In Rai è tornata al potere la Democrazia Cristiana: con Orfeo basso profilo e silenziatore
Alla kermesse dei palinsesti debutta la nuova stagione del servizio pubblico fra tartine, tacchi bassi e low profile
Che sia tutto diverso, più omogeneo, neutrale eppure rigoroso, compatto, lo si capisce subito appena superato l'ingresso di cristallo della Nuvola di Fuksas all'Eur dove la nuova Rai di Mario Orfeo si è data appuntamento ieri per la tradizionale presentazione dei palinsesti 2017/2018. Spariscono scollature, minigonne, profili confusivi al confine fra lo show biz eccentrico ed il trash, tacchi a spillo oppure mise coloratissime: la Rai targata Orfeo che mette d'accordo destra e sìnistra sembra un "monocolore" DC ma esibisce un volto finalmente bon ton, rarefatto, paradigmaticamente elegante.
Parola d'ordine: sobrietà
Innanzitutto, sono tutti magrissimi. Il direttore generale, classe 1966, indossa un completo sportivo ed è in perfetta forma, la presidentessa Monica Maggioni è addirittura di una bellezza abbagliante, lunghi capelli rossi sciolti sulle spalle, pantaloni blu cobalto, tacchetto, un soprabito che aderisce ad una silhouette taglia 40 mentre le primedonne sono quasi tutte in bianco panna come Adriana Volpe promossa a Mezzogiorno in famiglia, Serena Bortone conduttrice del format politico quotidiano di RAI 3 Agora o Vira Carbone, signora per il quinto anno consecutivo di Buongiorno benessere. Francesca Fialdini che balza da Uno mattina a La vita in diretta è tutta in scuro, a pois con abito a balze per Cristina Parodi che prende in mano Domenica in, l'unico tocco di colore è il rosso aranciato dell'abito corto di Annalisa Bruchi, ancora al timone di Next. Sobrietà è la parola d'ordine, infatti, finita la presentazione, non si mangia come nel passato, si pilucca: finger food, tartine mignon, mandorle. Tanta acqua minerale naturale, sedie bianche, divani trasparenti, strette di mano poco vischiose, saluti cortesi ma inevitabilmente distanti.
Una Rai formato Dc
Orfeo il "semplificatore" è riuscito a mettere d'accordo tutti. Ha chiuso l'Arena di Massimo Giletti nonostante il coro di proteste ed ha sostituito in modo subliminale Bruno Vespa con il più neutrale ed accogliente Fabio Fazio. Vespa resta in video tre sere alla settimana mentre Fazio su Rai 1 avrà praticamente carta bianca. Eccola allora la Rai autenticamente democristiana di sinistra che azzera i battibecchi, cancella le polemiche, taglia corto sulle provocazioni ribadendo sostanzialmente un palinsesto di volti famosi ma mai sopra le righe.
Promosse e bocciate
Promossa a pieni voti Eleonora Daniele che oltre a Storie italiane ex Storie vere va ad occupare lo spazio del sabato che fu di Paola Perego, una giornalista che va in onda senza orpelli, semplice, essenziale, una secchiona che studia anche le virgole della sua puntata. La Daniele potrebbe brindare, ma continua a militare nel partito dell'understatement conquistando sempre maggiori consensi. Austera anche Elisa Isoardi che torna ad Uno mattina nello spazio della buona tavola con taglio corto, senza un filo di trucco. Al posto della Fialdini finisce ad Uno mattina Benedetta Rinaldi ex rubriche religiose, bella, bruna, poco protagonista.
Una Rai pulita che non osa
Il capolavoro di Mario Orfeo che giustamente gongola ma non lo fa notare è l'essere riuscito ad amalgamare alto, basso, vecchio o nuovo in un target di riferimento che per la prima volta (lo dicono gli investitori pubblicitari) trova una cifra identitaria. Insomma, la Rai orfeiana democristiana, semplice, pulita non osa ma rinnova nella tradizione cercando di far sedere su quell'ideale salotto di famiglia nonni, genitori, figli o nipoti. Il bouquet è vasto, la proposta non difetta. Concita de Gregorio raddoppia così come Lucia Annunziata (quote rosa ok) torna Franca Leosini e a mezzogiorno, malgrado la sua voglia di staccare dalla tv, ritroviamo Antonella Clerici, meno casalinga, più futura lady Garrone (il fidanzato è un petroliere).
Ricordando di Paolo Villaggio
La presentazione si è aperta con un omaggio a Paolo Villaggio che, per l'ironia, sarebbe piaciuto al comico: l'ingresso del dg è stato preceduto dalla voce di Villaggio che nei panni di Fantozzi parlava del "megadirettore galattico" tanto temuto dal ragioniere più famoso del nostro cinema. "Il megadirettore galattico non sono io - ha esordito Orfeo nel suo intervento - ma questo voleva essere un omaggio della Rai al grande Paolo Villaggio". E oggi anche la scelta della Nuvola di Fuksas potrebbe apparire come un omaggio casuale alla nuvola di Fantozzi. Presenti anche il direttore di Rai1 Andrea Fabiano, il direttore di Rai2 Ilaria Dallatana, il direttore di Rai3 Daria Bignardi, il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta, il direttore di Rai4 Angelo Teodoli, il direttore di Rainews 24 Antonio Di Bella, il direttore del Tg1 Andrea Montanari, il direttore del Tg3 Luca Mazzà, il direttore del Tg2 Ida Colucci. Tra i protagonisti dei palinsesti presenti nella Nuvola vi sono Amadeus, Riccardo Iacona, Tiberio Timperi o Bianca Berlinguer. Tutti ordinati, precisi, educati. Nessuno contesta, critica, strattona. Si vede che Orfeo comanda, eccome. Per adesso ha sistemato in un soffio i palinsesti, la prossima tappa sarà cambiare qualche direttore di rete. Si dice che la Bignardi molli dopo l'estate mentre al posto di Fabiano a Rai 1 andrebbe il capo della fiction Tinni Andreatta. Voci infondate, negano in Rai. Ma Orfeo ė rapidissimo, perciò chissà. Forse ha già in mente tutto, comunque adesso si parte alla grande. Obiettivo, restare in sella oltre il 2018.