei avversari. Il mio lavoro in questi mesi è stato ribadire che la riforma non si può fare per decreto, che non si può mettere la fiducia".